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Madrid e la Fabrica Maravillas

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Lo scorso weekend sono stato a Madrid. Come sempre, prima di intraprendere il viaggio, mi sono informato sulla realtà brassicola locale. Volevo capire se, oltre ai marchi stranoti come Mahou e San Miguel (che poi fanno parte dello stesso gruppo e rappresentano bene le classiche birre industriali), ci fosse qualcosa di più interessante in giro.

In realtà non mi aspettavo di trovare granché, dato che da quello che so in Spagna la cultura birraia non è ancora matura come da noi, invece ho trovato un paio di pub interessanti: l’Irreale e El Pedal Pub. Nel primo ci sono stato, e non era male (anche se la scelta non  era vastissima, ma c’erano in vetrina i loghi del Brewfist e del Birrificio del Ducato che mi hanno fatto sentire un po’ a casa). Al secondo, invece, non ci sono nemmeno arrivato (più in là capirete il perchè).

La vera sorpresa del viaggio è stata invece la Fabrica Maravillas, un piccolo brewpub che ha aperto i battenti da pochissimo (fine novembre 2012) nel quartiere molto “in” di Malasana, un dedalo di stradine strette e piazzette con tavoli all’aperto anche in inverno, pieno di ristoranti, birrerie e pub.

Nel menù troviamo ben sei birre, tutte fatte da loro e ben descritte (malti usati, luppoli, IBU) ma con grande dispiacere ho scoperto ben presto che solo tre erano al momento disponibili: una IPA (luppoli Clolumbus, Cascade e Chinook) chiamata FL(ipa), in versione “normale” e in versione “hop rocket” (ovvero fatta passare attraverso luppolo fresco al momento della spillatura) e la Saison Valverde (ovviamente una Saison, con luppoli Saaz e Cascade).

Che dire, la FL(ipa) mi è piaciuta da matti: naso non troppo deciso, amaro intenso e allo stesso tempo dolce (mango, pompelmo) ben bilanciato da una base alcolica calda (7% ABV) ma mai invadente (mi ha sdraiato senza colpo ferire, da qui l’impossibilità di raggiungere il terzo pub). Qualche sentore di caramello, ma appena distinguibile in mezzo alla gioia folgorante dei luppoli. Il colore non era fantastico: ovviamente torbida (essendo non filtrata) ma di un color rame un po’ troppo troppo pallido.

Il locale di per sè non mi ha entusiasmato: moderno, dominato dai colori chiari, l’arredamento risulta complessivamente troppo freddo (l’illuminazione bianco-spettro certo non aiuta). Lo spazio è piccolo, man mano che si riempiva la sensazione di “vuoto siderale” si è attenuata, rendendo il tutto più accogliente. Gli impianti in bella vista lungo lo stretto corridoio che porta in bagno mi hanno emozionato.

Sarei curioso di provare l’imperial stout che purtroppo non era disponibile.

Se capitate a Madrid, fateci un salto: merita.

Fl(ipa), con tanto di pinta brandizzata
Fl(ipa), con tanto di pinta brandizzata
Gli impianti in bella vista
Gli impianti in bella vista

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