Sono ormai diversi anni che produco birra in casa e fortunatamente non ho avuto ancora il (dis)piacere di imbattermi nella fioretta, una delle infezioni più temute dai produttori casalinghi di birra. A parte qualche passo falso nelle prime cotte, nel corso della mia vita da homebrewer non ho avuto a che fare con molte infezioni: me ne sono capitate un paio in più di 50 cotte. In entrambi i casi mi sono reso conto, troppo tardi, di non aver prestato la giusta attenzione alla pulizia e sanitizzazione dell’attrezzatura. Errori assolutamente da non ripetere.

Eppure, nonostante certe cose dovrebbero essere ovvie,  leggo continuamente racconti di homebrewers flagellati dalle infezioni più incredibili. Come è possibile? In realtà credo che bastino alcuni piccoli accorgimenti per evitare contaminazioni nel mosto. Premesso che secondo me non c’è bisogno di ricorrere ai prodotti chimici aggressivi che utilizzano i birrifici, è anche vero che probabilmente il solo ChemiPro Oxi a volte non è sufficiente. Come ho scritto in un altro post, io mi trovo molto bene con candeggina e ChemiPro Oxi. Di metodi e prodotti per sanitizzare ne esistono molti altri, avete solo l’imbarazzo della scelta. Il punto, però, è che anche il migliore dei prodotti diventa inefficace se non si seguono delle buone pratiche.

Provo a elencare qui sotto i piccoli accorgimenti che nel mio caso hanno fatto la differenza.

 PULIRE MANIACALMENTE TUTTO. SEMPRE.  A prima vista può sembrare un consiglio ovvio e scontato, ma vi garantisco che non lo è. Inizialmente anche io ero convinto di pulire a sufficienza la mia strumentazione, fino a quando non è arrivata la prima infezione. Allora ho rivoluzionato il mio modo di pulire, andando veramente a fondo su tutta la strumentazione (soprattutto su quella usata a freddo per fermentazione ed eventuali travasi). La situazione è cambiata radicalmente. Del resto, come è ripetuto in qualsiasi libro di homebrewing, qualsiasi agente sanificante agisce bene sono in assenza di sporco. Per rimuovere lo sporco dai fermentatori e dal resto dell’attrezzatura, utilizzo semplicemente acqua e sapone per i piatti e tanto olio di gomito. L’importante è pulire sempre l’attrezzatura immediatamente dopo ogni utilizzo (o almeno lasciarla a bagno in acqua e sapone). Il mosto è dolcissimo e anche la birra presenta sempre degli zuccheri residui: se lasciati seccare, diventano difficilissimi da rimuovere, specialmente dall’interno di tubi e rubinetti. Batteri e lieviti,  sempre presenti nell’aria e in giro per casa,  non riescono a moltiplicarsi in assenza di nutrimento. Conservare l’attrezzatura ben pulita è una buona garanzia contro le infezioni.

 RIPORRE L’ATTREZZATURA IN MANIERA INTELLIGENTE.  Tutti gli homebrewers, mediamente, ripongono le attrezzature in luoghi improbabili: sgabuzzini, vecchi garage, cantine, armadi e via dicendo. Quello che succede è che solitamente questi luoghi sono tutt’altro che puliti. Spesso si lascia la strumentazione a riposo per mesi, magari anche pulita in maniera sommaria con qualche residuo di zuccheri qui e là. Praticamente un paradiso per tantissimi agenti contaminanti che possono insediare intere colonie nei nostri fermentatori o nei tubi utilizzati per i travasi. Il consiglio è quello di riporre i fermentatori ben chiusi, senza impilarli l’uno dentro l’altro (lo so che così occupano meno spazio, ma avete idea di quello che finisce sul fondo del fermentatore nella parte esterna, quando lo appoggiate sul pavimenti del terrazzo, di casa o del garage?). Io di solito ripongo tubi e gorgogliatori in una scatola chiusa (o dentro ai fermentatori stessi). I fermentatori li chiudo passando pellicola trasparente sulla guarnizione in alto e sul finale dei rubinetto chiuso, per evitare che circoli aria o che si depositi qualcosa all’interno del collo del rubinetto (se li chiudete con pellicola, fate attenzione che all’interno sia tutto perfettamente asciutto: altrimenti rischiate la formazione di muffe per l’assenza di areazione). Piccole accortezze che aiutano a tenere tutto ben pulito. Ogni volta, prima di riutilizzarli, do comunque una sciacquata veloce con acqua e sapone.

 CAPIRE QUALI SONO I PUNTI VERAMENTE CRITICI PER LA SANITIZZAZIONE.  Pulire tutto è importante, l’abbiamo detto, ma non tutti i passaggi necessitano della stessa attenzione alla pulizia. Per dire: va bene avere pentole inox belle pulite dove fare il mash, ma se rimane qualche residuo zuccherino sul fondo o in qualche fessura non è la fine del mondo. Il rischio maggiore è che arrivi nella birra finita un pò di sapore di bruciato, ma è difficile che una piccola incrostazione possa pregiudicare una cotta intera. Quindi: va bene la mania della pulizia, ma cerchiamo di applicarla laddove conta davvero, ovvero in tutti i passaggi in cui la strumentazione tocca il mosto freddo non ancora fermentato. In parole povere: dal passaggio dalla pentola al fermentatore e negli eventuali travasi. Quando il lievito ha fatto il suo dovere (ovvero dopo la fermentazione) siamo già più al sicuro per la presenza dell’alcol e per la ridotta quantità di zuccheri residui. Il che non significa che bisogna abbassare la guardia, ma non c’è bisogno di sanitizzare le bottiglie con l’uranio impoverito. Lavarle bene sì, sempre (vedi consiglio precedente), ma una passata di ChemiPro Oxi o un giro in lavastoviglie senza sapone sono probabilmente più che sufficienti se sono prive di incrostazioni e conservate chiuse (con la solita pellicola a coprirne l’apertura).

 INOCULARE LA GIUSTA DOSE DI LIEVITO.  Usare bene il lievito è la prima cosa che un homebrewer dovrebbe imparare a fare. Purtroppo, per molti si tratta di un optional. L’ho detto e ridetto ma lo ripeto: inoculare la giusta quantità di lievito è fondamentale per rendere la vita difficile agli agenti contaminanti che finiscono (inevitabilmente) nella nostra birra. Un lievito vitale consumerà velocemente tutti gli zuccheri semplici rendendo difficile la proliferazione di altre forme di vita. Verificate sempre se è necessario fare uno strater, non fatevi prendere dalla pigrizia.

 INOCULARE IL LIEVITO IL PRIMA POSSIBILE.  Maggiore il tempo in cui il mosto rimane senza lievito, maggiore la possibilità che i microrganismi indesiderati prendano il sopravvento. Per questa ragione non amo la pratica dell’overnight chill, dove si attende che il mosto si freddi da solo prima di inoculare il lievito (di solito si aspetta una notte). Anche sanitizzando tutto alla perfezione, il rischio che durante i travasi sia entrato qualcosa nel mosto è comunque troppo alto. Inoculate il prima possibile, sempre. Il vostro lievito avrà probabilmente la meglio su tutto il resto.

28 COMMENTS

  1. Per togliere le incrostazioni può essere d’aiuto anche un detergente enzimatico tipo l’enzybras. Certo dato il costo va usato solo nel caso di incrostazioni pesanti e come dici tu dove passa il mosto freddo ad esempio la varia rubinetteria 😉

    • Concordo Stefano: ogni tanto lo utilizzo anche io. Ma raramente devo dire, un ammollo in acqua calda e sapone spesso è sufficiente. Poi i rubinetti meglio cambiarli abbastanza frequentemente.

      • Esatto anche perché costa molto e l’applicazione di 10/15 grammi litro come indicato dal produttore limita di molto la durata. Comunque per i rubinetti io parlavo di quelli ad esempio da 3/4 in inox asi e relativi nipples. Io ho quelli che si possono smontare li metto in una scatoletta di plastica non l’enzybras in 30 minuti e tutto pulito. Lo uso anche nel Braumeister che ha degli angoli un pò difficili da pulire lo faccio girare anche nella pompa.

        • Alla fine sono sempre componenti che usi “a caldo”: importanti da pulire sicuramente, ma non correlati alle infezioni (a meno dei rubinetti dei fermentatori). La scocciatura dell’Enzybrass è il tempo di contatto (30 minuti almeno nel formato che vendono per gli hb, ma credo ne esista una versione per birrifici con tempo di contatto minore).

  2. Io finita la cotta, dopo aver passato acqua e sapone, tolgo rubinetti e guarnizioni dal fermentatore e li lascio in ammollo in una ciotola chiusa con acqua e peracetico fino alla cotta successiva…

    • Non vorrei dire stupidaggini, ma credo che l’effetto del paracetico dopo poche ore si annulli se a contatto con l’aria. A meno che tu non confezioni il tutto sottovuoto, praticamente lasci l’attrezzatura in ammollo in acqua e aceto.

      • Credo che il peracetico ci metta un po a perdere il titolo, prova a dare un’occhio a questo :
        http://www.kemper.it/pdf/Rel-06.pdf
        sembrerebbe che in un mese si passi da 0.5% a 0.3% a 20°..
        piuttosto mi preoccupa questo passaggio:
        “Esistono quindi serie possibilità che si instaurino gravi fenomeni di corrosione a carico delle superfici degli impianti se queste sono costituite da materiali incompatibili quali: acciai dolci, leghe in alluminio, rame, ottone, gomme, gomme siliconiche e alcuni tipi di PVC.
        Mi informerò meglio..

        • Comunque è pur sempre un acido: il contatto prolungato con i metalli non è certo benefico, anche se l’inox ben fatto dovrebbe resistere molto a lungo (raramente però l’inox che usiamo in casa è di ottima fattura, tipo il 316L).

  3. Io ogni volta che devo usare bottiglie o fermentatore faccio una passata di amichina e poi chemioxi. Sia prima che dopo l’uso. Anche se sono passati pochi giorni. Ottimo consiglio quello della pellicola, grazie!

  4. Ottimi consigli, anche io come te ho avuto praticamente zero infezioni (solo una “mezza” infezione in passato), proprio perchè seguo procedure analoghe a quelle che qui tu proponi.

    Mi permetto però di dissentire sulla questione della pellicola sulle bottiglie.
    Infatti basta che rimanga un minimo di umidità nella bottiglia per far diventare l’interno della bottiglia un covo di muffe. E’ decisamente meglio carta di giornale appallottolata.

    Infine, per la sanitizzazione delle bottiglie, la pratica su cui mi sono stabilizzato è quella di passare le bottiglie in forno a 180° per un’ora (anche meno). Fondamentale che le bottiglie abbiamo un paio di cm di acqua all’interno, è il vapore rovente che uccide, in stile autoclave come negli ospedali. Attenzione però a far raffreddare le bottiglie abbastanza lentamente, altrimenti si rompono (io tipicamente spengo, apro il forno e le lascio lì 10 minuti, poi le estraggo, le lascio in pace altri 10 minuti, poi le metto a scolare)

    • Ciao Marco, ovviamente prima di mettere la pellicola sul collo lascio asciugare bene le bottiglie. Il vapore funziona bene sicuramente, ma io trovo comodo sanitizzarle in lavastoviglie con programma a 80C senza sapone, piuttosto che in forno. Anche perché poi metto il fermentatore sopra la lavastoviglie, la apro e imbottiglio direttamente sopra allo sportello in modo che qualsiasi goccia di mosto che scola finisce direttamente in lavastoviglie.

      Cmq se all’interno di bottiglie chiuse con pellicola rimane qualche goccia d’acqua non credo che si formi muffa. Almeno a me non è mai capitato, ma probabilmente perché le lascio qualche giorno a testa in giù ad asciugare bene prima ti chiuderle con la pellicola.

  5. Frank, come lo pulisci e lo “conservi” lo scambiatore a piastre?
    Io appena finito il raffreddamento, gli faccio girare x 5 min dell’acqua pulita, lo lascio inclinato a sgocciolare e poi lo riempio di alcol a 95 gradi ma alla lunga diventa un salasso.
    D’altra parte però lasciarlo sgocciolare e basta mi esporrebbe troppo alle infezioni. Consigli in merito?

    • Ciao Norry, per mia fortuna faccio pochi litri (12) e per raffreddare uso la serpentina. Conta che l’alcol è più efficace diluito piuttosto che puro, perché l’acqua aiuta a penetrare le membrane dei microrganismi. Ora non ricordo fino a quanto possa essere diluito, ma se cerchi su internet trovi sicuramente delle indicazioni. Una buona alternativa (forse più economica) è quella di riempirlo con acqua e il detergente enzimatico Enzybras (lo trovi su Mr Malt).

  6. Wow Frank! 12 litri alla volta ti permette di sperimentare bene ma il rapporto ore lavoro/litri prodotti non è molto conveniente 🙂
    L’enzibras ce l’ho e lo uso in ricircolo, ma lavora a T calde…a freddo non fa niente…per questo motivo non l’ho preso in considerazione.
    Quella dell’alcol diluito non la sapevo, mi metto subito alla ricerca.

  7. Lavora a temperatura calde, certo, ma una volta passato credo che inibisca comunque la formazione di muffe o la proliferazione di lieviti o batteri anche a temperature più fredde. 12 litri per me sono la quantità perfetta: in 5 ore faccio tutto e soprattutto riesco a finire le birre tra una cotta e l’altra senza riempirmi casa di bottiglie. 🙂

  8. Ciao, mi chiamo Massimo e sono alle prime armi con il metodo all grain….vorrei chiederti un consiglio riguardante il dubbio insorto sull’utilizzo del chemipro oxi.
    Sul libro “La tua birra fatta in casa” di Bertinotti-Faraggi si dice che per sanitizzare usando chemipro serve 1gr per litro di acqua calda e va successivamente risciacquato sempre con acqua calda dopo un contatto di 20 minuti.
    Invece sulle istruzioni riportate sulla confezione di chemipro oxi si parla di 4 gr per litro di acqua calda lasciando a contatto per 5 minuti, senza necessita di risciacquo,lasciando solo sgocciolare per bene.
    Tu cosa ne pensi ?
    Grazie

    • Il libro di bertinotti è stato scritto tanti anni fa (10 se non sbaglio). Nel frattempo sono cambiate tante cose: sanitizzanti, ingredienti, metodi. Attieniti alle istruzioni sulla confezione del prodotto.

  9. Buongiorno Frank. Ho una paura riguardo alle infezioni ( o forse solo paranoia? ) che non mi lascia… Quando apro il rubinetto del fermentatore per prelevare i campioni di birra e misurare l’eventuale FG raggiunta in giorni diversi, tra un prelievo e l’altro non c’è il rischio di infezione?

    • Direi che se sciacqui subito bene con acqua e poi spruzzi un po’ di acqua e Starsan non ci sono grandi rischi.

      • E la parte interna che mi preoccupa. Avrei pensato di riempire un contenitore con acqua e starsan ( per intenderci una mezza bottiglia di plastica ) e immergere completamente il rubinetto. Potrebbe funzionare?

  10. Ma e un rubinetto di plastica che si gira anche verso l’alto? Se sì, versaci dentro acqua dall’altro, poi spruzzata di starsa, aspettu qualche minuto, lo rigiri e via. Cmq lo spruzzino è utile anche per l’acqua.

    • No, rubinetto fisso d’acciaio. Ci sono controindicazioni se dopo aver sanificato ( o con spruzzino o con l’immersione come avevo scritto prima ) avvolgo il rubinetto con della carta di alluminio o della pellicola trasparente? ( O in alternativa un tappo idoneo )

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