Negli ultimi tempi ho sentito molto parlare della tecnica di imbottigliamento senza travaso con priming in bottiglia. In genere è una tecnica utilizzata dai principianti con birre da kit: lo zucchero per la carbonazione viene inserito bottiglia per bottiglia facendo uso dell’apposito misurino fornito con il  kit.

Come mai questo approccio è tornato in auge anche tra gli homebrewers navigati? La ragione principale – ma non l’unica – è la paura dell’ossidazione (link): grazie al priming in bottiglia si evita il travaso in fase di imbottigliamento limitando così la diffusione di ossigeno nella birra. Ragione più che comprensibile, direi, anche se nelle birre iper luppolate con forti dosi di dry hopping subentra il problema della pulizia dai pellet che si depositano sul fondo del fermentatore. Se si elimina il travaso in fase di imbottigliamento, serve molta attenzione per non farli finire in bottiglia.

Ma la ragione che più mi ha spinto a provare questa tecnica è la praticità. L’eliminazione di un ulteriore travaso fa risparmiare un sacco di tempo: si evita di sanitizzare (e successivamente pulire) un fermentatore aggiuntivo e si elimina l’attesa del travaso da un fermentatore all’altro. Di fatto, per le birre che si imbottigliano entro cinque/sei settimane dall’avvio della fermentazione, si possono eliminare completamente i travasi.

Per ottenere il meglio da questo approccio è bene dotarsi di autosifone per pescare la birra dall’alto (link). Il classico passaggio dal rubinetto posizionato vicino al fondo del fermentatore porterebbe in bottiglia una eccessiva quantità di residui.

Nel mio caso ho praticato questo approccio un paio di volte, trovandolo perfetto per i miei piccoli batch sperimentali con brett e batteri: visti i volumi ridotti (in genere sono piccole prove con 5 litri di mosto che finiscono in una decina di bottiglie), il travaso in fase di imbottigliamento era veramente una rottura. Inoltre, utilizzando attrezzatura dedicata per via dei brett e dei batteri, dovevo riservare un ulteriore fermentatore all’attività di travaso. Il priming in bottiglia ha velocizzato e semplificato notevolmente il tutto.

Se poi si utilizza una pistola graduata per inoculare la soluzione di priming, come fa Giovanni di Sgabuzen nel video, le operazioni si semplificano ulteriormente.

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La pistola che usa Giovanni viene chiamata “vaccinapolli” ed è diffusa in ambito veterinario per somministrare dosi di medicinali in serie ai polli da allevamento. La pistola è utile in ambito hb perché permette di impostare meccanicamente la dose di soluzione di priming da iniettare in ciascuna bottiglia: si collega il tubicino al contenitore della soluzione, si imposta il dosaggio e si spara il priming in ciascuna bottiglia senza soluzione di continuità.

Ovviamente la stessa operazione si può fare con qualsiasi altra siringa graduata, anche se non automatica, andando a succhiare manualmente la soluzione e facendo attenzione a iniettare la giusta dose nelle bottiglie. In questo modo è più facile commettere errori nella dose, ma con un po’ di attenzione si riesce senza grandi problemi. Consiglio di preparare una soluzione più diluita per diminuire il range di errore: così facendo si deve iniettare più soluzione perché meno concentrata, ma un errore di qualche decimo di millilitro pesa meno perché c’è meno zucchero disciolto per unità di volume.

La siringa vaccinapolli da 10ml si può acquistare su ebay a questo link (segnalatomi dal mio amico e hb Antonio De Feo). Mi dicono che ci mette un po’ ad arrivare, solitamente più di un mese, quindi armatevi di santa pazienza.

Per i miei primi esperimenti con questa tecnica ho seguito un’altra strada: prima utilizzando una banale siringa da 5 ml senza ago con cui ho imbottigliato la Brett Cuppocoffee (ormai più di cinque mesi fa); poi, nell’ultimo imbottigliamento, sono passato a una più comoda siringa da 50 ml, acquistata su Amazon (link).

siringa graduata

 

Nel frattempo ho ordinato, sempre su eBay, una siringa vaccinapolli da 2ml leggermente diversa da quella che usa Giovanni nel video (link). Ovviamente arriva sempre dalla Cina.

SOLUZIONE DI PRIMING

Prima di tutto occorre preparare la soluzione di priming e calcolare la quantità da inoculare in ciascuna bottiglia. Come supporto ai calcoli, Giovanni ha creato un file che potete scaricare dalla sezione download del sui blog (link).

Da malato di excel e calcoli quale sono, non potevo rinunciare a costruirmi un file su misura, quindi ho creato una mia versione con una impostazione leggermente diversa da quella di Giovanni. Ovviamente, i due file producono gli stessi risultati.

Nella mia versione ho aggiunto anche un ulteriore sheet per il calcolo della soluzione di lievito per il reinoculo, utile quando si imbottiglia una birra che ha passato diversi mesi nel fermentatore (magari perché brettata o molto alcolica) e necessita di una ulteriore dose di lievito per aiutare la rifermentazione in bottiglia.

Il file dovrebbe essere autoesplicativo, ma in estrema sintesi si utilizza in questo modo:

  1. con un qualsiasi calcolatore online calcoliamo la quantità di zucchero necessaria per arrivare ai volumi desiderati, impostando la massima temperatura di fermentazione e scegliendo destrosio (corn sugar) o semplice zucchero da tavola. Io solitamente utilizzo il calcolatore di Brewer’s Friend che ho linkato anche nel file (link)
  2. inseriamo a questo punto i grammi/litro nell’apposita cella dell’excel e impostiamo il volume della soluzione di priming. Possiamo scegliere le proporzioni tra zucchero e acqua a piacimento, con la consapevolezza che una maggiore diluizione (più acqua) porterà a un volume maggiore di inoculo per bottiglia. Questo non è un grande problema in se’ dato che anche un inoculo di 5 ml di soluzione su 330 ml di birra nelle bottiglie piccole costituisce appena un 1.5% sul contenuto totale della bottiglia. È utile sapere che con una diluizione 50-50 si produce una soluzione batteriostatica, ovvero la percentuale di zucchero è tale da non permettere a batteri e lieviti di proliferare (come nelle marmellate). Questa soluzione potete quindi tranquillamente tenerla in frigo e usarla in seguito (link). Attenzione: la soluzione è batteriostatica se prodotta a partire dal destrosio, con lo zucchero da tavola servono concentrazioni maggiori (che eviterei perché inizia a cristallizzare).
  3. A questo punto il foglio excel calcola in automatico la quantità di soluzione da inoculare in ciascuna bottiglia a seconda del formato.

REINOCULO LIEVITO DA RIFERMENTAZIONE

Il secondo sheet del file excel aiuta nei calcoli per il reinoculo di lievito da rifermentazione. Solitamente si utilizzano lieviti appositi, altamente flocculanti e neutri, come l’F2 della Fermentis o il CBC della Lallemand. Tuttavia, è possibile anche utilizzare lo stesso lievito con cui si è fermentata la birra.

Teoricamente il lievito secco andrebbe reidratato in un volume di acqua pari a 10 volte il suo peso, ma dati i volumi in gioco (parliamo di un reinoculo di 0.04 grammi per litro di birra imbottigliata) sarebbe poi impossibile da dosare con la siringa.

Nella pratica quindi lo idrato nel minimo volume di acqua gestibile per inocularlo in tutte le bottiglie, utilizzando il secondo sheet del file excel per calcolare correttamente il volume di soluzione lievito/acqua da produrre.

Per approfondimenti sul lievito da rifermentazione, consiglio di leggere anche quest’altro post.

PROCEDIMENTO PASSO PASSO

Primo passaggio: sanitizzazione accurata dell’attrezzatura per imbottigliare. Trattandosi di birra brettata, faccio molta attenzione a tenere separati i componenti che entreranno in contatto con la birra brettata (sifone, contenitore,  asta per imbottigliare) da quelli che non entreranno in contatto con la birra e che utilizzerò anche per birre non brettate (forbici e siringa). Lavorando nello stesso ambiente sia con le birre brettate che con quelle standard, cerco di prestare massima attenzione a questi piccoli dettagli, pur sapendo che l’ammollo in candeggina diluita (4ml/L per 20 minuti) garantisce l’eliminazione totale anche di Brett e batteri.

sanitizzazione
sanitizzazione

Le bottiglie, come sempre, le sanitizzo in lavastoviglie impostando un lavaggio a 75°C. Le bottiglie, perfettamente pulite prima della sanitizzazione, sono state conservate tappate (dopo averle fatte ben asciugare) con dei tappi di gomma o semplice pellicola trasparente.

sanitizzazione bottiglie in lavastoviglie

Per pesare il lievito procedo in questo modo: pesco la giusta dose di acqua bollita e raffreddata a 30°C con la siringa graduata, la verso nella beuta sanitizzata e posiziono il tutto sul bilancino di precisione. Imposto la tara in modo che la bilancia segni zero e peso il lievito versandolo piano piano sull’acqua.

lievito da rifermentazione

Attendo una decina di minuti che il lievito si reidrati, mescolo e pesco con la siringa graduata. Dopodiché inoculo la giusta quantità di soluzione in ciascuna bottiglia. Con il lievito non c’è bisogno di un alto livello di precisione dato che consumerà  la stessa quantità di zucchero a prescindere dal volume di inoculo.

siringa graduata per inoculo lievito

Il lievito residuo lo conservo in frigo mettendolo sottovuoto. Non mi metto a sanitizzare la busta del sottovuoto, dando per scontato che al suo interno non ci siano le condizioni ideali per la proliferazione di lieviti e batteri (link per acquistare la macchina per il sottovuoto).

lievito sottovuoto

Per il travaso dalla damigiana alle bottiglie utilizzo solo la parte interna del sifone poiché il tubo esterno non entra nel collo della damigiana. Per far partire il succhio lascio la soluzione sanitizzante (Starsan) nel tubo che svuoto in un piccolo contenitore di vetro fino a quando non inizia a uscire birra.

travaso da damigiana a bottiglia

Travaso quindi la birra nelle bottiglie dove ho già inoculato il lievito reidratato.

inoculo in bottiglia

Come ultimo step preparo la soluzione di priming con acqua e destrosio e la inoculo in ciascuna bottiglia seguendo le dosi indicate dal file excel.

soluzione priming

E infine, dopo aver misurato un campione di birra, mi godo un piccolo assaggio!

dav

100 COMMENTS

  1. Scusa Francesco ma sembra ci sia un’errore nella formula relativa alla “soluzione di priming totale necessaria per l’imbottigliamento (cl)”, il totale della soluzione in millilitri andrebbe diviso per 10 per avere la soluzione in centilitri.
    Ottima tabella l’ho già utilizzata con successo.

  2. Per quanto tempo lo consideri valido il lievito che avanza e metti sottovuoto?
    Come se fosse una bustina nuova?

    • Ah, Davide, e chi lo sa? 🙂 Diciamo che lo uso un paio di volte in genere, poi alla fine lo butto. Due/tre mesi, forse, ma non ho idea di quanto questo approccio possa essere valido. Ogni tanto si va un po’ a braccio. 🙂

  3. Fantastico articolo come sempre Frank! Uso questa tecnica da mesi e mi trovo bene.
    Come altre volte però mi hai acceso due lampadine:
    1) Posso conservare la soluzione 50/50 di dstrosio perchè non possono prolificare batteri! Fantastico! Secondo te quanto si può conservare in frigo?
    2) Eliminare i brett con 20 min di soluzione di candeggina. Questa proprio mi era sfuggita.

    • Come dice Yvan De Baets di De La Senne, i Brett sempre lieviti sono. Certo possono produrre microfilm e sono per questo un pò più ostici, ma se si utilizzano le giuste procedure non c’è nulla da temere per inox e vetro. Sui tubi di plastica farei molta più attenzione però. Per la soluzione, non ho idea di quanto si mantenga, la faccio comunque nuova ogni volta.

    • Batteriostatica significa che impedisce la moltiplicazione dei batteri, non che li neutralizza. Anche se cmq la bollitura è una precauzione estrema, è sempre meglio farla a mio avviso. Anche solo 5 minuti.

      • In un boil di 5 min con un rapporto 1:1 il rischio è di perdere la parte liquida in evaporazione e sballare i calcoli, io su un volume “normale” di solito valuto un 10-15% di acqua in più per evitare errori spiacevoli.

        • Questo è vero, ma anche solo portare l’acqua a bollitura, spegnere e lasciare qualche minuto è più che sufficiente per rendere inoffensiva una eventuale (e molto poco probabile se si usa acqua in bottiglia) carica batterica.

  4. grazie di tutto.
    vorrei sapere se il tasso di inoculo è sempre 0.04gr/L anche se si usa un lievito diverso dall’F2, per esempio l’US-05. grazie

  5. Usando il file excel, per imbottigliare 7 litri con priming 5g/L mi basta una soluzione 10g zucchero e 10cl(100ml) acqua. Ma la soluzione non viene troppa annacquata?

    • Se la fai 50 e 50 non viene annacquata, anzi. Cmq l’unica controindicazione se diluisci troppo è che aggiungi più acqua in bottiglia. Ma parliamo sempre di ml.

  6. Trovo fatto bene e preciso il calcolo sulla preparazione della soluzione di priming. Però lo trovo macchinoso partire da una soluzione 50%-50%, sarebbe più semplice sciogliere 100 gr di zucchero in 100 ml finali di solvente (acqua). Si prende un recipiente graduato (quale una beuta graduata che con uno spargi fiamma, che si trova anche su amazon, può andare anche sul normale fornello) ci metto lo zucchero e porto a volume in questo caso a 100ml e sono che ogni ml corrisponde ad un grammo di zucchero. Diciamo che si può arrivare tranquillamente intorno ai 2 gr/ml perchè la solubilità del comune zucchero da tavola è di 211,5 gr/100ml di acqua a 20 °C. Tutto ciò evita di usare un foglio di calcolo per preparare la soluzione ed è più facile fare un conto mentale se ad esempio si cambiano bottiglie. Naturalmente questo è il mio pensiero e trovo cmq fatto bene tutto il lavoro che hai fatto per compensare la perdita di volume nel momento in cui si sciogle lo zucchero in acqua.

    • Ognuno sceglie la strada che gli è più comoda. Nel mio caso, i fogli di calcolo mi fanno sentire più tranquillo e poi è comodo se hai formai diversi di bottiglie perché calcola al volo i ml da inoculare in ciascuna bottiglia. So già che facendo a mente mi sbaglierei al 99%, ma questo ovviamente vale per me. 🙂

  7. Scusami Frank, ma come mai hai optato per la siringa da 2 ml? se per il priming in genere la soluzione da “iniettare” è superiore a 2ml non è più pratica la siringa da 10ml? con la 2ml come procedi? grazie

    • Sì, forse è più pratica. Ma se devi iniettare 3 ml è sufficiente mettere a 1,5 e fare due “shot” consecutivi, credo. Vedremo.

  8. Grazie Frank per il bellissimo articolo, mi hai fatto accendere tante idee, e anche qualche dubbio che vorrei condividere anche se un po fuori tema con l’articolo …da un po di tempo sulle birre chiare e luppolate soffro dopo qualche mese in bottiglia di un po di ossidazione. Ad ogni cotta produco in media 80L di prodotto finito quindi per agevolare l’imbottigliamento ho optato per l’acquisto della enolmatic, comodissima ma da esperienza personale potrebbe essere un po la causa dei miei problemi, insieme al travaso per imbottigliare. Con La tecnica da te descritta potrei però evitare completamente i travasi a patto di installare un filtro tra fermentatore e enolmatic che mi eviti il passaggio di pezzettini di luppolo e schifezze varie (vorrei non usare il sifone in modo tale da non aprire il fermentatore). Il problema è che il filtro enolmatic più economico e riutilizzabile ha fori da 5 micron e la mia paura è che mi filtri completamente anche il lievito creandomi problemi alla rifermentazione in bottiglia. Vorrei evitare di dover aggiungere altro lievito per la rifermentazione, cosa ne pensi??
    Scusa dela lunga spiegazione, grazie per ogni consiglio!

  9. Grazie mille!! neanche io sono esperto di filtraggio e siccome avevo letto anch’io che le cellule di lievito sono da 5 micron la mia paura è che sarebbero borderline per il passaggio dalla maglia del filtro ho paura che molte potrebbero rimanere filtrate e quindi non rifermentare in bottiglia.
    Grazie ancora

  10. Ciao,
    Scusa, c’è una cosa che non capisco del video che hai linkato, e dato che come tutti gli homebrewers vlogger si perdono in un sacco di chiacchiere inutli, non spiegano per niente bene: il sale. Perché il sale? A cosa serve? Chiedo a te perché hai una capacità di spiegare chiaramente che supera la media.

  11. Rileggo questo articolo in vista di un imminente imbottigliamento e mi sorgono due domande: correggimi se sbaglio… tu inserisci il lievito reidratato in tutte le bottiglie, le riempi, quindi inserisci la soluzione di priming e poi tappi, ma lasciarle aperte tra un passaggio e l’altro non rischia di comprometterne la freschezza, o addirittura portare a ossidazione (o addirittura infezioni)? Altra questione: andrò nello specifico a imbottigliare una Tripel, che ha fatto 10 giorni a 20 gradi, un travaso e tre settimane a 4-5 gradi; ha senso a tuo avviso utilizzare del lievito (F2 nello specifico) per la rifermentazione?

    • Io in genere poggio il tappo sopra la bottiglia. Il rischio di ossigenazione e infezione è minimo se non nullo (pensa che stai comunque facendo entrare necessariamente aria nel fermentatore mentre imbottigli e quando la birra scende nelle bottiglie, quelle sono le maggiori fonti di ossigenazione). Comunque puoi anche tappare dopo aver riempito ogni bottiglia, ma è più macchinoso.

  12. Ciao Frank,
    una domanda da niubbo: ma col sifone come fai a stoppare il flusso tra una bottiglia e l’altra?

    Grazie 🙂

  13. Ciao Francesco, penso di passare al priming in bottiglia e ti dico come mi regolerei… pensavo intanto di diluire un po’ di piu’ la soluzione e non fare 50/50… e dato che vorrei essere piu’ preciso possibile farei così (fatta prova ieri sera): supponiamo devo fare 6 gr/lt per 15 litri… metto a bollire 150 ml di acqua + 90 gr zucchero per 5 minuti , raffreddo, poi peso con tutto il pentolino (che so’ che ha una tara di 200 gr) e ho 410 grammi totali: percio’ 410 gr – 200 gr tara pentolino= 210 gr- 90 gr zucchero= 120 gr.. nel tuo foglio di calcolo quindi i 210 gr li metto come valore 210 ml di acqua nella tabella soluzione di priming… che dici?….“m’aaappoggi”? o sto’ toppando qualcosa???

    • Non ce la faccio a seguirti, ma ti dico come faccio io. 🙂 Metto un piccolo contenitore vuoto sanitizzato sulla bilancia, e metto a tara. Poi aggiungo acqua da bottiglia nuova chiusa (senza bollire nulla) fino a raggiungere il peso desiderato (grammi = ml) e rimetto a tara. Poi aggiungo destrosio (che si scioglie molto meglio dello zucchero anche in acqua a temperatura ambiente) fino a raggiungere il peso desiderato. Giro con un cucchiaino sanitizzato e la soluzione è pronta. Occhio a diluire troppo (oltre 50/50) perchè poi devi mettere un sacco di soluzione in bottiglia ed è scomodo (ci metti di più).

    • Si è vero il destrosio non è sanitizzato né viene fatto bollire, ma in questa fase non succede nulla. Anche perché nel destrosio, se conservato chiuso, non si moltiplicano microrganismi. Secondo me si rischia di più con tutti i vari passaggi di raffreddamento e travaso.

  14. a fine post ho invertito 120 con210.. intendo: nel tuo foglio di calcolo quindi i 120 gr li metto come valore 120 ml di acqua nella tabella soluzione di priming… che dici?….“m’aaappoggi”? o sto’ toppando qualcosa???

  15. Ciao!

    Sono curioso di sapere come calcoli il volume totale della soluzione acqua zucchero… sono anche io maniaco dei fogli di calcolo e vorrei implementarlo con il calcolo per il priming ma non trovo, googlando, formule per il calcolo del volume di una soluzione!?

    Grazie!

  16. In questi giorni ho provato ad approfondire l’argomento rispolverando sbiadite nozioni di matematica e chimica. Credo di aver intuito che il calcolo dell’ipotetico volume della soluzione si basa sulla densità dello zucchero utilizzando la formula inversa per il calcolo della densità, ovvero V=m/d, da cui, prendendo in considerazione una soluzione con 100g di saccarosio, la cui densità è di 1,59g/cm3, e 100mL di acqua, ottengo V=100/1,59=62,9, cioè che il miei 100g di saccarosio occupano un volume di circa 63mL sommando ai quali 100mL di acqua ecco i 163mL ipotetici. Tuttavia è da considerare che il destrosio, ad esempio, ha una densità di 1,54 che non dà luogo a sensibili differenze nel calcolo del volume ma nel caso di una Gose, se la nostra soluzione fosse sale ed acqua, la situazione cambierebbe in quanto il sale ha densità di 2,16.
    Fondamentale però, per evitare inutili calcoli, per avere una soluzione al 60%, ovvero 0,6g/mL, basterà pesare 60g di saccarosio, versarli in un recipiente graduato, sia esso una beuta, un becher oppure un cilindro, ed aggiungere acqua fino ai 100mL. Se poi 60g di zucchero non fossero sufficienti basterà calcolare, usando una proporzione, di quanta soluzione abbiamo bisogno; considerando 84g, prevedo qualche grammo in più per precauzione e calcolo… 60:100:90:x da cui ottengo x=(90*100)/60=150mL quindi 90g e acqua fino a raggiungere 150mL.
    Mi scuso per il post infinito e spero di essere stato d’aiuto!

  17. Ciao, avrei una domanda, ho fatto un BW con un tasso alcolico di 9*, è tenuto in botte per 2 mesi, inoculo lievito F2 0,08g/L e priming 6g/L ma dopo 2 settimane a 20 è liscia come uscita dalla botte, qualche consiglio

  18. Scusa Frank, una fesseria, ma mi par di aver capito che la precisione piace anche a te: diversamente da quanto spiegato all’interno del file, all’ammontare dei litri totali Brewer’s Friend restituisce l’ammontare dello zucchero totale, non i g/L. Naturalmente basta impostare 1 L nell’ Amount being packaged, oppure dividere l’ammontare totale di zucchero per il numero di litri, ma non si mai: conoscendomi nella foga del momento potrei anche imbottigliare a 120 g/L… 😅. Grazie anche per questo ottimo file.

  19. Ciao Frank, mi unisco agli altri nel farti i complimenti per l’ottimo articolo.
    Ho guardato la formula che c’è nel file excel (cella F14) e ho provato a farmi i conti. Considerando che lo zucchero da tavola ha una SG di 1.038,39 mi viene fuori che, disciolto in acqua, occupa un volume di 0,616 lt/kg.
    Nella formula, invece, trovo 0,629 che, a ritroso, mi darebbe per lo zucchero una SG di 1.037,1 dove sta l’inghippo???

    • Non ne ho idea, ma credo che non cambi assolutamente nulla su quantità così piccole (rientra nell’errore di misura del bilancino…). 🙂 Grazie per i complimenti, un saluto.

    • Secondo me il calcolo utilizza il peso specifico dello zucchero pari a 1,5879 g/cm3. Da questo, il volume viene 1/1,5879=0,629; ad esempio, per il destrosio il calcolo cambia perché varia il suo peso specifico che è di 1,56 g/cm3. Il file Excel vale per solo per lo zucchero a meno che non si cambi calcolo del volume nella cella F14.

      • Non serve variare il peso specifico tra destrosio e zucchero da tavola, sono inezie che influiscono praticamente zero sul risultato finalwe, ovvero la carbonazione percepita.

  20. Ciao Frank, scusa in anticipo per le domande abbastanza stupide…ovviamente io posso preparare anche più soluzione, esempio calcolando lo zucchero totale per 9 litri, anche se poi in realtà ne imbottiglio 8?nelle singole bottiglie è comunque entrata la giusta quantità di soluzione visto che un po mi sarà avanzata, giusto? 50 e 50 vuol dire 36 grammi di zucchero e 36 ml di acqua? (scusa veramente tanto per questa)

    • Puoi farne quanta ne vuoi, l’importante è che in ogni bottiglia metti i giusti millilitri calcolati dal sw. Le unità di misura sono ml e grammi, sì, ma ti conviene andare a peso. Metti il contenitore su una bilancia, pesi l’acqua giusta (1g=1ml), metti la tara e aggiungi i grammi giusti di zucchero.

  21. Grazie Frank, vorrei provare anche io dopo tante cotte che metto lo zucchero totale nel fermentatore dopo il travaso, l’ idea di dimezzare i tempi per imbottigliare mi piace parecchio.
    Ti chiedo…per la tua esperienza con questa tecnica hai mai riscontrato problemi con la rifermentazione della birra (senza aggiungere lievito da rifermentazione intendo) o altri problemi? è un procedimento che consigli? inoltre secondo te non bollire la soluzione di zucchero da tavola e acqua può portare problemi? perché secondo me se si bolle anche per pochi minuti la minima evaporazione non è cosi poi irrilevante visto le piccole quantità in gioco.

    • Il metodo lo trovo molto comodo, non mi ha mai dato problemi. Anche io prima non facevo bollire (usavo acqua in bottiglia) ma ora la faccio bollirr perchè mi fa sentire più tranquillo (anche perchè la bollitura togie un pò di ossigeno dall’acqua). Il fatto che evapori non è un problema: fai un pò di più di soluzionez poi quando è fredda pesi la soluzione: lo zucchero è rimasto lo stesso, quindi dal peso sai anche quanta acqua è rimasta. Reimposti il volume dell’acqua sul file e ti ricalcola in automatico le quantità da inserire in ogni bottiglia.

      • Ho capito, grazie. Bo l idea di travasare da un bicchierino al pentolino per poi ritravasare dopo aver bollito (il pentolino non riesco a usarlo sulla bilancina di precisione)non mi fa impazzire, rimarrebbe della soluzione indietro nei vari travasi…vorrei bollire anche io ma non farlo semplifica non poco le cose, hai mai avuto problemi quando non hai bollito?

  22. Ciao Frank, la tua siringa vaccinapolli funziona bene? Dalla foto che hai postato sembra la stessa che mi è arrivata a me oggi ma è un disastro…poco precisa nell aspirare la quantità giusta, per far uscire tutta la soluzione devo spingere lo stantuffo più volte e inoltre lo stantuffo non scivola bene ma gratta..

    • Mai usata. Buttata direttamente nel secchio. 🙂 mi trovo benissimo con una classica siringa da iniezioni da 5 ml (togliendo l’ago).

      • Ah ok, adesso mi torna😉 dopo un minuto che ce L avevo in mano ho perso le speranze anche io😂 vado oggi a comprarne una anche io da 5 ml classica…perché senza ago? Cambia qualcosa?

  23. Ciao Frank! Avrei una domanda da farti:
    Imbottigliando con Beer gun, per praticità si può dosare in ogni bottiglia zucchero e lievito insieme…o l’alta concentrazione di zucchero finisce col rovinare il lievito stesso.
    Grazie

  24. Ciao Frank! Volevo farti una domanda:
    Imbottigliando con Beer gun, per avere una maggior praticità, si può dosare zucchero e lievito assieme per il priming. O l’alta concentrazione di zucchero finisce col danneggiare lo stesso lievito?
    Grazie

    • Non credo, ma comunque io faccio due contenitori diversi per soluzione di priming e lievito reidratato in acqua. Poi sparo con siringa prima zucchero in tutte le bottiglie, poi lievito, e poi inizio a imbottigliare con beergun.

  25. Ciao… Intervengo nella discussione… Come fai all’inizio quando devi far partire il succhio con il sifone ad evitare di incamerare aria nelle bottiglie?? Puoi descrivere la procedura? Lo chiedo perché, a volte., quando non imbottiglio a freddo (mi riferisco in particolare a birre lager) e riporto a temperatura ambiente dopo lagerizzazione, di incamerare aria sopratutto all’inizio della fase di imbottigliamento quando devo far partire il flusso… Vero e’ che l’ossigeno incamerato viene consumato dal lievito in fase di priming ma vorrei evitare… Grazie un saluto

    • Con l’autosifone il flusso parte da solo spingendo in basso la parte interna del sifone, è fatto apposta. Aria non ne incamera, a meno ovviamente di quella presente nel tubo (ma basta buttare un pò di birra all’inizio o comunque segnare la prima bottiglia come primo assaggio, nel caso si ossidasse più delle altre). Per il resto con il sifone collegato all’asta da imbottigliamento non solubilizzi più ossigeno rispetto a quando passi per il rubinetto.

  26. Salve FRANK, complimenti per il sito.
    Devo imbottigliare 30 litri direttamente da un troncoconico dopo la winterizzazione, per evitare di siringare 2 volte, posso preparare la soluzione 50/50 priming 7gr/lt ed aggiungere la dose per 30 litri di F2 nella soluzione zuccherina (pari a poco meno di 2 grammi) direttamente nella soluzione?
    Ho questo dubbio perchè mi rendo conto che la soluzione ha una densità molto alta , non vorrei danneggiare le pareti cellulari del lievito secco F2 messo direttamente.
    Cosa mi consigli?
    Grazie in anticipo.

    • Io personalmente evito e faccio soluzione acqua e lievito per lasciarlo reidratare nelle migliori condizioni.

  27. Frank ciao e complimenti!
    Chiedo una cosa stupida forse, ovvero aggiungi ogni volta lievito per la rifermentazione in bottiglia?lo fai forse perchè con il cold crash precipita tutto?grazie
    Marco

    • Nella maggior parte dei casi non serve aggiungerlo (a meno che non si facciano lunghissime lagerizzazioni o fermentazioni di birre molto alcoliche), ma siccome aggiungerlo è semplicissimo e velocizza il riassorbomento di ossigeno durante la rifermentazione, io lo aggiungo sempre.

  28. Ciao Frank,
    complice il neoacquisto di un fermentatore troncoconico vorrei tornare al priming in bottiglia. Ho letto il tuo interessantissimo (come sempre) articolo e ho quindi scaricato il calcolatore che hai postat. Purtroppo però, mi dà l’errore #NOME? nella cella F15 e di conseguenza in quelle del risultato del priming in bottiglia. Ovviamente ho inserito i dati nelle celle gialle: gr/L, zucchero in grammi, acqua in ml e infine il numero di bottiglie in corrispondenza del formato. Secondo te mi sfugge qualcosa o è sorto un problema nella formula?
    Grazie mille

    • Ciao Gateano, probabilmente non usi Excel per aprire il documento. Prova a modificare la formula nella cella da “=SE.ERRORE(F12/F14;””)” a “=F12/F14”. Dovrebbe funzionare.

  29. Ciao Frank!
    Spero di fare cosa gradita alla Community aggiornando l’ottimo excel con le formule per la selezione del fermentabile e la determinazione della CO2/l disciolta in funzione della temperatura.

    Quest’ultima l’ho ricavata applicando una regressione del secondo ordine, la formula approssima piuttosto bene la tabella nel range.

    Non so se avevi pensato al file xls come “open source”, nel caso ti ho reso il tutto disponibile in lettura su Drive, se hai piacere fanne pure quello che vuoi 🙂

    Grazie per gli ottimi spunti!
    Alessio

    https://docs.google.com/spreadsheets/d/1CXTAHE4REmT5PBFzIC_kzVxcp12HjgvPK0mhSdS_r44/edit?usp=sharing

  30. Buondì, vorrei porti una domanda. Dopo aver imbottigliato la quasi totalità degli HB lascia avvenire il priming con le bottiglie in verticale; qualora non fosse possibile, per motivi di spazio ad esempio nella camera di fermentazione, quali rischi o controindicazioni porterebbe il far avvenire la rifermentazione in orizzontale (per poi riportare in verticale alla fine della rifermentazione)?
    Non so se è una cosa che non si fa perché tutti oramai fanno così o se ci sono stati studi e/o test per stabilire le differenze e quindi l’opzione orizzontale è scartata in seguito a questi ultimi.
    Grazie,

    • Nulla di grave, ma un paio di controindicazioni ci sono. In primis, se metti la bottiglia in orizzontale lo spazio di contatto tra spazio vuoto e birra è maggiore: questo può (ma non è detto) portare a una più veloce ossidazione. Secondo, mettendola in orizzontale ti si spalma il lievito sul alto, e non è detto che quando la rimetti dritta la “strisciata” di lievito si tolga dal collo (anzi è probabile che non accada). Questo ha due effetti negativi: 1) visivo, perché ovviamente non è bello a vedersi, inoltre è facile che versando la birra cadano pezzi di lievito nel bicchiere 2) il lievito che rimane esposto all’aria nella birra può prendere sapori e aromi sgradevoli, che quando la versi finiscono nella birra. Tutto ciò non è garantito al 100%, ma le probabilità che qualcosa vada più storto del solito ci sono 🙂

  31. Buonasera Frank. Complimenti per il blog e per gli ottimi spunti di riflessione. A breve vorrei imbottigliare anch’io da un troncoconico da 50L usando il sistema di priming in bottiglia ed evitando travasi intermedi. Unico dubbio che ho: la birra nel fermentatore non si stratifica durante la fermentazione? Ovvero, quando andrò ad imbottigliare avró mantenuto una certa omogeneità di birra tra le varie bottiglie?
    Grazie👋🏻

  32. Ok, sto approfondendo un attimo il discorso sul web e sembrerebbe che per i volumi che trattiamo in homebrewing la stratificazione sia trascurabile. Grazie del supporto💪🏽

    • Cmq in genere si parla della stratificazione dello zucchero dopo aver aggiunto il priming nella birra (in birrificio si mescola) ma non della birra in sè.

  33. Grazie Frank!!! Per me brewingbad è una bibbia! Da qui ho appreso molto e grazie ai tuoi fogli di calcolo e schemi è come se avessi un enciclopedia alla mano !
    Avrei una domanda: in questo blog si è parlato di priming in bottiglia, ma se volessi fare un priming unico per tutta la cotta in un keg (ad esempio), è meglio o peggio!?!?

    • Non è che sia meglio o peggio in assoluto. Si fa in bottiglia per evitare di travasare la birra prima di aggiungere lo zucchero di priming. Che sia keg o fermentatore in plastica, dovresti aggiungere zucchero e mescolare, quindi non puoi farlo nel contenitore in cui hai fermentato altrimenti rimetti in circolo tutto il fondo. Se travasi e fai priming nel fermentatore (o nel keg) va bene, è il metodo classico, ma io quel travaso me lo evito volentieri per evitare sbattimento e soprattutto ossidazione.

  34. Ciao Frank
    ti seguo sempre anche su Mash out! podcast. Avrei bisogno di un chiarimento.
    Vorrei fare una Doppelbock ma stavo cercando info sul priming. Mi è parso di capire che l’utilizzo del F2 sia consigliato dopo la lagerizzazione(il mio batch sarà da 23 lt con 6 bustine di S-23)perchè il lievito potrebbe essere stanco. Ma oltre al F2 in bottiglia ci devo mettere il destrosio? Oppure potrebbe bastare solo uno dei due?
    Grazie

  35. Ciao Frank buongiorno,
    ho un consiglio da chiederti inerente un priming eccessivo. Negli ultimi anni il numero di cotte è molto calato, e passa del tempo tra una e l’altra, così capita che qualcosa ogni tanto sfugge.
    Ho imbottigliato una settimana fa una Imperial Stout, con priming diretto in bottiglia tramite siringa. Ho fatto il calcolo tramite il tuo foglio excel, disciolto zucchero bianco in acqua e fatto bollire per cinque minuti. Dopo aver imbottigliato e messo le bottiglie a rifermentare mi sono accorto del danno. Non ho aggiunto acqua di bottiglia nuova nel pentolino dopo la bollitura per compensare l’evaporazione. Dopo una settimana l’igrometro segna 1,5bar pari a 2,2Vol di Co2, invece dei 1,8Vol che avrei voluto.
    Per evitare che la pressioni aumenti con il tempo, pensavo di stappare tutte le bottiglie, riattapparle con nuovi tappi e portarle a temperatura leggermente maggiore della precedente rifermentazione. Potrebbe essere una valida soluzione?
    Se la rifermentazione non è ancora terminata si dovrebbe riformare della Co2 nel collo della bottiglia. Magari avrò con il tempo una gasatura della birra inferiore, ma sempre meglio di una imperial stout troppo gasata…
    Scusa la lunghezza e grazie per le continue informazioni che divulghi

    • Sì, ci può stare. Per i prossimi priming ti consiglio di usare semplicemente acqua in bottiglia, senza bollire. Oppure pesare nuovamente il mix di acqua e zucchero dopo il raffreddamento per ricalcolare il dosaggio della soluzione di priming in ogni bottiglia (il peso dello zucchero rimane lo stesso, la variazione di volume e peso della soluzione è dovuta unicamente all’acqua)

  36. Buongiorno Frank;
    Stavo leggendo il libro ‘Fare la birra in casa’ e mi è sorto un dubbio:
    L’abbattimento della temperatura a fine fermentazione, viene eseguito prima o dopo l’inserimento dello zucchero di priming/ lievito nel fermentatore ?
    Per essere piu chiaro: prima abbatto la temperatura( per il deposito dei residui) e poi aggiungo lo zucchero/ lievito oppure prima aggiungo lo zucchero/ lievito e poi effettuo l abbattimento della temperatura del fermentatore??

    Grazie mille,
    PS: il libro è veramente interessante. Indispensabile ! Mi ha insegnato molto.

  37. Ciao Frank
    ti scrivo perchè ultimamente mi escono birre poco carbonate: l’ultima cotta ad esempio era una Koelch e la volevo tenere bella carbonata, ho usato il tuo tool excel ed ho confrontato i risultati con quello di Giovanni Sgabuzen e le quantità della soluzione erano le stesse, ma alla fine mi è uscita quasi piatta anche usando il lievito F2. Sinceramente non capisco come mai…

    • Non saprei cosa dire, sinceramente. Perdono i tappi? Oppure non ha rifermentato? Magari le tieni a temperature troppo basse? Quanti giorni hai aspettato prima di assaggiare e verificare la carbonazione?

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