Imbottigliare birra autoprodotta è noioso, questa è cosa nota. Da quando sono passato alla contropressione, ho cercato di ridurre il più possibile la quantità di birra che metto in bottiglia. Non posso eliminare del tutto le bottiglie, perché servire – e quindi bere – tutta la birra che produco direttamente dal fusto non è fattibile: dovrei bermi ogni volta 10 litri della stessa birra nel giro di un paio di settimane al massimo. Cosa volendo non così assurda per birre dal tasso alcolico contenuto, ma mi impedirebbe praticamente di assaggiare altro. Insomma, un po’ di bottiglie mi tocca necessariamente farle.

Se imbottigliare di per se’ è tediante, passare in bottiglia birra già carbonata lo è ancora di più: il processo rallenta parecchio, per riempire ogni bottiglia serve attenzione e alcuni passaggi, come saturazioni e desaturazioni ripetute della bottiglia, non si possono saltare. Per ridurre lo sforzo – e la noia – ormai il mio approccio è quello di mettere la birra in fusto, tutti i 10 litri che produco, berne un po’ alla spina e passarne successivamente 4-5 litri in bottiglia, già carbonati, nei ritagli di tempo. Questo mi dà molta flessibilità, evitandomi la classica mattinata  di imbottigliamento a cui mi dedicavo quando imbottigliavo l’intera cotta, rifermentando. Qualche volta rifermento tuttora, ma sono le eccezioni piuttosto che la regola.

Da quando utilizzo i fusti ho provato diversi sistemi di imbottigliamento: dal più pratico iTap all’asta cinese in contropressione, affidandomi alla Beergun Blichmann per la birra non carbonata che devo rifermentare. Il metodo che preferisco e che mi sembra funzionare meglio, per imbottigliare birra già carbonata, è l’asta cinese (qui un confronto tra i tre metodi). Tuttavia, anche se ormai imbottiglio al massimo 10-15 bottiglie per cotta, il riempimento è abbastanza lento e la preparazione del tutto, sebbene ormai mi sia abbastanza organizzato, richiede un po’ di tempo. Devo dire che dopo aver acquistato il raccordo Jolly per il rubinetto da Beer & Wine (questo), che mi permette di collegare l’asta direttamente alla spina, il setup è ulteriormente migliorato. Quando imbottiglio non apro nemmeno il frigo, collego il tubo alla spina e via.

Era tuttavia da un po’ di tempo che puntavo un sistema simile, ma ancor più comodo: il Tapcooler. Si tratta sostanzialmente di un’asta cinese, costruita un po’ meglio (soprattutto quasi completamente disassemblabile), che si collega direttamente alla spina, senza tubi. In Italia purtroppo non si trova. Lo avevo visto su The Malt Miller, sito inglese su cui ero solito acquistare attrezzatura prima della Brexit, poi ho smesso per ovvie ragioni. In Europa lo avevo trovato anche su siti svedesi, ma con costi di spedizione proibitivi. Mi ero messo in attesa, finché dopo una puntata di MashOut! Podcast, nella quale con Daniele avevamo parlato proprio di questi sistemi, il buon Maurizio Romiti mi segnalò che un attrezzo simile, prodotto dalla Kegland, è facilmente acquistabile per una quarantina di euro su Aliexpress, spedizione inclusa (link). Preso dall’entusiasmo, sono corso sul sito cinese e ho fatto l’acquisto. Lunedì, dopo meno di dieci giorni, è arrivato. Ieri mi sono ritagliato una mezz’ora e l’ho messo alla prova con una mediocre Irish Red Ale che ho alla spina, di cui mi sono abbastanza stufato. Ho provato a fare qualche bottiglia al volo, per vedere come si comporta lo strumento.

Come si vede dalla figura sotto, la forma è simile a quella della famosa asta cinese, meno accroccata e soprattutto completamente smontabile. Uno dei grandi difetti dell’asta cinese, infatti, è proprio quello di non poterla smontare per verificare che non ci siano accumuli di sporcizia all’interno. La lavo sempre subito dopo averla usata, facendoci scorrere acqua calda e poi lasciandoci dentro acqua e Chemipro Oxi (a volte Removil) grazie a una bottiglia di Coca Cola su cui applico le Carbonation Cap, quindi dovrebbe mantenersi abbastanza pulita. Ma il fatto di non poterla disassemblare senza romperla (credo le varie giunture siano tenute da resina epossidica o qualcosa di simile) mi ha sempre disturbato. L’asta Nukatap invece si smonta completamente, l’unica cosa è fare attenzione a non lasciar cadere i micropezzi nello scarico del lavandino.

La piccola asta in acciaio inox è telescopica, quindi si adatta bene sia alle bottiglie da 33cl che a quelle da 50cl, toccando sempre il fondo. Al raccordo John Guest a destra si collega il tubo della CO2 che viene dalla bombola, il connettore nella parte superiore si infila direttamene dentro al rubinetto. È pensata per i rubinetti a chiusura frontale, Intertap o Nukatap, ma potrebbe entrare bene anche in altre tipologie di rubinetto. Nel mio caso ho sia Intertap che Nukatap, ovviamente vanno benissimo.

La rondella sulla sinistra in foto si gira per far uscire la CO2 durante il riempimento, il piccolo piruletto nel centro, se tirato, fa uscire la CO2 in un solo getto. L’ingresso dell’anidride carbonica si attiva spingendo il piccolo pulsantino sulla destra, comodissimo. I passaggi per imbottigliare sono identici a quelli che si fanno con la pistola cinese, ma la comodità di collegare questo attrezzo direttamente al rubinetto è incredibile. Ovviamente esce un po’ di birra, soprattutto schiuma, quando la bottiglia si riempie. È sufficiente mettere una bacinella sotto per raccogliere le gocce e non sporcare il pavimento.

La piccola asta Nukatap è anche molto comoda da sanitizzare e pulire visto che si smonta completamente. Con il tubo telescopico chiuso entra anche in una piccola brocchetta, ma non sono sicuro che la soluzione sanitizzante riesca a passare bene all’interno dei vari tubi. Ho usato quindi un contenitore in plastica per gli spaghetti acquistato su Amazon, che riempio con 2 litri di acqua e Starsan. L’asta ci entra alla perfezione.

Prima di partire con l’imbottigliamento, ho rimosso la parte anteriore del rubinetto per lavarla bene e sanitizzarla. Con uno spazzolino ho pulito anche l’uscita della spina, dove poi ho spruzzato una soluzione di acqua e alcol al 70% per sanitizzare (va bene anche lo Starsan, ovviamente).

Una volta sanitizzato il tutto (ci ho messo dieci minuti, non di più), ho collegato l’asta al rubinetto e ho fatto tre bottiglie da 33cl. Tutto è filato assolutamente liscio, come se utilizzassi la classica asta cinese:

  • si spara CO2 nella bottiglia dal fondo per qualche secondo, lasciando una piccola fessura tra collo e tappo in silicone per far uscire l’aria
  • si spinge verso l’alto la bottiglia spingendo con la mano sul fondo
  • si pompa CO2 per metterla in pressione (la stessa che spinge la birra fuori dal fusto),
  • si apre prima il rubinetto della spina e poi si svita piano la rondella sul lato dell’asta per far fluire lentamente la birra senza fare schiuma
  • sul finale si può addirittura spingere il pulsantino sulla destra per dare una botta di CO2 e favorire la formazione di schiuma

Una volta che la bottiglia è riempita, si tira il piruletto per desaturare ed evitare di prendere schizzi in faccia quando si toglie la bottiglia. Con un paio di colpetti della bottiglia sul pavimento (nella bacinella, che è di gomma) la schiuma sale fino al collo. Si tappa sulla schiuma e il gioco è fatto. Una comodità disarmante.

La pulizia facilissima. Si sciacqua subito con acqua calda, poi si smontano i pezzetti che si possono lavare con acqua e sapone. Un piccolo scovolino entra tranquillamente nel tubo telescopico, garantendo una pulizia accurata anche solo con acqua e sapone. Due minuti e la pistola è pulita.

Che dire, sono davvero contento di questo nuovo acquisto. Se devo proprio trovare un lato negativo, forse alla lunga dover tenere le bottiglie premute contro il tappo in silicone in quella posizione stanca un po’ il braccio. Con l’asta cinese posizionata su un supporto si fatica leggermente meno. Ma parliamo di piccole differenze. Tra l’altro, l’asta Nukatap arriva con diversi allacci John Guest in dotazione che la possono trasformare in un’asta autonoma con linea della birra in ingresso, semplicemente sostituendo all’adattatore inox in alto un John Guest. A quel punto si può installare su un supporto esattamente come l’asta cinese.

Per me lo strumento definitivo per imbottigliare birra già carbonata. Permette anche di fare un paio di bottiglie al volo se per esempio si vuole portare la birra che si ha alla spina in assaggio a un amico. In quel caso si può anche evitare di sanitizzare dato che la birra verrà consumata nel giro di poco, riducendo le operazioni di imbottigliamento a qualche minuto.

Nel video della Kegland trovate spiegate per bene le modalità di funzionamento. Sono sicuro che presto quest’asta arriverà anche negli store italiani. Lo spero. Viva la Kegland!

 AGGIORNAMENTO  Provando a imbottigliare una seconda birra, stavolta più carbonata (una Pilsner da circa 2.5 volumi) ho avuto qualche problemino con il piruletto che regola l’uscita di anidride carbonica dalla bottiglia (quello sulla destra nella foto sotto). La molla che lo tiene premuto sull’uscita della CO2 è infatti molto morbida, credo sia pensata per allentarla anche semplicemente svitando la rondella che circonda il pirulino. Il problema, per quello che ho sperimentato, è che con carbonazioni più alte, quando serve una maggiore contropressione all’interno della bottiglia per non far schiumare (nel mio caso circa 13 psi), la molla non regge e lascia uscire anidride carbonica, desaturando parzialmente la bottiglia. A meno che non si tenga il pirulino premuto con la mano, ma il tutto diventa decisamente più scomodo.

Ho risolto aggiungendo un’altra molla, presa in prestito dai connettori jolly (quelli grigi o neri). In questo modo non si riesce ad allentare il pirulino svitando la rondella, ma almeno la molla mantiene la bottiglia in pressione prima del riempimento, evitando formazione eccessiva di schiuma. È sufficiente poi alzare il pirulino con la mano mentre scente la birra, e il gioco è fatto. Molto comodo.

16 COMMENTS

  1. Ciao! E’ possibile connettere il sistema a birra proveniente direttamente da fermentatore (ad esempio fermzilla), utilizzandolo esattamente come l’asta cinese o è studiato per connettersi esclusivamente a rubinetti dei keg?

  2. Ciao Frank, nella classica pistola cinese c’è anche un’uscita sotto alla rotella della desaturazione dove a volte esce schiuma o birra. Io collego a questa uscita un tubicino che arriva ad un vaso/serbatoio così da raccogliere questa schiuma senza sporcare. Nel nukatap invece non vedo niente del genere nella rotellina di sinistra. È per questo che usi la bacinella sotto? Sinceramente non mi sembra un dettaglio da poco, avere la pistola che si sporca di birra oppure riuscire a tenere tutto pulito come con la pistola cinese classica. Ciao!

    • Sì, come ho scritto qualche goccia cade. Ma nulla di particolarmente rilevante. Si evita pure di avere un altro tubicino in giro. In questo caso si spinge su praticità e maneggevolezza, che sono al top. Qualche goccia nella bacinella non mi da grande fastidio, sinceramente. Poi, sempre come ho scritto, se uno deve fare 30-40 bottiglie sicuramente meglio mettersi su una postazione con l’asta classica, ma per farne relativamente poche in poco tempo, per me questa rimane comodissima. Vedremo con più utilizzi nel tempo come va.

  3. Ciao Frank, uso la classica pistola cinese ma volevo passare all I tap poi mi sono imbattuto in questo tuo articolo. Non sembra male questo aggeggio forse un po scomodo alla lunga.Consiglieresti questo oppure l Itap, tieni conto che ho un keezer e potrei sostituire una via mettendoci l i tap e lavorare molto più comodamente. In termini di ossidazione qual è più sicuro? Ciao

    • Per me i sistemi che riempiono dal basso, come questo o l’asta cinese, sono intrinsecamente meglio di iTap, che riempie dall’alto. A meno che non si applichi il vuoto prima di riempire, ma questo a mio avviso complica eccessivamente il setup e le operazioni di imbottigliamento. Io iTap ce l’ho, se vuoi te lo posso vendere, usato una volta sola. 🙂

  4. Ciao Frank, al posto della molla del connettore jolly, ho usato un pezzetto di tubo col diametro interno uguale a quello del pirulino e che entra nella ghiera. In questo modo ho ottenuto uno spessore in grado di dare un precarico alla molla e farla lavorare in regolazione anche con le pressioni più alte.

  5. Ciao Frank,
    scusa se la domanda è stupida: se ho capito bene useresti questo strumento solo per birre già carbonate…non andrebbe bene anche per birre che rifermentano? Oppure ho interpretato male?

    • Potrebbe andar bene, ma in quel caso andrebbe bene anche la classica pistola cinese che si riesce a fissare meglio a un supporto. Questo è comodo quando è inserito nel rubinetto per spillare, da cui in genere esce birra già carbonata.

  6. Ciao Frank, ma volendo si riesce a imbottigliare anche attaccando il rubinetto direttamente al fermentatore?

    • Direi di sì, ma non so se a quel punto è più comoda la classica asta cinese per la contropressione. Si perde un po’ il senso nell’usare questo aggeggio.

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