Ho scoperto le Carbonation Cap diverso tempo dopo aver iniziato a smanettare con la contropressione. Ormai, non ne posso più fare a meno.

Mi sono reso conto di averne parlato solo saltuariamente nel blog, ad esempio quanto ho raccontato come le utilizzo per la pulizia dell’impianto di spillatura (link). Meritano un approfondimento, perché possono essere davvero utili per risolvere diversi problemi in modo immediato, intuitivo e anche economico.

La Carbonation Cap è quella nella foto sotto, la vendono in tutti gli store online (come, ad esempio, questo). All’inizio, acquistati quella in acciaio inox, convinto che fosse più duratura e comoda. Non lo è. La guarnizione interna spesso si posiziona male, generando perdite. Quella in plastica funziona senza guarnizione e tiene molto meglio.

Carbonation Cap in plastica e acciaio inox

Per alcune delle applicazioni che descrivo nel seguito è necessario acquistare anche il raccordo a Tee (quello a forma di T), da collegare a una seconda Carbonation Cap. Personalmente non lo uso quasi mai, ma può tornare utile in alcuni casi. Costa poco, si può acquistare anche se non siamo sicuri che lo utilizzeremo (link).

Vediamo quali sono le principali applicazioni di questi magici connettori.

Carbonazione rapida in bottiglia

Questo credo sia l’utilizzo per cui le Carbonation Caps sono state inventate, ovvero carbonare la birra in poche ore direttamente nella bottiglia. Non so quanti homebrewer le usino per questo scopo, ma il processo è abbastanza semplice.

Non è necessario il raccordo a Tee: è sufficiente utilizzare una singola Carbonation Cap. Lasciandola un po’ svitata, si fa scorrere anidride carbonica nella bottiglia per qualche decina di secondi, in modo da ridurre al minimo il contenuto di ossigeno.

Si riempie poi la bottiglia di birra non carbonata, direttamente dal fermentatore. Il trasferimento si può fare spingendo la birra con anidride carbonica, ma anche a caduta dal rubinetto di un fermentatore in plastica.

Si avvita quindi bene la Carbonation Cap e si mette la bottiglia in pressione a 30-40 psi. Si mette la birra in frigo – o nel congelatore, per fare prima – finché non si raffredda. La birra fredda assorbe anidride carbonica più facilmente. A questo punto, si agita per bene la bottiglia per far assorbire l’anidride carbonica.

La carbonazione sarà necessariamente un po’ approssimativa, si va a tentativi. Ma dopo un paio di giri a 30-40 psi la birra dovrebbe raggiungere una carbonazione soddisfacente.

A questo punto, si può semplicemente aprire la bottiglia e versare la birra carbonata nel bicchiere. Se la bottiglia è capiente e non si vuole ossidare la birra, si può anche tentare il servizio con anidride carbonica e bombola, direttamente dalla bottiglia.

In questo caso, è necessario il raccordo a Tee.

Servizio in contropressione da una bottiglia 

Questa opzione è piuttosto interessante, specialmente se si utilizzano bottiglie più grandi, da cui si possono spillare tre o quattro pinte di birra.

L’idea è quella di trasferire un po’ di birra dal fermentatore o dal fusto – magari anche già carbonata – per servirla poi a una festa o tra amici. In questo caso serve anidride carbonica di spinta, che si può gestire tramite bombole Sodastream o piccoli cilindri di anidride carbonica tipo questi.

Il funzionamento è identico a quello di un fusto: tramite il raccordo a Tee si allaccia il connettore per l’anidride carbonica di spinta, mentre alla Carbonation Cap che pesca dal fondo si collega il raccordo che finisce con un rubinetto (vanno benissimo quelli di plastica).

Anche questa è una cosa che non ho mai fatto, ma non escludo di provarla in futuro.

Inserimento di liquidi in contropressione nel fermentatore/keg

Come fare se vogliamo aggiungere liquidi a fermentazione finita? Un esempio posso essere le soluzioni per la chiarificazione, come acqua e gelatina; oppure, la soluzione per il priming, se abbiamo intenzione di rifermentare in fusto.

Le Carbonation Cap rappresentano la soluzione ottimale per questo problema.

È molto semplice. Per prima cosa, diamo la solita spurgata alla bottiglia facendo passare anidride carbonica, per qualche minuto, dal tubicino che arriva sul fondo.

Inseriamo quindi la soluzione nella bottiglia, assicurandoci che il liquido sia il più possibile privo di ossigeno. Consiglio di far bollire per almeno 5-10 minuti l’acqua della soluzione, in modo da ridurre l’ossigeno naturalmente solubilizzato nell’acqua (circa 8 ppm a temperatura ambiente, non poche).

A questo punto, chiudiamo la bottiglia con la Carbonation Cap collegata al tubicino che pesca dal fondo. Lasciamola leggermente svitata. Colleghiamo la bombola di anidride carbonica alla Carbonation Cap e spurghiamo di nuovo per qualche decina di secondi, facendo bubbling attraverso la soluzione contenuta nella bottiglia.

Avvitiamo bene e mettiamo in pressione con l’anidride carbonica, assicurandoci che il tubicino sia completamente immerso nella soluzione e che peschi dal fondo. La pressione della bottiglia deve essere maggiore di quella del fermentatore.

Colleghiamo quindi la bottiglia al fermentatore con gli attacchi adatti (nel mio caso, due connettori Jolly), lasciamo risucchiare e stacchiamo non appena la soluzione nella bottiglia finisce. Per evitare di pescare a vuoto quando la soluzione finisce, può essere comodo inserire in linea un rubinetto. Dovremmo pescare solo anidride carbonica una volta finito il trasferimento della soluzione, ma non è detto che non sia rimasta anche un po’ di aria nella bottiglia. Meglio non rischiare.

Una soluzione più comoda per fare la stessa cosa su piccoli quantitativi è riempire una siringa con la soluzione che vogliamo inserire, mettere la punta della siringa (senza ago) dentro l’estremità di un connettore Jolly (ci entra perfettamente), attaccare il connettore e spingere il liquido dentro premendo sulla siringa.

Pulizia/sanitizzazione di tubi o dell’impianto di spillatura

Seguendo lo stesso approccio di qui al punto precedente (ma stavolta senza necessità di eliminare l’ossigeno), possiamo utilizzare le Carbonation Cap con bottiglia per pulire la linea di spillatura.

Nella bottiglia inseriamo la soluzione per la pulizia (ad esempio acqua calda e ChemiPro Oxi o Removil), mettiamo in pressione, colleghiamo al rubinetto e apriamo, lasciando passare la soluzione nei tubi. Chiudiamo il rubinetto prima che la bottiglia si svuoti, sganciamo e lasciamo agire per il tempo necessario.

La stessa operazione si può ripetere con la soluzione sanitizzante o anche solo con anidride carbonica per spingere fuori i residui liquidi dai tubi una volta finite le operazioni.

Se i tubi sono molto lunghi, possiamo usare una bottiglia da 1,5 litri e collegare il raccordo a Tee, in modo da avere una spinta continua di anidride carbonica quando collegando la bombola a un raccordo e l’uscita del liquido all’altro.

Carbonation Cap collegata alla bottiglia di soda e al rubinetto di spillatura

Doppio blow-off

Un problema storico tra gli homebrewer è quello del risucchio di aria dal gorgogliatore quando si abbatte la temperatura a fermentazione finita. I gas contenuti nello spazio di testa del fermentatore si comprimono con la riduzione della temperatura, creando un effetto risucchio.

Se al fermentatore è attaccato un semplice gorgogliatore, verrà risucchiata aria (qualche volta assieme al liquido contenuto nel gorgogliatore). Se invece abbiamo collegato un blow-off, viene risucchiato direttamente il liquido che andrà così a finire nella birra.

Se il contenitore è chiuso ermeticamente – come possono esserlo un keg o un Fermzilla – è sufficiente scollegare il blow-off prima di procedere con l’abbattimento di temperatura. Questo tipo di fermentatori reggono tranquillamente la lieve pressione negativa che si forma all’interno. Per stare sicuri, è comunque bene mettere leggermente in pressione il fermentatore (5-10 psi) prima di partire con l’abbattimento di temperatura.

Se però si utilizza un fermentatore classico senza chiusura ermetica, il problema del risucchio dell’aria o del liquido rimane.

Le Carbonation Cap possono risolvere anche questo inconveniente. Usiamo la bottiglia con due allacci e il raccordo a Tee. Sarà sufficiente collegare l’uscita del fermentatore (quella a cui viene collegato il blow-off) a una delle due Carbonation Cap, stavolta senza tubicino che arriva al fondo. All’altra Carbonation Cap colleghiamo un tubo che finirà in un contenitore con il solito liquido che useremo come blow-off.

In questo modo, la bottiglia si riempirà di anidride carbonica durante la fermentazione, svuotandosi dall’aria tramite l’uscita che finisce nel bicchiere con il liquido del blow-off.

Quando avvieremo l’abbattimento di temperatura, verrà risucchiata anidride carbonica dalla bottiglia, che a sua volta risucchierà il liquido dal secondo contenitore (quello che faceva le bolle durante la fermentazione). Questo però non sarà un problema perché il liquido finirà sul fondo della bottiglia che per il resto sarà satura di anidride carbonica. Sarò questa a essere risucchiata nel fermentatore durante l’abbattimento, senza creare problemi.

Un metodo intelligente che, devo essere sincero, non ho mai utilizzato. Quando ho realizzato che l’aria che rientrava nel fermentatore potesse essere un serio problema, ero già passato all’utilizzo dei keg per fermentare (link).

Svuotare tubi e connettori dall’aria

L’ho messa come ultima, ma in realtà è una delle applicazioni per cui utilizzo maggiormente le Carbonation Cap.

Quando trasferisco la birra da un keg (fermentatore) all’altro, il primo passaggio della birra nel tubo e nei connettori porta con sé aria che, se lasciata libera di fluire, entrerebbe nel fusto ricevente.

Fino a qualche tempo fa, per spurgare il tubo e i connettori dall’aria, premevo con il retro di un cucchiaino sul pirulino del connettore, facendo uscire la birra “a spruzzo” dentro una ciotola. Non era proprio comodissimo.

Ora, invece, collego il connettore alla Carbonation Cap e lascio fluire i primi 100 ml di birra nella bottiglia di coca-cola. Pulito. Senza schizzi. Poi stacco il connettore dalla Carbonation Cap, lo aggancio al fusto e lascio andare il flusso.

 

4 COMMENTS

  1. mmmm
    il filetto delle bottiglie di acqua, quelle più pesanti che a volte si trovano ( a memoria mi pare Levissima), è uguale a quello delle bibite?
    perchè una volta, tempo fa, ho messo acqua in una bottiglia, vuota e sciacquata, di aranciata.
    il giorno dopo l’acqua aveva un leggero gusto di aranciata.
    non vorrei che le mie birre sentissero di cola…

    • No, la filettatura delle bottiglie dell’acqua è diversa. Ma se lavi bene le bottiglie di cola, la soluzione non prende ul sapore. Soprattutto, non è che la lasci dentro tutta la notte: ci starà dentro qualche minuto, prima di finire nel fermentatore/keg.

      • intendevo proprio la birra, non la soluzione.
        ma se lo fai da tempo immagino che non ti sia mai successo, quindi sdoganiamo le bottiglie di bibita uso birra.

        • Ah, non avevo capito. Non le ho mai usate in quel senso, ma non credo si possa avvertire tutta questa differenza. Poi, certo, dipende dalla bibita che c’era prima. La coca cola è abbastanza neutra di sapore second me, un’aranciata di quelle “sintetiche” magari è più aggressiva nei sapori.

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