Negli ultimi tempi avevo un po’ trascurato lo studio della nuova versione del BJCP (tradotta in italiano da MoBi). Uscita nel 2015, ha superato, finalmente, la storica versione rilasciata nell’ormai lontano 2008. Molti (io per primo) sono rimasti inizialmente confusi (se non addirittura delusi) da alcuni accorpamenti e ridefinizioni degli stili (per esempio la pilsner ceca non viene più chiamata bohemian pilsner ma czech premium pale lager).

Rileggendo però le linee guida con maggiore attenzione, ho trovato molti spunti interessanti. Propongo oggi un piccolo schema che mi sono fatto per fissare meglio in mente l’articolazione degli stili con alcune caratteristiche particolari che aiutano, secondo me, a fissarli in mente. Sono partito dallo studio delle fermentazioni tedesche, macro categoria dove sono state accorpate alte e basse fermentazioni secondo uno schema apparentemente complicato, ma in realtà non così assurdo se lo si guarda con attenzione.

 BCJP 2015 Germany

Previous articleBionda a chi? / Recensione
Next articleCome diventare un giudice del BJCP
Frank
Ingegnere elettronico prestato al marketing, da sempre appassionato di pub e di birre (in questo ordine). Produco birra in casa a ciclo continuo dal 2013. Insegno tecniche di degustazione e produzione casalinga. Sono un divoratore di libri di storia e cultura birraria. Dal 2017 sono giudice BJCP (Beer Judge Certification Program). Autore del libro "Fare la birra in casa: la guida completa per homebrewer del terzo millennio"

7 COMMENTS

  1. La mia personale fissa per la storia degli stili mi costringe a buttare lì una considerazione su come sia cambiato nel tempo il concetto di Kellerbier, e poi Nell’800 con Kellerbier ci si riferiva a quelle birre destinate a essere conservate per mesi nelle cantine (keller) dei birrifici, infatti spesso le si chiamava Sommerbier. Tali birre erano perciò sottoposte a un certo invecchiamento e tendevano a sgasarsi a causa della respirazione della botte. Oggi invece per Kellerbier si intendono birre non lagerizzate, ma solo fatte maturare in botticella e poi servite a caduta, giovani, non filtrate, e ovviamente un po’ torbide. Personalmente se ben fatte, le adoro.
    Venendo al BJCP, inutile dire che uccidere la Bohemian Pilsner è stato quantomeno antipatico 😀 😀 😀

    • In giro si trova anche un altra denominazione, ovvero le Zwickel, che al contrario delle Keller invece erano servite fresche e giovani. Il BJCP le accomuna, ma secondo me definirle uno stile è una mossa un pò azzardata. Storicamente hanno fatto un percorso, ma la differenziazione è più di processo piuttosto che di ingredienti.

      • giusto, la Zwickel! sì concordo, non ha molto senso parlare di stili in questo caso. Sarebbe un po’ come distinguere la stessa birra imbottigliata in contropressione o rifermentata in bottiglia 😉

    • Sulle bohemian scrivono una cosa vera: in repubblica ceca la pilsner è solo la urquell, le altre birre vengono indicate con altre denominazioni a seconda del grado alcolico e del colore (světlé etc…). Bohemian pilsner era un modo nostro di classificarle, tanto vale chiamarle czech lager. Ci sta, alla fine.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here