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No pain no gain (brewday chronicle)

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Devo dire che non è stato facile. Soprattutto, non è stato breve: 10 ore a spostare pentoloni, versare grani, mescolare, raffreddare, riscaldare, travasare, pulire. Fino ad arrivare al fatidico momento della posa dell’airlock sul coperchio del fermentatore.

Poi, stamattina, verso le cinque del mattino, il primo vagito: plop, e una bolla di anidride carbonica se ne scappava libera nell’aria. La fermentazione è iniziata e io e Simo tiriamo un sospiro di sollievo, anche se la fine è ancora lontana.

FranK e Simo
Frank e Simo equipaggiati per non perdere capelli nel mosto in fase di raffreddamento

Tutto sommato è andata bene.

Avevamo previsto un batch da 22 litri, ce ne sono usciti 20 nel fermentatore. Avevamo previsto una OG (densità iniziale) di ca 1.055 con efficienza al 65% (percentuale di estrazione degli zuccheri dai grani di malto); siamo arrivati invece a una OG pari a 1.060, il che ci fa ipotizzare una efficienza del 75% (il che sarebbe un ottimo risultato se davvero quella che abbiamo letto fosse la concentrazione di zuccheri fermentabili e non, come in parte temiamo, una miscela fatta anche di zuccheri non fermentabili).

Abbiamo infatti avuto qualche problema con il test dello iodio (quello che si fa alla fine del mash, per verificare che tutti gli amidi siano stati convertiti in zuccheri): non eravamo sicuri che lo iodio fosse diventato di colore chiaro, dato che mischiandolo con il mosto scuro della nostra porter non si capiva granché. Alla fine abbiamo deciso di fare il mashout comunque e andare avanti. Speriamo bene.

Grande soddisfazione ce l’ha data il nostro misuratore di pH: dai calcoli che avevamo fatto usando lo sheet di Bru’n Water (a mio avviso il più completo e ben fatto per fare i calcoli sui valori dell’acqua) ed in base all’aggiunta pesata di sali vari e acido lattico, ci aspettavamo un pH del mosto a temperatura ambiente di 5,5. Il risultato lo vedete da soli nell’immagine sotto:

Piccole grandi soddisfazioni
Piccole grandi soddisfazioni

Lo sparge anche è andato liscio: usciva mosto di un bel colore scuro e ben filtrato, non ci sono stati intoppi mentre l’acqua scorreva libera tra le trebbie.

Lauter Tun pronto per l'opera di sparge
Lauter Tun pronto per l’opera di sparge

Quasi indolore (se non per l’ora e mezza di attesa) anche la bollitura con immersione del luppolo Fuggle in due fasi (a 90 e 15 minuti dalla fine della bollitura), nelle comode hop bags.

Mosto in bollitura con hop bag
Mosto in bollitura con hop bag (gancio con stampella riciclata brevettato da Brewing Bad)

Il raffreddamento, come ci aspettavamo (non avendo acquistato la serpentina, vero Simo?) è stato impegnativo e alquanto lungo: pentolone nella vasca da bagno con ghiaccio per circa 45 minuti, mentre io e Simo ci alternavamo a turno per tenere a mollo il getto di acqua fredda della doccia senza far schizzare acqua nel pentolone.

Pentolone in ammollo
Pentolone in ammollo (21 lt di mosto)

Poi travaso nel fermentatore con l’aiuto del sifone (che proprio facile da usare non è), qualche splash di tutto il mosto tra due fermentatori per ossigenare, inoculo dello starter di lievito (che abbiamo anche assaggiato, non era male!), chiusura del fermentatore e ultima mescolata per dare una svegliata al lievito.

Let’s call it a day.

I nostri 20 Lt di Porter nel fermentatore
I nostri 20 Lt di Porter nel fermentatore

Acquisti per il futuro:

  • termometro con sonda decente (il nostro è senza sonda e ogni tanto svalvola): 25€
  • serpentina per raffreddamento: 60€

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