È ormai passato più di un anno da quando per la prima volta ho sostenuto l’esame per diventare giudice BJCP. Ne uscii molto provato (link), ma alla fine, dopo mesi di attesa, rimasi sopreso dal voto: 77/100 al primo tentativo non è male (link), considerando anche che avevo toppato alla grande quasi tutte le valutazioni numeriche delle sei birre oggetto d’esame. Ero stato comunque bravo a evidenziarne pregi e difetti, evidentemente, il che mi aveva in parte consolato.
Avevo subito deciso di ritentare l’esame l’anno successivo: da un lato per cercare di fare meglio nell’attribuzione dei voti, dall’altro per superare il fatidico 80/100, necessario per poter sostenere l’esame scritto sulla teoria e avanzare nel ranking una volta acquisiti i sufficienti punti esperienza (che ancora non ho acquisito per via della mancanza di competizioni BJCP in Italia).
Per un approfondimento sulle modalità d’esame rimando ai post precedenti (link).
Questa volta l’esame si è tenuto al Birrificio del Carrobiolo di Monza, location decisamente più consona rispetto alla saletta-acquario che ci era stata riservata lo scorso anno durante le tre giornate del Beer Attraction a Rimini. Pietro Fontana, birraio e proprietario del Carrobiolo, si è rivelato un padrone di casa attento ed estremamente accogliente.
Vediamo come è andata nel dettaglio la valutazione delle sei birre oggetto di esame.
Birra 1 / Kolsch
L’ho trovata una buona birra. Tendenzialmente in stile, a eccezione dell’amaro forse un po’ troppo marcato (ma parliamo di inezie). Bottiglia abbastanza fresca con qualche leggerissimo segno di ossidazione che faceva arrivare al naso una tenue nota di cartone in sottofondo. Vago sentore di DMS iniziale che si è volatilizzato completamente durante la bevuta. Mio voto: 39.
Proctors: fortunatamente è piaciuta anche a loro, sebbene non tanto quanto sia piaciuta a me. Se non ricordo male hanno evidenziato un finale dolce non proprio in stile che io invece non ho percepito. Voto Proctors: 35
Era la kolsch del birrificio Früh, uno dei produttori storici di Colonia. Certo uno stile che in bottiglia non si mantiene benissimo, ma la base c’era. Sbagliato di 4 punti, non male. Sono comunque nel range corretto della valutazione. Soddisfatto.
Birra 2 / Saison
Questa mi ha fregato. Al naso agrumato fortissimo, quasi succo di pompelmo, accompagnato da puzzette non proprio gradevoli di solvente e fenolico spinto. Già dall’aroma avevo qualche sospetto, l’assaggio mi ha confermato una forte acidità che a mio avviso poteva derivare da produzione eccessiva di acido lattico (quindi leggera infezione). Amaro esagerato, rinforzato dall’acidità. Al palato sembrava un succo di pompelmo. Mio voto: 19.
Proctors: l’hanno trovata tutto sommato in stile, senza evidenziare infezioni di sorta. Troppo amaro anche per loro, poco carattere saison. Voto Proctors: 29
Era una saison homebrewed con luppoli americani. Da qui forse l’eccessivo agrumato al naso. Nessun altro ha percepito l’acidità eccessiva tra i presenti, probabile che il forte pompelmo al naso e l’eccessivo amaro mi abbiano mandato fuori strada. Parlando dopo l’esame con Pietro Fontana del Carrobiolo è venuto fuori che anche secondo lui era leggermente infetta, il che mi ha un po’ confortato.
Che dire, secondo me non era una birra da 29, nemmeno lontanamente. Un 25 lo avrei capito, ma 29 mi sembra veramente troppo. Vabbè, amen.
Birra 3 / American IPA
La base c’era, ma ho notato segni di ossidazione (cartone) e uno strano fenolico (plastica bruciata). Naso sporco, spento, dominato da difetti. Non mi è piaciuta granché ma si intuiva che era una birra con un po’ di mesi sulle spalle. Mio voto: 20
Proctors: hanno avuto impressioni simili, a parte una speziatura fenolica che a loro dire rendeva questa birra più saison della precedente saison. Anche loro hanno percepito ossidazione. Voto proctors: 24.
Era una IPA homebrewed con più di un anno sulle spalle. Direi che ci siamo.
Birra 4 / Weizenbock
Non amo le weizen di nessun tipo, ne bevo poche e quindi ho grandi difficoltà nel valutarle. Ma questa mi è piaciuta. Non ho riscontrato difetti, forse un po’ debole nella base maltata sbilanciata sul caramello/toffee. Ma nel complesso una birra ben fatta e molto piacevole, assolutamente in stile. Mio voto: 37
Proctors: qui siamo rimasti tutti un po’ basiti. I proctors hanno evidenziato forti note di solvente iniziali che poi sono sparite (secondo loro). Testuali parole: è stata una delle birre più difficili da valutare perché inizialmente sembrava completamente sbagliata, ma poi si è rilevata molto piacevole. Voto Proctors: 33
Era la Tap 6 di Schneider Weisse, nota anche come Aventinus. Su Ratebeer ha 100/100. Mi sono anche un po’ vergognato di averle dato solo 37 (ma meno male, altrimenti avrei totalizzato un altro distacco di 10 punti dai proctors!). Non commento sulle note degustative e sul voto assegnato a questa birra dai proctors, non so darmi una spiegazione razionale.
Birra 5 / Dubbel
Anche questa birra mi è piaciuta molto, sebbene non ami particolarmente lo stile. L’unica cosa strana era la quasi totale assenza di carbonazione, che in una birra belga influisce molto, specialmente sulla componente aromatica: è stato difficile percepirne gli aromi, che senza CO2 faticavano ad arrivare al naso. L’ho trovata una birra senza difetti, ben fatta, ma molto penalizzata dalla scarsa carbonazione. Mio voto: 29.
Proctors: hanno avuto impressioni simili. Hanno anche notato un amaro eccessivo che sinceramente a me è sfuggito. Voto proctors: 32
La birra era la dubbel di Westmalle, di nuovo un esempio classico dello stile (99/100 su ratebeer). Secondo me è stata molto penalizzata dalla scarsa carbonazione, la cui origine mi è ignota. A ogni modo ho totalizzato un -3 rispetto ai proctors, alla fine mi è andata bene.
Birra 6 / Foreign Extra Stout
Lo stile Foreign Extra Stout è poco conosciuto, anche perché se ne trovano in giro pochissime produzioni da assaggiare. Un esempio classico che in Italia non si trova molto è la FES della Guinness, pensata per alcuni mercati stranieri. Di fatto è una Irish Stout potenziata (ancor più della Extra Stout) con una botta alcolica non indifferente e un amaro piuttosto spinto, caratterizzata dai malti roasted. Quella che ci hanno servito era una buonissima birra, ma troppo dolce e poco caratterizzata dai malti tostati. L’alcol c’era, ma il resto secondo me era sballato. Nei commenti finali ho scritto che sembrava quasi una sweet/oatmeal stout. Mio voto: 33.
Proctors: questa birra è piaciuta molto ai proctors (anche a me) ma non hanno evidenziato la dolcezza che a mio avviso era veramente fuori stile. Voto Proctors: 39
La birra era la Scottish Oatmeal Stout di Belhaven, una Oatmeal Stout con l’ABV di una Foreign Extra Stout. Anche questa valutazione dei proctors mi ha lasciato alquanto basito. A ogni modo, sono 4 punti sotto per una birra chiaramente fuori stile, il che mi conforta.
Conclusioni
Rifare l’esame è stata un’occasione per rivedere un po’ di amici del mondo della birra (non sono stato l’unico a rifarlo) e visitare finalmente il Birrificio del Carrobiolo. Birre veramente interessanti e location splendida. Rifare l’esame dopo averlo già passato è molto più rilassante: meno ansia da prestazione, meno agitazione, più concentrazione. Tanto viene registrato solo il voto più alto, quindi o si migliora o tutto rimane come prima. Per quanto mi riguarda sono andato molto meglio con le attribuzioni numeriche, quindi primo obiettivo raggiunto. Per sapere se ho superato gli 80/100 dovremo attendere come al solito diversi mesi.
Partecipare nuovamente è stata anche un’occasione per rispolverare gli stili e mettersi ancora in discussione, aspetto che spesso viene trascurato. La valutazione alla cieca è importantissima, così come la conoscenza degli stili. Ora spero che in Italia inizino a farsi vedere competizioni BJCP, a partire dalle tappe del campionato MoBI. E non è detto che il prossimo anno non mi metta di nuovo in prima persona a organizzare qualcosa del genere, riaccendendo le ceneri di Brassare Romano. Vedremo.
A ogni modo: esperienza consigliatissima e ottima organizzazione da parte di MoBI e in particolare Gianriccardo Corbo.
Per chi volesse tentare la sorte il prossimo anno, segnalo un vecchio post con una sintesi dei materiali di studio (link).
Congratulazioni e grazie del report dettagliato. Prima o poi dovrò provarci anch’io.
Forse per mancanza di autostima, forse per la cronica mancanza di tempo, non mi sono mai deciso a prendere il toro per le corna e iscrivermi.
I tuoi reportage mi ingolosiscono non poco. Credo proprio che alla fine dovrò cedere. Prima o poi…
Frank, una curiosità, ma spiegare a due mezzi zanza (che mi hanno pure ciluato una paglia) che una ris no non ha caffè (almeno in genere) e che la sensazione deriva invece dai malti tostati…e che no, non sempre e una grande idea prendere la birra più forte, la più alcolica perché così poi te sfonna…e un compito di un giudice bjcp?
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità dunque? 🙂
Per poi inoltre vederli sparire nelle prime luci della notte brianzola, in quella che e una mia specialità tra l’altro, ciluando il boccale (bello) pieno di ris!!!
Ris che oltre tutto io avrei apprezzato molto ma molto di più della (un po’ triste) bitter che stavo bevendo….ris che invece loro disprezzavano palesemente?
Ahahahahah…va beh dai, sono cose da pub!!! 😉
P.s Angelo aveva ragione….Monza e la terza città come abitanti in lombardia, non la seconda….ho controllato….mea culpa. 🙂
Mammamia ho ancora davanti agli occhi l’immagine dei bellissimi bicchieri che svaniscono in fondo alla strada…
P.p.s Ah…e la pasta pugliese si chiamava “minchiareddi”!!! 🙂