Qualche tempo fa, l’amico homebrewer Claudio Neri mi ha proposto di fare una birra a quattro mani. La sua idea era di sviluppare insieme la ricetta per una porter da spedire a Londra in occasione del concorso Black Friday Homebrew Competition,  che si svolge in UK ed è patrocinato dalla American Homebrewers Association.

Il nome del concorso è ispirato al Black Friday, il giorno successivo al Thanksgiving. In America, il Black Friday sancisce ufficialmente l’inizio della stagione natalizia. Questa giornata si festeggia anche in UK, dove alcuni grandi negozi propongono una giornata di saldi. Il concorso non c’entra nulla con i saldi né con lo spirito natalizio; si ispira piuttosto all’aggettivo black presente nel nome della festività. Gli stili in gara, infatti, vedono protagoniste birre di colore scuro con un significativo utilizzo di malti tostati. Con riferimento al BJCP 2015, gli stili che possono partecipare al concorso sono i seguenti:

3D Czech Dark Lager 8B Schwarzbier 9C Baltic Porter
13C English Porter 15B Irish Stout 15C Irish Extra Stout
16A Sweet Stout 16B Oatmeal Stout 16C Tropical Stout
16D Foreign Extra Stout 20A American Porter 20B American Stout

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La prima fase della competizione si terrà il 24 novembre. In questa serata verranno elette le migliori birre per ogni stile che passeranno alla seconda fase, chiamata Best of Show. Questa seconda fase si terrà, appunto, il giorno del Black Friday (venerdì 27 novembre, sempre a Londra). 105 le birre in gara (la competizione ha registrato il tutto esaurito).

Io e Claudio abbiamo scelto di partecipare nella categoria 13C English Porter. Insieme abbiamo creato una ricetta che potesse rappresentare un buon mix tra la Dark Passenger di Brewing Bad e una collaudata ricetta di Claudio. L’idea iniziale era di produrne due versioni: una con il mio impianto e una con il suo,  magari con qualche sottile differenza. Alla fine, per mancanza di tempo, ne abbiamo brassata una sola versione utilizzando l’impianto di Claudio con tecnica BIAB. Abbiamo però pensato che sarebbe stato interessante dividere il batch in due e usare lieviti differenti per la fermentazione. Ieri sera ci siamo incontrati con Francesco Cassone e Francesco Stefanelli (giudici ADB) e con il nostro Stefano al Beerstyle Beershop (che ci ha gentilmente ospitato) per assaggiare insieme le birre e decidere quale delle due versioni spedire al concorso.

Per la fermentazione, abbiamo scelto due lieviti simili ma leggermente diversi, entrambi della Wyeast: il London Ale (1028) e il London Ale III (1318). Le descrizioni che troviamo sul sito della Wyeast non ci dicono granché, se non che il primo dovrebbe essere leggermente più attenuante del secondo.

London Ale Wyeast

Dopo il raffreddamento abbiamo diviso il mosto in due fermentatori: io ne ho presi 12 litri e Claudio 25 litri. Abbiamo ossigenato entrambi i mosti con bombola di ossigeno per un minuto e inoculato i due differenti lieviti (entrambi fatti moltiplicare adeguatamente tramite starter). Io ho preso la mia parte e me la sono portata a casa.

London Ale 3

Una volta messi nelle camere di fermentazione, abbiamo seguito due profili di fermentazione leggermente differenti. Io ho imbottigliato qualche giorno prima, dopo un abbattimento di tre giorni (tanto la limpidezza non è un fattore fondamentale in questo stile). Claudio ha preferito abbattere qualche giorno in più.

 Yeast Battle - Temperature_v2

La FG è in linea con le specifiche di attenuazione dei due lieviti: come da scheda, quella fermentata con il London Ale (1028 ) ha attenuato leggermente di più.

Entrambi abbiamo carbonato a 1.7. Claudio ha imbottigliato qualche giorno dopo di me. Le bottiglie che abbiamo assaggiato ieri sera avevano circa un mese di bottiglia (le mie qualche giorno in più, quelle di Claudio qualcuno in meno). Come primo esperimento, ho somministrato le birre all’esame di Claudio nel classico test a triangolo: tre bicchieri di cui due riempiti con la mia versione e uno con la sua. Ovviamente lui non sapeva cosa ci fosse nei bicchieri. Entrambi avevamo già assaggiato a casa le nostre rispettive versioni.

Test a triangolo.

VALUTAZIONE

Dal punto di vista visivo, ovviamente le due birre apparivano molto simili. La versione fermentata con London Ale 1028 aveva una schiuma meno persistente, meno fine e meno compatta. Questo dimostra che, a parità di base maltata, la schiuma può essere sensibilmente diversa a prescindere dall’utilizzo di stratagemmi quali aggiunta di fiocchi o carapils (in questo caso non abbiamo usato fiocchi). La qualità della schiuma può dipendere anche dalla fermentazione (a volte il lievito può rilasciare sostanze che “smontano” la schiuma) o anche semplicemente dal tempo di maturazione (la schiuma dovrebbe stabilizzarsi un po’ con il tempo, la versione di Claudio aveva qualche giorno in meno).

Al naso le due birre appaiono simili ma in qualche modo differenti. Claudio ha percepito subito la differenza di aroma tra i primi due bicchieri (che effettivamente contenevamo due birre diverse) ma non era convinto sul terzo bicchiere. Questo evidenzia come i due aromi fossero comunque molto simili tra loro. Al palato le birre ci sono sembrate piuttosto diverse sull’attacco: quella di Claudio è più morbida e ha un tostato più leggero, la mia versione è maggiormente intensa e presenta un tostato misto a qualcos’altro che non abbiamo saputo descrivere. Questo non pregiudica la bevuta ma rende la mia versione meno morbida. Il finale in entrambi i casi è di cioccolato/nocciola, delicato e piacevole. Non abbiamo notato differenze particolare riconducibili alla FG diversa tra le due birre.

Dopo il test a triangolo abbiamo assaggiato la birra insieme ai giudici, cercando di descrivere meglio le differenze:

Porter Black Friday - Risultati_v2

CONCLUSIONI

Alla fine, dopo diversi giri di assaggi, distinguere le due birre è diventato abbastanza facile. La versione con London Ale III (1318) ci è sembrata meno gradevole seppure non presentasse difetti evidenti. La nota caffettosa al naso è molto più decisa nella versione fermentata con London Ale (1028), il che ci è sembrato molto più in linea con lo stile. Anche al palato la birra fermentata con London Ale (1028) ci è sembrata più gradevole e in stile rispetto all’altra.

Certo non si tratta di un esperimento scientificamente esatto ma è stato comunque molto interessante notare come alcune differenze, che in altre situazioni avremmo sicuramente attribuito ai malti o al mash (astringenza, quantità di malti tostati), in realtà siano da attribuire alla fermentazione. Sebbene nessuno dei due lieviti fosse particolarmente presente in termini di aromi e sapori, le due birre presentavano delle differenze veramente interessanti.

Alla fine abbiamo deciso di spedire al concorso la birra fermentata con London Ale 1028. Ci sembra una buona porter, anche se non da Best Of Show. Confidiamo in un piazzamento onesto tra le 105 birre in gara (qui i risultati con  qualche commento).

11 COMMENTS

  1. Wow ragazziiiiiii!! c avrei una serie di domande da porvi. Questi esperimenti mi esaltano!! La prima assoluta è: l’esperimento non avrebbe dovuto avere lo stesso andamento di temperature di fermentazione per essere ancora di più rappresentativo? o ancora se diverso per temperature cmq mantenere lo stesso profilo a temperatura intermedia nei range affinchè entrambi potevano lavorare in eguali condizioni di stress qualora ce ne fosse stato?? Il III non rilascia aromi più fruttati in questo caso semplicemente perchè ha fermentato a T più alta liberando più esteri?
    Poi il decadimento di temperatura (perchè l avete fatto?? non serve solo a “limpidizzare”??) (il tuo dura due giorni e quello di claudio sembra dai grafici più repentino) non può incidere su (tiro a caso) schiuma o su altri fattori (lieviti che si addormentano subito nel caso di claudio e i tuoi che devono contare le pecore per addormentarsi)??

    • Dunque, domande interessanti. Per quanto riguarda il profilo della fermentazione, certamente avremmo potuto usare le stesse temperature. Ma dato che non ci volevamo ridurre a un mero esperimento, ognuno ha scelto la sua in base all’esperienza e alle specifiche del lievito (il London Ale III ha un range più stretto di temperature e più alto).

    • Sulla discesa repentina, conta che quello nell’immagine è un grafico costruito a posteriori. Io ho messo anche la mia temperatura di mezzo nella discesa, ma anche claudio avrà fatto qualcosa di simile. La discesa non può essere comunque troppo rapida visto che abbiamo due frigo normali, più di tanto non gliela fanno.

    • L’abbattimento serve sempre: aiuta a far depositare impurità varie (lievito, luppolo, proteine) e fa comunque bene a mio avviso. Io l’avrei fatto anche di più giorni (tipo claudio) ma come al solito avevo tempi stretti e non potevo aspettare un’altra settimana prima di imbottigliare (in mezzo alla settimana non c’ho proprio tempo). smile emoticon

  2. Esperimento interessante. Tempo fa lo feci anch’io con un apa ed effettivamente le differenze si sentono anche utilizzando lieviti più “puliti”. Beh cmq in bocca al lupo per il concorso. Facci sapere come vi siete qualificati 😉

    • Ah ah, buona idea. Ma chissà quanto aumenterebbero le spese di spedizione (che già sono altine!). 🙂

    • Birra valutata senza difetti e buona, ma non abbastanza incisiva. Più tardi pubblicherò un post con qualche considerazione. Voto 27/50.

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