Confesso di aver atteso con ansia questo libro per mesi. Forse questa attesa esagerata ha alzato le mie aspettative al punto da poter essere difficilmente soddisfatte. E così è successo: devo dire che la lettura mi ha lasciato alquanto indifferente. Ammetto di non aver avuto la forza di leggerlo tutto: ho saltato (o quantomeno ho scorso velocemente) non pochi paragrafi. Anche quelli che ho letto fino in fondo mi hanno coinvolto poco e soprattutto mi hanno trasmesso poche informazioni.
Forse sapevo già troppe cose? Bah, non credo proprio: il malto è uno degli ingredienti più trascurati della birra. Se ne sa poco, c’è poca letteratura e le informazioni sono molto frammentate. La mia curiosità era tanta, ma non è stata granché soddisfatta.
In primo luogo c’è da dire che delle 300 pagine del libro, una ottantina si perdono in appendici numeriche di dubbia utilità per un homebrewer: liste dei malti disponibili in US, lista della capacità dei maltifici e robe del genere. Forse sono informazioni maggiormente indirizzate ai birrifici, il che può anche starci dato che il libro è edito dalla Brewers Publications.
Ma insomma, io personalmente non le ho trovate molto utili.
C’è poi una prima parte dove viene raccontata la storia del malto: dove è nato, chi l’ha scoperto, come si sono evolute le diverse varietà. Interessante, certo, e anche necessaria in un libro del genere; però, insomma: non la definirei proprio coinvolgente. Ma anche questo è un parere del tutto personale. Arriviamo quindi ai capitoli dedicati ai metodi di produzione del malto: purtroppo non dicono molto più di quello che si trova in rete o sui libri che trattano l’homebrewing in maniera leggermente più approfondita (tipo How to Brew di John Palmer, per dirne uno). Si susseguono poi racconti di visite a malterie americane, piuttosto piatte e poco informative.
Anche per quanto riguarda la chimica dei malti, i temi trattati saranno probabilmente già noti a chiunque abbia approfondito un minimo la chimica del mash e della fermentazione. Non mi ritengo un esperto planetario né sono lontanamente un biochimico, ma le informazioni che ho trovato in questo libro le avevo lette già altrove (anche semplicemente navigando in rete).
Chiudiamo con quello che a mio avviso avrebbe dovuto essere il capitolo fondamentale, ovvero quello che descrive le diverse tipologie di malto: tredici paginette con una descrizione di dieci righe per malto. Informazioni per lo più note e, di nuovo, facilmente reperibili in rete.
Sarà che forse già sapevo alcune cose, ma questo libro mi è sembrato piuttosto scontato e poco coinvolgente. Diciamo che se non sapete nulla sul malto potrà esservi indubbiamente utile. Se ne sapete già qualcosa e cercate un certo livello di approfondimento e soprattutto un approccio utile agli homebrewers, a mio avviso meglio cercare altrove.
Grazie Frank! era quello che temevo in effetti. Speravo davvero di trovare un libro fatto bene sul malto. Anche a me interessava nello specifico che parlasse dei singoli malti e delle loro caratteristiche peculiari. Ma forse se ne sa davvero poco ancora.
Confido molto nel nuovo libro di Randy Mosher, che da quanto ho capito dovrebbe avere una interessante sezione sui malti.
Concordo totalmente con il tuo giudizio Frank. Il libro è una vergogna! Sembra scritto di corsa proprio per fare cassa sfruttando il successo delle altre monografia della collana (Yeast rimane il più bello e utile). Consiglio per tutti: non compratelo! Sono veramente soldi buttati via.
Appena terminato di leggere…..confermo le tue impressioni:DELUDENTE!!!
Adesso inizio quello dedicato ai luppoli sperando sia più utile
Devo dire che non ho particolarmente amato nemmeno quello sui luppoli. Delle quattro monografie, secondo me, le più utili e interessanti sono quella sul lievito e quella sull’acqua. Buona lettura!