Siamo a primavera inoltrata, in pieno periodo di lockdown. Fuori c’è un bel sole che qualcuno si gode in balcone, i più fortunati sul tetto della propria palazzina nel terrazzo condominiale. Capisco che stappare una birra che si autodefinisce in etichetta “Winter Ale” non è forse la scelta più indicata, ma vi garantisco che la Galaverna ci regalerà belle soprese. Partiamo dalle origini, chiedendoci cos’è una Winter Ale. Qualcuno direbbe che non è propriamente uno stile, ma sul BJCP viene censito e ben descritto nella categoria 30C “Winter Seasonal Beer”. La chiave per capire di cosa stiamo parlando è racchiusa in una singola frase: “the beer should read as a spiced beer but without having to tell that specific spices are present”. Le spezie, insomma, ci sono; ma anche no. Questo aspetto, come vedremo tra poco, è ben rappresentato nella Galaverna di Podere La Berta.
Alcune scuole di pensiero dividono le birre tipicamente invernali in due grandi gruppi: da un lato le Winter Ale, di origine anglosassone, non speziate e non necessariamente iper-alcoliche (come da tradizione inglese da bevuta al bancone); dall’altro le Christmas Beer, di stampo principalmente belga (ma non solo, ne troviamo anche versioni a bassa fermentazione, spesso come variante delle Bock tedesche), stavolta speziate e piuttosto alcoliche. Le spezie delle Christmas Beer dovrebbero ricordare il Natale, arrivando a volte a casi estremi come la Gouden Carolous Christmas della Het Anker, di cui amo tanto l’etichetta ma che ho grandi difficoltà a bere per la pesante speziatura natalizia che non definirei propriamente “equilibrata”. Ma ci sta, fa parte dell’esperienza gustativa anche questo.
La Galaverna ha il grande pregio di piazzarsi nel mezzo: speziatura elegante, non sfacciatamente natalizia da Christmas Beer e potenza alcolica modesta, ben nascosta, più vicina alle Winter Ale inglesi (a volte chiamate anche Winter Warmer). Un approccio che sposo appieno e che ho apprezzato molto.
Ammetto che fino a un paio di anni fa non conoscevo questo birrificio. Leggo che l’azienda agricola Podere La Berta (PLB) nasce come azienda vitivinicola e agriturismo diversi anni fa, tra le colline dell’Emilia-Romagna, di fronte all’appennino Tosco-Emiliano. Il birrificio viene lanciato recentemente come costola del progetto, precisamente nel 2015, in un vecchio fienile ristrutturato ai piedi dell’altro versante dell’appennino, in Toscana, nella provincia di Siena. Qualche anno fa, mentre giravo per una manifestazione birraria qui a Roma e pubblicavo foto di birre, tra i commenti un certo Marco Mignola mi invitò ad assaggiare la saison (la Vècc) di PLB al loro stand, pochi passi più avanti. Scoprii che Marco, homebrewer che seguiva il blog, si era da poco unito a Davide Calfa come birraio proprio di PLB. Mi fece assaggiare la loro saison, che se non ricordo male mi raccontò essere fermentata all’epoca con il blend farmhouse della White Labs che anche io avevo usato con soddisfazione qualche tempo prima. Rimasi molto colpito dalla birra, ma anche dalla grafica ben curata e coerente delle etichette, cosa ahimè non comune nell’ambiente craft italiano. Da allora ho bevuto con piacere diverse birre di PLB e ne seguo con interesse i progetti, come la recente collaborazione con Nevel Artisan Ales, birrificio Olandese specializzato in fermentazioni miste (la birra che hanno prodotto insieme si chiama Macchia).
Questa Galaverna mi ha incuriosito da subito, soprattutto dopo la degustazione che ne ha fatto Marco sulla pagina Facebook del birrificio. Il mix di spezie insolito e la base dubbel, non troppo alcolica, mi sono sembrate un buon accoppiamento per queste giornate primaverili non ancora caldissime. Nel video Marco racconta come la loro birra natalizia cambi di anno in anno, etichetta compresa. Sono partiti da base chiara, come Tripel o Belgian Golden Strong Ale e speziatura tipicamente natalizia (come l’anice), per virare, lo scorso Natale, su una base più scura e un equilibrio di spezie diverso, delicato e meno invadente. In questa birra troviamo infatti cedro candito e grani del paradiso usati a fine bollitura, poi fave di tonka, ancora pepe e bergamotto aggiunte in infusione al momento dell’imbottigliamento. Per il bilanciamento delle spezie si sono avvalsi della collaborazione di un master distiller, Giacomo Faramelli. E si sente. Ma veniamo alla birra.
La galaverna si presenta nel bicchiere con una carbonazione esuberante, con un piccolo gushing (ovvero fuoriuscita di schiuma). Niente di trascendentale, capita in birre che invecchiano molto (questa è stata prodotta a Gennaio 2019 se non interpreto male l’etichetta); consiglio di stapparla in prossimità del lavandino per evitare sorprese. Versandola in più tempi la schiuma si addensa formando un bel cappello morbido, a grana fine e molto persistente. La birra è di colore ambrato carico, abbastanza limpida. Al naso la trovo molto elegante, con il Belgio della base Dubbel in secondo piano. Si affaccia con sfumate note di frutta matura (pera) e un chiodo di garofano molto delicato. Il malto ricorda l’uvetta, il dattero e la frutta secca dolce in generale. La speziatura arriva delicata ma presente, con note che ho trovato balsamiche e pepate. L’impressione generale è di un panpepato natalizio con qualche zaffata di frutta candita (limone, arancia). Al palato l’alcol è morbido, un velo di caramello dona alla bevuta un carattere dolce ma non stucchevole, seguito da un finale speziato e terroso che pulisce molto bene il palato. Se la birra viene versata facendola schiumare (spezzando l’anidride carbonica, come si dice in gergo) non risulta eccessivamente frizzante al palato e si beve con piacere. Nel retrogusto ci accarezzano note di crosta di pane tostato, pretzel e un filo di cioccolato.
Gli homebrewer troveranno una bottiglia da riutilizzare con facilità: l’etichetta si stacca senza opporre resistenza.
Mi è piaciuta questa invenzione natalizia di Podere La Berta. Lontana dalle bombe speziate natalizie ma più intricata di un “semplice” Winter Warmer all’inglese. Assaggiatela se vi capita, anche in una sera d’estate. Fuori dalle convenzioni e dagli schemi classici di bevuta, anche in una serata estiva sul lungomare.