Nei primi giorni del Febbraio 2015 lo scrittore inglese Pete Brown lanciò una campagna di crowdfunding per finanziare la produzione del suo nuovo libro. Il titolo, Miracle Brew, e l’argomento, la birra, hanno suscitato subito grande interesse tra il pubblico di lettori. La campagna è andata a buon fine e Pete Brown ha iniziato l’impresa.
Il libro è finalmente uscito qualche mese fa e ovviamente ne ho subito acquistata una copia. All’epoca avevo pensato di partecipare alla campagna di crowdfunding, ma quando ho scoperto che per ricevere la copia cartacea finanziata con 20£ ne servivano altre 20 per la spedizione, ho desistito e ho preferito attendere l’uscita.
Veniamo ai contenuti. Il libro è diviso in quattro grandi capitoli che toccano gli ingredienti base della birra: malto, luppolo, acqua e lievito. Ricordiamo che Pete Brown, autore inglese, non è un tecnico esperto di produzione ma essenzialmente un beer writer, quindi è bene non aspettarsi un trattato dettagliato di chimica organica. Il libro organizza in maniera strutturata un insieme di aneddoti e racconti di viaggio distribuiti nei quattro capitoli e dedicati a ciascuno degli ingredienti.
Lo stile è quello tipico di Pete Brown che ho avuto modo di apprezzare leggendo (più volte) il suo precedente libro “Man walks into a pub”: ironico, leggero ma allo stesso tempo abbastanza rigoroso. I beer nerd incalliti noteranno alcune imprecisioni (il diacetile viene per esempio classificato come un estere), ma nell’insieme il libro scorre bene.
Tanti gli aneddoti che vi faranno entrare nel vivo della storia birraria, come i racconti sulla raccolta del luppolo o la visita al “campo madre” del Maris Otter, dove viene conservato il ceppo puro di questa cultivar di orzo.
Il target del libro, lo ripeto, non è il beer nerd incallito né il produttore casalingo di birra, ma chiunque sia interessato a navigare nella storia birraria seguendo un percorso narrativo diverso dal solito.
A me personalmente è piaciuto molto. Mi ha fatto sorridere e ho imparato diversi aneddoti che non conoscevo (vi stupirete di quanto la Carlsberg sia stata importante nella storia birraria mondiale). Un po’ confusa a mio avviso la parte sulle fermentazioni wild e sui Brett, ma è una parte minore del libro. Per il resto, una gran bella lettura non troppo impegnativa e abbastanza coinvolgente.
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