Probabilmente lo sapete già, ma è meglio chiarire anzitutto un punto: maturazione e lagerizzazione non sono la stessa cosa. La prima, la maturazione, avviene a una temperatura uguale o leggermente inferiore a quella della fermentazione. La seconda, la lagerizzazione, avviene a temperature prossime allo zero. Nella lagerizzazione, il freddo blocca (rallenta, in realtà) la maggior parte delle reazioni chimiche: il fenomeno principale è la caduta di sostanze sul fondo del fermentatore (o della bottiglia) per effetto del freddo. Quali sono queste sostanze e quali effetti ha la lagerizzazione sulla birra lo abbiamo già raccontato qui.
Durante la maturazione, invece, continuano ad avvenire molte reazioni chimiche che modificano la birra: alcune la peggiorano, altre la migliorano. Alla lunga, gli effetti negativi prevalgono su quelli positivi e la birra è da buttare. Il momento preciso in cui questo accade dipende da moltissimi fattori. Possiamo dire che nella maggior parte dei casi gli effetti negativi si iniziano a sentire dopo un periodo relativamente breve; nel caso di birre fatte in casa, dove il controllo sul processo non è sempre ottimale, questo periodo si conta spesso in mesi.
Come si fa a sapere a priori quanto dovrà maturare la nostra birra? La risposta non è affatto semplice, e spesso l’unico modo per scoprirlo è assaggiare la birra di tanto in tanto, prendendo note e cercando di capire quello che sta succedendo. Ci sono però alcuni elementi che possono aiutarci a capire dove stiamo andando e perché.
Ultimamente ho letto un libretto che mi è piaciuto molto: Vintage Beer di Patrick Dawson. Tendenzialmente il libro è incentrato sulle birre da invecchiamento, ma dedica una buona parte introduttiva a spiegare quali fenomeni sono in gioco quando una birra invecchia. Considerando che la maturazione non è che la prima parte dell’invecchiamento, da queste indicazioni si può trarre qualche utile spunto per rispondere alla fatidica domanda: quanto deve maturare la mia birra?
Proviamo a riflettere su alcuni passaggi del libro.
Alla lunga, gli zuccheri della birra si ossidano (gli zuccheri residui agiscono da “spugne” per l’ossigeno). I prodotti derivanti dall’ossidazione degli zuccheri aderiscono alle proteine dei malti facendole lentamente precipitare. Risultato? La birra alla lunga perde di corpo e tende a diventare acquosa.
Questo sostanzialmente significa che birre con un profilo maltato leggero tendono a “svanire” con il tempo. Per compensare la perdita di corpo è necessario che la birra presenti una significativa quantità di zuccheri residui (destrine, zuccheri non fermentabili) che possano compensare l’assottigliamento del profilo maltato. Tradotto nel linguaggio dell’homebrewer, le birre con alte FG (final gravity) reggono meglio la maturazione (barley wine, imperial russian stout, doppelbock).
Le birre “hop-centric” sono poco adatte all’invecchiamento. Aroma e amaro dei luppoli svaniscono col tempo, rendendo la birra sbilanciata e “spenta”.
Questo effetto, devo dire, è abbastanza noto. Un ulteriore elemento interessante che viene citato nel libro è che luppoli ad alta concentrazione di alpha acidi (come ad esempio il Citra o il Chinook) con il passare del tempo si ossidano, rilasciando sgradevoli aromi di cartone bagnato (cardboard). I luppoli con alta prevalenza di beta acidi (come ad esempio il Crystal) mantengono l’amaro più a lungo e tendono a rilasciare con il tempo aromi più gradevoli (ananas, sherry). L’aroma si affievolisce piuttosto velocemente in ogni caso caso. Possiamo concludere quindi che IPA, APA, pilsner sono birre che non necessitano di lunghi periodi di maturazione (ovviamente nel caso della pilsner i tempi sono lunghi a causa della lagerizzazione. Ma una volta lagerizzata, un pilsner è meglio berla subito). Altra conclusione: nel caso stessimo producendo birre da far invecchiare (per esempio una imperial russian stout), meglio utilizzare per l’amaro luppoli con alto livello di beta acidi.
I lieviti lager (bassa fermentazione) producono pochi aromi durante la fermentazione. Si utilizzano infatti generalmente per dare risalto agli aromi derivanti dai malti.
Ne deriva che far maturare per lungo tempo birre a bassa fermentazione non è una buona idea. Abbiamo visto che con il tempo il corpo tende ad assottigliarsi e i luppoli a scomparire. Cosa rimane? Ben poco, direi. Dopo la lagerizzazione, quindi, meglio bere subito birre a bassa fermentazione con profilo maltato delicato come pilsner, helles, vienna.
Un tenore alcolico elevato (diciamo sopra gli 8 gradi) è una buona ragione per invecchiare le birre.
Con il tempo, l’alcol si arrotonda e la birra diventa più bevibile. In particolare, gli alcoli superiori (la cui produzione è quasi inevitabile quando la densità iniziale è molto alta) si legano agli acidi formando nuovi esteri (fruttati, vinosi) oppure vengono ossidati formando aldeidi (aromi di toffee e mandorla). Ne possiamo dedurre che è opportuno fa maturare birre ad alta gradazione alcolica, dato che la produzione di alcoli superiori è praticamente inevitabile in questi casi (partiamo da OG elevate). Con il tempo il calore alcolico si arrotonda, rendendo la birra più morbida e gradevole da bere. L’alcol rallenta le reazione chimiche, prevenendo anche quelle che hanno effetti negativi su aromi e sapori. Far maturare a lungo (mesi) birre a bassa gradazione alcolica invece non porta grandi vantaggi, anzi, il passare del tempo dà luogo a tutti gli effetti negativi di cui ai punti precendenti (fanno eccezione le birre acide come gueze o flander, dove l’acido fa le veci dell’alcol in termini di conservazione).
Grazie Frank!
Prego!
Ciao Frank, innanzitutto complimenti per il blog!
A proposito di maturazione ti posso chiedere un consiglio? giusto in questi giorni sto facendo carbonare una tripel.. il problema e’ che il lievito ha attenuato parecchio e mi sono ritrovato una FG piu bassa del previsto ed una birra che al travaso ha un forte sapore di alcol.
Un mese o due di attenuazione puo’ migliorare il sapore o perdo il poco corpo rimasto?
Ciao Alessio,
anzitutto grazie per i complimenti!
Nel tuo caso, trattandosi di una tripel il tenore alcolico dovrebbe essere piuttosto elevato. Direi che regge tranquillamente due/tre mesi (e anche più) di maturazione. In questo lasso di tempo, i gli alcol superiori (fusel alcohols) dovrebbero attenuarsi rendendo il sapore alcolico più rotondo. Rientra sostanzialmente nell’ultimo caso che ho trattato nel post.
Un saluto,
FranK
Ciao Frank, volevo chiederti un consiglio: ho una pils messa in frigo a 3°C, dopo 1 mese di lager e un mese di rifermentazione, da maggio di quest’anno… secondo te se conservata sempre in frigo una volta che ha completato il suo ciclo di lager e rifermentazione in bottiglia, quanto può durare al top delle sue proprietà gustative?
Ciao grazie!!
Eh eh, bella domanda! Posso dirti che Agostino Arioli, birraio del Birrificio Italiano, da alla sua Tipopils una scadenza di soli tre mesi (ovviamente se conservata in frigorifero). Secondo me siamo in quell’intorno.
http://www.viadeigourmet.it/birra/birre-italiane/tipopils-birrificio-italiano.html
La miglior cosa è assaggiarla per notare la differenza…invece le mie ipa perdono già gli aromi di luppolo dopo solo 2 mesi dalla fine della rifermentazione…ma spesso non arrivano a scadere… grazie mille!!
Ciao,
spesso nei forum leggo commenti di homebrewers che consigliano minimo 3 mesi di maturazione, e poi aggiungono che in teoria la birra dovrebbe maturare un mese per ogni grado alcolico (5 mesi per una birra di 5 gradi mi sembra davvero troppo!).
Io sono daccordo invece con la linea che alcune birre vanno bevute fresche, già dopo un mese, un mese e mezzo di maturazione (anche perchè non ho la pazienza di aspettare di più 🙂 ).
Al di là delle letture che hai fatto, ti va di dire la tua in base alle tue epserienze di hb?
Ciao
Carlo
La mia esperienza è esattamente in linea con quello che ho letto (anche perché quello che ho letto deriva a sua volta da esperineze e studi fatti sul campo). La teoria che una birra dovrebbe invecchiare un mese per ogni grado alcolico è chiaramente una stupidaggine. Sicuramente deriva da una base vera, ovvero che più la birra è alcolica più regge bene l’invecchiamento. Ma da qui a prenderla come regola generale ce ne passa. Prova a immaginare una bella session IPA da 3,5 gradi fatta invecchiare per tre mesi: praticamente non sa più di nulla.
Mi pare che la tendenza generale sia quella di pensare che la maturazione sia un valore in assoluto. Leggo speso frasi del tipo: adesso mi dimentico la mia birra in cantina per qualche mese, come se il passare del tempo potesse far bene a ogni birra in ogni caso.
Ci vuole sicuramente molta esperienza per valutare quando una birra raggiunga il top della maturazione, ma seguire alcune regole base aiuta sicuramente a non prendere delle cantonate pazzesche.
Un saluto,
FranK
ciao Frank =)
vorrei porti una questione: le birre molto luppolate tipo IPA APA non devono maturare molto per evitare l’ossidazione dei luppoli…
birre con tenore alcolico superiore agli 8 gradi necessitano di una maturazione un po più lunga per arrotondare i sapori..
spesso mi è capitato di bere delle ipa molto molto luppolate, in cui probabilmente erano stati utilizzati luppoli con elevato alpha acido, e che avevano un grado alcolico anche del 10%.
In che modo bisogna comportarsi con quel tipo di birre? la luppolatura elevata non prevede lunghi periodi di maturazione ma l’elevato grado alcolico incoraggia ad allungare i tempi di maturazione
E’ una domanda che mi ero posto anche io. Direi che la risposta la troviamo nel compromesso: non la berrei sicuramente prestissimo come una IPA da 5/6 gradi, ma non la lascerei nemmeno maturare mesi. Bisogna assaggiare e valutare come evolve. Al solito, non sono regole matematiche.
Ciao Frank,
Sono nuovo nel settore e vorrei farti una domanda sulla maturazione della birra, circa un mese e mezzo fà ho prodotto la mia prima birra, una bitter composta da malto pale e crystal scuro(kit con malto già macinato ecc). Finita la carbonazione ho messo le bottiglie nel frigo dove fermento (ho impostato la temperatura meno freddo possibile) sono state li due settimane e la birra nel frattempo non sembrava malvagia tutto sommato piacevole; dopo due settimane ho tolto le birre dal frigo e messe in cantina per far spazio ad una nuova cotta. In questi giorni ho messo alcune birre dalla cantina al frigo di casa per berle e purtroppo adesso hanno alcuni problemi..la birra ora presenta un amaro forte accompagnato da astringenza che copre tutto, prima si sentiva il dolce del malto crystal con in finale un moderato amaro.
secondo te la birra ha subito qualche danno per lo spostamento?Un problema nella produzione o gli ingredienti?
grazie e complimenti per il blog
Leggendo quello che scrivi credo che la birra inizialmente non abbia ben carbonato, lasciando zuccheri residui che la rendevano dolce e bilanciavano in parte l’amaro. Spostandola in un luogo più caldo il lievito con il passare del tempo ha continuato a mangiare zuccheri sbilancando la birra sull’amaro. Come mai hai tenuto le birre in frigo durante la carbonazione? A che temperatura era impostato il frigo? Hai notato un aumento della carbonazione?
No ho carbonato al caldo per due settimane e poi messo in frigo, il frigo lo ho messo sulla posizione 1 la massima era 5..sarà stato sui 6 gradi. Le ho tolte dal frigo per fare spazio al fermentatore per una nuova cotta… La birra aveva un OG 1050 e IBU 25, l’amaro che ho adesso è forte con astringenza si fatica a berla
Continuo a pensare che magari in due settimane non abbia carbonato del tutto. Difficile che l’amaro aumenti una volta imbottigliato, semmai diminuisce.
ciao frank sono entrato da poco nel fantastico mondo della birrificazione perche questa è l’unica bevanda che mi aggrada, detto questo spinto dalla mia enorme curiosità dopo aver imbottigliato la mia prima birra da kit “Black Rock Whispering Wheat” ieri dopo appena 9 giorni dall’imbottigliamento della stessa mi sono lasciato tentare da aprire una bottiglia, risultato fino alla serata di ieri sono partite 10 bottiglie da 50 cl, non bevute tutte da me chiaramente, il sapore a mio avviso e di tutti i miei amici è stato ottimo, carbonizzazzione direi media non ti gonfia lo stomaco, in conclusione sono molto soddisfatto. l’unico neo riscontratro che durante la notte persisteva un senso di bocca asciutta con consegueti bevute di acqua fresca io ho dedotto che la colpa sia dei lieviti che stanno ancora lavorando è possibile? è una sensazione che abbiamo avvertito tutti, comunque tranne questo itoppo x il resto è stato un successo.
gradirei un tuo parere per mettermi l’animo in pace.
cordialmente luigi
No, direi che non c’entra proprio nulla. Avete semplicemente bevuto troppo. 🙂
Ciao Frank, mi puoi dire come fai a maturare la birra? Lasci maturare a temperatura da lievito le prime due settimane e poi le metti in cantina o in frigo? Una sovracarbonazione o addirittura un effetto gushing può anche essere causato da uno stoccaggio a temperatura elevate?
La maturazione per le alte fermentazioni in genere avviene a temperatura di cantina (15 gradi). Le birre da lunga maturazione (barley wine etc) le tengo semplicemente in casa perché purtroppo non ho alternative. Il caldo estivo non gli fa certo bene, ma se sono ben fatte il caldo in se’ non causa gushing, semmai lo facilita nel caso di infezioni o fermentazioni incomplete. Le basse andrebbero tenute a temperature più basse, intorno ai 10°C per maturare, meno per conservarle al meglio. Le alte fermentazioni poco alcoliche e anche quelle molto luppolate le faccio ricarbonare a temperatura di fermentazione per un paio di settimane, poi le tengo sempre in frigo intorno ai 5-7 gradi e le consumo nel giro di un paio di mesi al massimo (per questo faccio cotte di piccolo volume).
Scusa, ma in pratica se faccio 23 litri di Bitter devo berne due bottiglie al giorno dopo un mese di imbottigliamento!?!? E i birrifici industriali come fanno? La Pastorizzazione può essere d’aiuto?
Per fortuna hanno inventato il frigorifero 🙂 Scherzi a parte, se la birra viene mantenuta in frigo si conserva molto meglio e più a lungo (si rallenta l’invecchiamento, la maturazione e l’ossidazione). I birrifici industriali stabilizzano (anche pastorizzando la birra), provandola di molte interessanti caratteristiche organolettiche. I birrifici artigianali, invece, che non pastorizzano, consigliano di conservare le birre delicate sempre al fresco e di consumarle nel giro di tre/quattro mesi.
Grande Frank, il tuo blog è una miniera di informazioni, non faccio altro che spostarmi da una pagina all’altra. Ottimo!!
Bravo, io mi sono preso anche il libro. 🙂