E anche tutta l’attrezzatura, finalmente, l’abbiamo racimolata.
Acquisti sparsi su:
- eBay (pentoloni Inox)
- Birramia (malti macinati, sifone e qualche piccolo attrezzo)
- Canevari (densimetri, lauter tun, scolabottiglie, sali per l’acqua)
- Amazon (bilancia, termometri, brocca graduata)
- Ikea (brocche e brocchette)
- Fratello di Simone (ci ha prestato fermentatori e qualche altra cosetta)
Amazon come sempre perfetto, Canevari insomma (molto forniti, ma ci hanno spedito la roba quasi due settimane dopo aver finalizzato l’ordine) e quelli di BirraMia abbastanza casinari.
Però alla fine è arrivato tutto, ed il salone di casa mia è diventato uno splendido birrificio in miniatura: siamo pronti.
Stasera si parte con lo starter di lievito (Wyeast Laboratories London Ale™ 1028): lo faremo fermentare una giornata per poi passarlo in frigo fino a domenica, per far depositare i lieviti sul fondo ed evitare di versare troppo estratto di malto nel nostro prezioso mosto all-grain.
Per la fermentazione del lievito useremo un barattolo da 2lt coperto con carta stagnola chiusa con elastico, come consigliano su vari siti. L’azione del lievito dovrebbe tenere lontani i germi anche senza gorgogliatore, lasciando passare più aria per l’ossigenazione. Così dicono, almeno.
Abbiamo deciso di preparare lo starter essenzialmente per due ragioni:
- primo, per essere sicuri di inoculare nel mosto un numero di cellule attive sufficiente (ma forse non sarebbe stato nemmeno necessario; almeno così dicono).
- secondo, verificare che il lievito funzioni bene ma soprattutto fare un po’ di pratica con sanitizzazione, bollitura, misura della densità, misura del pH etc, facendo questa micro birra chiamata starter.
Ché alla fine è la prima volta per entrambi che si fa una birra, e siamo partiti pure con la versione più complicata, una all-grain con correzione dell’acqua e monitoraggio del pH.
Faremo una porter, il nome ancora dobbiamo tirarlo fuori però.