Chiariamolo subito: i libri che raccontano la storia della birra non sono per tutti. Spesso e volentieri sono difficili da leggere perché articolati, densi di riferimenti storici, date e personaggi. Capita di perdersi per strada dopo qualche pagina, mentre le nozioni lette passano senza fermarsi attraverso i meandri della memoria. Questo libro, però, è diverso.

Nella prima parte, quella dedicata agli eventi storici che vanno dalla nascita alla diffusione delle basse fermentazioni a livello mondiale, riesce a percorrere un sentiero narrativo chiaro e netto, senza perdersi in dettagli irrilevanti per i più. Il suo grande valore, a mio avviso, è quello di unire in un’unica evoluzione narrativa i diversi eventi che hanno portato le basse fermentazioni a dominare il mondo: i lieviti arrivati dal Sud America, la gestione delle contaminazioni, il balzo in avanti grazie all’arrivo della refrigerazione. Una storia che, attraverso pochi punti di svolta ben selezionati dall’autore, si snoda lungo decine di secoli in un percorso chiaro e ben raccontato.

Anche chi già conosce bene gli stili e ha un’infarinatura di massima sulla storia delle lager troverà sicuramente interessante questa prima parte del libro. Il dettaglio storico non è completo né particolarmente approfondito, ma è proprio questa la forza del libro: riesce a legare gli avvenimenti più importanti con un filo logico chiaro e facile da seguire, senza sciorinare troppe date o perdersi in verticalizzazioni storiche prive di particolare rilevanza.

Nella seconda parte troviamo un approccio simile nella descrizione dei principali stili a bassa fermentazione. Forse leggermente meno riuscito – l’estrema sintesi non fa onore ad alcuni stili – ma ugualmente interessante e sempre accurato. Non ho trovato scivoloni nelle descrizioni, anzi, le caratterizzazioni mi sono sempre sembrate piuttosto fedeli alla natura di ciascuno stile. Questa seconda parte può essere di grande aiuto a chi si addentra per la prima volta nei meandri degli stili e dei sottostili che fanno parte della grande famiglia delle basse fermentazioni, in alcuni casi molto simili l’uno all’altro e non sempre facili da delineare.

Nella terza parte, infine, troviamo una descrizione del processo di produzione e una serie di ricette per chi volesse lanciarsi nella produzione delle basse fermentazioni in casa. Probabilmente la più debole delle tre parti: con un livello di approfondimento a metà strada tra un piccolo manuale di homebrewing e una divulgazione generica, a mio avviso non riesce a posizionarsi né da una parte né dall’altra. Interessanti le ricette proposte, ma nel complesso una sezione del libro non particolarmente entusiasmante che sembra più che altro messa lì per “dovere di cronaca”.

Nel complesso un libro che ho trovato accurato – almeno per quelle che sono le mie conoscenze – e, soprattutto, piacevole da leggere. Indicato soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al mondo delle basse fermentazioni e ha bisogno di una fotografia ad ampio respiro che non si perda troppo in dettagli. Bella l’impaginazione, ben scritto.

Disponibile (solo in inglese) su Amazon.it: Lager: The Definitive Guide to Tasting and Brewing the World’s Most Popular Beer Styles

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Ingegnere elettronico prestato al marketing, da sempre appassionato di pub e di birre (in questo ordine). Produco birra in casa a ciclo continuo dal 2013. Insegno tecniche di degustazione e produzione casalinga. Sono un divoratore di libri di storia e cultura birraria. Dal 2017 sono giudice BJCP (Beer Judge Certification Program). Autore del libro "Fare la birra in casa: la guida completa per homebrewer del terzo millennio"

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