Ancora un post sul tuo impianto? Basta, lo conosciamo a memoria ormai! So che lo pensate, ma ogni tanto mi piace lo stesso aggiornarvi con le novità sul mio piccolo sistema di produzione da 10-15 litri che ormai utilizzo da quasi dieci anni. Devo dire che costruire un impianto, pezzo per pezzo, con le proprie mani, è uno dei tanti aspetti interessanti e formativi di questo hobby. Certo, con la stessa spesa (se sommiamo quanto ho sborsato in questi anni) avrei probabilmente comprato un AIO top di gamma, ma non avrei imparato tutto quello che ho imparato assemblando pezzo per pezzo questo piccolo Frankenstein, a cui sono molto affezionato.
Nel corso degli anni sono passato da un BIAB con sacca e bollitore elettrico in plastica (link), a un BIAB con pentola inox e resistenza elettrica (link) fino a un tre tini con cui – spesso, ma non sempre – faccio anche un piccolo sparge (link). Ho buttato la sacca non tanto perché non mi piacesse il BIAB (link), ma perché volevo mettermi alla prova con un nuovo sistema. Ho cambiato diverse pompe (link), mentre utilizzo sempre il mio fidatissimo sistema PID assemblato ben 8 anni fa (link) per il controllo della temperatura di mash. Non sempre funziona tutto benissimo (tranne il PID, che è una bomba), ogni tanto mi viene in mente qualcosa da cambiare/migliorare e mi metto subito al lavoro.
Oggi volevo fare il punto sulla configurazione a cui sono arrivato.
I componenti principali
Come impostazione ho seguito quella del tre tini: ammostamento in una pentola inox da 33 litri con resistenza a immersione da 2.400W; bollitura in una pentola più piccola, da 25 litri, sempre in inox, con resistenza a immersione da 2.400W; una terza pentola, stavolta in alluminio – ma buona, della serie Agnelli da cucina, acquistata su Amazon – da soli 9 litri, che utilizzo per lo sparge. Non faccio sempre sparge, perché spesso non mi “avanzano” litri a sufficienza dall’ammostamento. Mi spiego meglio.
Come si vede dalla foto qui sotto, la resistenza elettrica nella pentola di ammostamento si trova sul fondo. Per fare in modo che i grani non tocchino la resistenza, utilizzo una griglia inox (acquistata su misura dal sito francese Microbrassage.com) che grazie a delle viti inox (sempre su misura) viene mantenuta sopra alla resistenza. Questo sistema ha il grande vantaggio di scongiurare le bruciature che possono generarsi sul fondo durante le rampe di ammostamento (cosa che si verifica sovente nei sistemi AIO). Il doppio fondo che si viene a creare, però, tra il fondo della pentola e il filtro, con una capienza di circa 4 litri, non viene occupato dalle trebbie. Questi 4 litri di acqua in più che devo aggiungere al mash potrebbero essere utilizzati per lo sparge, ma devono essere invece detratti dai conti per il rapporto acqua grani di ammostamento. Contando anche i litri che si trovano sotto al filtro, il rapporto totale acqua-grani dei miei ammostamenti è infatti di circa 4 L/Kg. Tuttavia, il vero mash (quello che può far intasare la pompa se troppo denso) si svolge sopra al doppio fondo: togliendo i 4 litri che sono sotto, il rapporto acqua-grani effettivo diventa di 3 L/Kg. Mi sono spinto anche fino a 2,8, ma sotto non posso scendere altrimenti la pompa per il ricircolo fa fatica. Per questa ragione a volte elimino del tutto lo sparge, specialmente quando faccio mash molto densi per birre ad alta densità: se mi rimangono solo 2-3 litri per lo sparge, preferisco lasciar perdere: il guadagno in efficienza sarebbe irrisorio.
La pentola di bollitura non ha rubinetto perché a fine bollitura trasferisco il mosto nel fermentatore dall’alto con un sifone, senza fare whirpool. Questo approccio mi semplifica la vita, anche se perdo forse un litro di troppo sul fondo della pentola di boil insieme alla fondazza, ma poco male. Non ho mai avuto nessun tipo di intoppo, nemmeno in birre pesantemente luppolate a fine bollitura o in hop-stand.
Tutti i buchi li ho praticati con un comodo punzone, senza alcuna difficoltà (cercate quello della misura giusta). Si fa prima un buchettino con il trapano, con punta HSS, poi ci si infila il punzone e si stringe. Buchi perfetti senza fatica.
Piccola nota sull’alluminio: non è il massimo se utilizzato su prodotti acidi a caldo (come il mosto). Per lo sparge tuttavia è tollerabile, dato che ci scaldo solo l’acqua e la tengo in quella pentola per un’oretta al massimo. Probabilmente prima o poi sostituirò questa pentola con una in inox, ma prima di spendere troppo volevo verificare che un piccolo sparge fosse fattibile e soprattutto che servisse davvero a qualcosa. Pare di sì.
Le due pentole inox le ho acquistate in giro per internet (mi pare la prima su eBay, la seconda su Aliexpress). Non posto i link perché non sono più attuali, ma se cercate bene si trovano ancora, secondo me. Le resistenze le ho prese in UK (la prima) e su Microbrassage (la seconda). Funzionano entrambe molto bene, non bruciano in alcun modo il mosto. La prima, quella del mash, è sovradimensionata per il mash (ne basterebbe una con metà potenza per mantenere la temperatura di mash) ma questa potenza è utile per portare più velocemente la temperatura dell’acqua, inizialmente fredda, a quella di mash-in. Per le rampe di ammostamento serve però un riduttore di tensione, altrimenti si scalda troppo velocemente il mosto sul fondo rispetto a quello nella parte superiore, anche con la pompa accesa.
Per il controllo di temperatura uso il solito PID, assemblato diversi anni fa. Il mio è il modello della Asenco, che non so se si trova ancora. Funziona alla perfezione. So che ne esistono diversi modelli della Inkbird. Il PID lo trovo essenziale, non tanto perché senza non si riesca a mantenere la temperatura (con un po’ di pazienza e il riduttore di potenza si riesce), ma perché ti lascia la tranquillità di dimenticarti della pentola e fare altre cose durante il mash, senza preoccupazioni.
Non faccio molte rampe, ma quando capita uso il riduttore di potenza (acquistato su Amazon, tipo questo) che mi permette di ridurre la potenza della resistenza evitando che il mosto sul fondo si surriscaldi (per questo è essenziale il termometro analogico posizionato sul fondo, in modo da controllare che non si alzi troppo la temperatura del mosto vicino alla resistenza e regolare di conseguenza il variatore di potenza).
Con il senno di poi avrei potuto mettere PID e riduttore di potenza nella stessa scatola, ma li ho costruiti in epoche diverse su due moduli separati. Non è detto che un giorno non li unisca.
Punti critici per controllare l’efficienza
Non raggiungo efficienza altissime con questo sistema, ma non è un grande cruccio. Ho comunque migliorato l’efficienza del 50-55% che avevo con il BIAB puro. Ora arrivo al 70% qualche volta, più spesso al 65%.
Ci sono due punti dove perdo molta efficienza: le perdite nel tino di ammostamento dopo il trasferimento del mosto nella pentola di bollitura (circa 1 litro), e quelle a fine bollitura (che vanno da 1,5 a 2 litri a seconda della fondazza). I sistemi AIO, facendo bollitura e ammostamento nella stessa pentola (come il mio precedente sistema BIAB) azzerano la prima perdita, aumentando l’efficienza. Se non avessi la perdita nel fondo del tino di mash, l’efficienza del mio impianto salirebbe al 70-75%. Se riducessi anche quella sul fondo della pentola di bollitura, che so, a mezzo litro, l’efficienza arriverebbe al 75%-80%. Potrei intervenire in entrambi i punti, ma mi porterei mosto più torbido in giro: sia in bollitura (potrei inclinare la pentola di mash a fine trasferimento e recuperare una parte del fondo, dove però si sono depositate le trebbie), sia nel fermentatore, dove arriverebbe mosto più torbido se fermassi troppo tardi il trasferimento con sifone. Potrei installare un rubinetto e un filtro sul fondo della pentola della bollitura, fare whirpool e pescare da sotto, per ridurre le perdite sul fondo. Potrei, e non è escluso che un giorno non lo farò, ma per ora non mi va.
Per ottimizzare lo sparge ed evitare splashing, utilizzo semplicemente un tubo in silicone poggiato sul letto di trebbie. All’estremità ho fissato un pezzettino di silicone in modo che il getto vada verso l’alto e non buchi il letto di trebbie. Lo sparge ho provato a farlo con la pompa magnetica, ma ho notato che quando va troppo lenta fa fatica e pesca aria, o si blocca del tutto. Preferisco quindi farlo a caduta, aprendo pochissimo il rubinetto e procedendo molto lentamente. Mantengo sempre un livello di mosto di almeno 1 cm sopra le trebbie durante lo sparge, in modo che l’acqua che arriva dallo sparge si mescoli al mosto nella parte alta della pentola, prima di passare nel letto di trebbie. Alla fine, anche andando molto lento, non ci metto più di 15-20 minuti essendo pochi i litri di sparge (al massimo 9, ma spesso 6-7, per le ragioni sopra citate). Quando non faccio sparge, o se lo faccio troppo veloce, l’efficienza mi sembra scendere di qualche punto percentuale (mediamente 5-6% in meno): non un dramma, lo sparge si potrebbe anche saltare ma spesso lo faccio ugualmente, mi costa poco. Riscaldo l’acqua di sparge a 80°C sui fornelli di casa (la pentola di sparge non ha resistenza), la sposto fuori e faccio sparge. Fatica quasi nulla. Regolo l’altezza del tubo di sparge con un piccolo filo di rame che non tocca mai il mosto (ho eliminato il rame del tutto dal mio impianto).
La pentola di mash non ha la forma ideale per ottimizzare lo sparge: spesso è piena solo a metà (quando produco 11 litri di birre a bassa OG) e forma un letto di trebbie molto basso. È comoda però per riempirla fino all’orlo nel caso in cui faccio birre ad alta OG. Con questo sistema si possono produrre circa 15 litri di birre a bassa OG e quasi 10 litri di birre ad altissima OG (ne ho fatta una a 1.100).
Vale la pena, o meglio un AIO?
È lecito chiedersi se valga la pena assemblare tutte queste componenti invece di comprarsi un AIO già bello e pronto. La risposta non è ovviamente univoca e valida per tutti e dipende da molti fattori: budget a disposizione, voglia di smanettare, competenze sul fai-date-te (nel mio caso poche, le ho acquisite nel tempo), pazienza. Dalla mia esperienza posso dire che è un approccio che mi è piaciuto e mi piace ancora molto: imparare a conoscere pezzo per pezzo il proprio impianto e quantificare l’impatto che le piccole modifiche hanno sull’efficienza e sulla gestibilità complessiva mi ha dato molto. Inoltre la spesa è stata diluita nel tempo, non ho mai fatto grandissimi investimenti tutti insieme: prima avevo un solo bollitore economico in plastica, poi il PID, poi una pentola inox; prima una pompa Solar che funzionicchiava (economica), poi una magnetica molto più funzionale e facilmente regolabile con un rubinetto in uscita (link); poi due pentole, per portare mosto limpido in bollitura; poi tre, per fare sparge. Non faccio splashing in nessuna fase della produzione (cosa che secondo me è meglio evitare, anche se non compromette necessariamente il risultato finale), porto mosto bello limpido in bollitura (anche qui, non necessario ma comunque positivo).
Ci vuole leggermente più tempo per pulire, ma non ho mai bruciature che ostacolano la pulizia. Metto in ricircolo con un detergente la pentola di mash mentre sono in bollitura, il che mi fa risparmiare tempo. La pentola di bollitura ci vuole un attimo a pulirla con pezzetta e sapone, non ho scambiatori da pulire (uso serpentina inox che si pulisce davvero facilmente).
Non ho grandissima efficienza, ma nel tempo l’ho anche migliorata senza troppi sforzi. Qualsiasi cosa si rompe, la so sostituire. E poi, ogni tanto mi sveglio la mattina e penso: potrei modificare questo e quest’altro, e riparte il giro!
Ciao Frank, avrei una domanda sullo sparge. Se non ho capito male, versi acqua lentamente sul mosto che si trova sopra alle trebbie. Questo mosto non scola e quindi il livello del liquido aumenta, fino a quando hai finito lo sparge e poi trasferisci nel bollitore con la pompa che pesca da sotto? Se è così, non capisco perchè versi l’acqua lentamente e dove sta il vantaggio di fare lo sparge, visto che le trebbie le potresti lavare anche solo con il mosto con il ricircolo della pompa di mash? Viceversa, se l’acqua di sparge va direttamente sulle trebbie senza il mosto liquido (come ad esempio avviene con gli AIO) le trebbie si dovrebbero lavare meglio e allora sì che si ottiene qualche punto di efficienza in più.
A questo riguardo, sul fly-sparge con l’AIO, ti volevo anche chiedere se secondo te le trebbie “all’aria” durante lo sparge quando si scola il cestello sono fonte di problemi (tipo estrazione di tannini o altro)? Grazie!
Apro il flusso della pentola di ammostamento molto lento, e nel frattempo apro quello di sparge più o meno alla stessa velocità. In questo modo rimane sempre mosto sopra le trebbie che crea mescolamento dell’acqua di sparge che piano piano fluisce nelle trebbie, ma molto lentamente. Se non lasciassi lo strato di mosto sopra il getto di birra dal tubo di sparge diretto sulle trebbie creerebbe presto un canale unico di passaggio annullando l’efficacia dello sparge. In alternativa si dovrebbe distribuire uniformemente l’acqua di sparge su tutto il letto di trebbie (ad esempio con un lungo tubo forato o con una doccetta) ma per così pochi litri non vale la pena. Spero di aver chiarito. In tutto ciò, inoltre, evito qualsiasi splashing.
Aggiungo anche che l’idea della trebbie “all’aria” non mi entusiasma e che sì, possono essre fonte di ossidazione (non solo dei tannini). Ma è anche vero che nella stragrande maggioranza dei casi gli effetti non si notano. Ma, potendo, evito.
Interessante esposizione.
Solo un appunto per i fanatici dell’efficienza dell’impianto (non di estrazione in fase di mash).
Il modo più semplice per aumentarla è aumentare il litraggio produttivo. 😬 Ci sono perdite fisse che variano di poco se si aumentano i volumi ma cambiano in positivo i punti di efficienza. Es. Nella mia pentola di mash posso fare ammorsamento con 20 o 30L, rispettando lo stesso rapporto acqua grani alla fine avrò comunque 1,5L di spazio morto sotto il rubinetto della pentola a fine filtrazione ma in rapporto al liquido presente nella pentola di boil avrò sicuramente un efficienza superiore nel secondo caso.
Stesso discorso per la pentola di boil anche se nel secondo caso avrò un po’ di trub in più.
Per questo i birrifici hanno efficienze più alte rispetto a noi HB e ci sono alcuni HB che facendo 100-200L dichiarano a ragione efficienze impensabili in contesti casalinghi.
Tutto sto pippone per dire che con pochi L non ha senso farsi paranoie sull’efficienza 😁
Assolutamente d’accordo!
Ciao Frank, bellissimo articolo. Una domanda sul ricircolo in fase di mash.
In che modo fai uscire il mosto dalla pompa nella parte alta della pentola? Per tutto il tempo durante il quale si fa mash e mash out avendo la pompa che esegue il ricircolo, l’estremità del tubo che ributta il mosto in alto non rischia di far canalizzare il letto di trebbie? Il pezzettino di silicone che dici di usare durante lo sparge lo tieni pure durante il mash? Grazie!
Nel mash non si forma effetto canalizzante in genere, il getto è piuttosto forte. Poi, comunque, ogni tanto vado e dì una girata. Ma l’obiettivo del mash è diverso da quello dello sparge: nel primo gli amidi si convertono anche rimanendo fermi nello stesso posto, nel secondo invece l’acqua deve fare un percorso più ampio possibile per far scendere gli zuccheri già convertiti nella pentola di bollitura. Il ricircolo durante il mash serve per tenere uniforme la temperatura.
Grande Frank. Da possessore di un impianto a tre tini in linea questo tuo post mi fa sentire meno solo. Gli AIO sono una bomba atomica ma tolgono a mio avviso fantasia e duttilità. Con il mio impianto per esempio sono in grado di produrre dai 30 fino ai 95 litri, fare sparge, fare doppio ammostamento, fare un mash classico e due biab…. l’ho pensato anche perché ho la passione del whisky e mi serve di brassare cospicue quantità di mosto. Insomma mi fa avvelenare, ho efficienza bassa ma mi ci diverto come un pazzo. Con un pentolina appassirei pian piano
Ciao Frank, bell’articolo, anch’io mi sono costruto il mio impianto e non faccio mai due cotte con lo stesso. Sono però dell’idea che da un punto di vista economico comprare un AIO non sia detto che sia più economico, anche lì si rompono le pompe e non credo che siano eterni come componentistica in generale. Inoltre non sono convinto che gli AIO abbiano un PID.
Mediamente è più economico, poi ovviamente dipende cosa compri. I più costosi hanno un PID, gli altri un controllo tipo termostatico che però funziona abbastanza bene ed è più che sufficiente se la resistenza ha potenza modulabile (e di solito ce l’ha).
Ciao Frank, efficienza al 65% direi che è ottimo. Nel mio impianto AIO che mi sono autocostruito pratico molto spesso il cosiddetto “rimontaggio” (prendo parte del mosto e lo rimetto in circolo attraverso i grani) durante l’irroramento con l’acqua di sparge. Pensavo fosse una mia fissa ma ho saputo che molti lo fanno anche tra quelli che hanno tre tini. Ci vedi particolari controindicazioni? Ad esempio una perdita di fermentabili nel letto di trebbie.
Oddio, 65% ottimo no ma sicuramente più che accettabile 🙂 Per quanto riguarda il ricircolo prima dello sparge, credo tu ti riferisca al “vorlauf”, pratica più che consolidata per compattare il letto di trebbie e illimpideire il mosto prima di far partire lo sparge.
Ciao Frank, innanzitutto grazie per tutti i Tuoi articoli che sono sempre dei punti fermi per semplicità e per competenza.Domanda…l SCR che usi per ridurre la potenza della resistenza di Mash non da problemi con il PID?
Cioè il PID “tarato” per annullare l inerzia termica con resistenza a piena potenza fa lo stesso se la riduco della metà?
Il riduttore di potenza lo usa staccando il PID solo quando faccio le rampe. Gestire le rampe con il PID non viene bene, va troppo lento.
Grazie mille
Ciao Frank, torno sugli scarti di 2 litri che restano a fine fermentazione. Io li travaso con tutta la schifezza del trub {su 2 litri, 1 è trub} in una bottiglia in plastica sanificata, aggiungo una piccola. Porzione del lievito che uso per la cotta e abbocco il tappo della bottiglia senza serrare. Poi metto a fermentare accanto al resto, a volte anche fuori dal frigo, e uso il tutto come test. Completo il ciclo di fermentazione di questa bottiglia molto velocemente e poi imbottiglio (al massimo ottengo 1 litro) e così ho una anteprima della birra che sarà: in genere il risultato è più che buono, una gustosa premiere da sorseggiare mentre il resto matura o lagherizza!
Perchè una pentola da 50 litri per 20 litri di birra? Mi sembra eccessivo, rischi di disperdere calore e avere una bollitura modesta. io andrei con una pentola classica da 33 litri dove puoi far bollire tranquillamente 25-26 litri di birra e ottenerne 20 nel fermentatore. Conq uesto setup puoi farci anche 10 litri.
Ciao Frank,
Vorrei costruirmi un impianto sulla falsa riga del tuo da utilizzare inizialmente in BIAB e successivamente magari per un “tre tini” come nel tuo caso.
L’obbiettivo sarebbe quello di effettuare cotte da 20 litri (finiti), secondo te una pentola da 50 litri ed una resistenza da 2.5 kW ci potrei riuscire? Ho alcuni dubbi sulla resistenza per la fase di bollitura. Inoltre, se un giorno volessi lavorare su batch più piccoli, potrei avere dei problemi lavorando su una pentola così grande?
Grazie
Ciao Francesco
Di tanto in tanto mi ripasso qualche tuo articolo alla ricerca di risposte alle mie domande.
Ho da poco preso una nuova pentola ma, a differenza della precedente, non ho i volumi impressi all’interno. La mancanza di questa comodità si sente soprattutto dopo le fasi si mash e bollitura, dove i valori di volume servono per tarare bene l’impianto. Al netto che con un po’ di tacche sul mestolo, il problema lo risolvo, mi chiedevo però come hai risolto tu.
Grazie
Con questa bilancia, e mi trovo benissimo: https://www.amazon.it/dp/B00Y0VS9Z8/ref=as_sl_pc_as_ss_li_til?tag=brewi-21&linkCode=w00&linkId=16b71014e3e18c4bbd12032e549ec15a&creativeASIN=B00Y0VS9Z8
Per ottenre il volume dal peso, basta dividere il perso per la densità del mosto. Ad esempio, se in preboil hai 20 Kg di mosto a densità 1.040, i volumi sono 19,2.
Su amazon dice che sopporta un peso massimo di 30Kg. Se così non andrebbe bene per il mio setup perchè tra pentola, mosto e grani supero i 50Kg.
Pensare di spostare il pentolone ogni volte non è praticabile perchè pesa un accidenti a pieno carico.
Credo che userò un metro, anche se il tuo metodo è più preciso
Giusto, se sono tanti litri è impraticabile. Puoi usare il classico mestolo in legno con delle tacche che puoi fare tu, io usavo prima un tubo in rame su cui è facile fare delle tacche belle profonde con un dremel. Lo tari una volta e poi sei a posto, ma in questo caso devi considerare che le misure a caldo sono falsate perchè l’acqua aumenta il volume di circa il 4% a 100°C. A 60°C un po’ meno.
Visti i tempi stretti a disposizione ho optato per una soluzione pratica ma efficace: un set di righelli in acciaio inox su amazon, non flessibili.
https://www.amazon.it/dp/B07J9XJQQV?_encoding=UTF8&psc=1&ref_=cm_sw_r_tw_ud_dp_6BE0RD9FGA6FN733MB42.
Scala sia in cm che pollici
La bilancia invece la potrei usare per valutare a che punto è la fermentazione, visto che uso i jolly keg
Ottimi i righelli in inox! Quella bilancia non credo sia così precisa da poter misurare l’avanzamento della fermentazione. Inoltre devi cercare le formule giuste, perché in quel caso evapora CO2 che riduce il peso, ma viene anche prodotto alcol che riduce densità e peso.
Ti (Vi) condivido questo link, se non lo avete già trovato.
https://www.ikegger.com/blogs/ikeggerworld/how-much-co2-is-produced-during-fermentation
Facendo un percorso al contrario, calcolando quanto zucchero (ipotesi sia solo glucosio) è rimasto (per ogni mole di glucosio si producono due moli di alcool e due di co2) si potrebbe “ipotizzare” la densità raggiunta. Non ho prove sperimentali, ma anche avendole credo che si otterrebbero solo prove molto indicative della densità finale. Mi va però di tentare anche per capire se si può migliorare.
ciao, cosa è quell’affare alla fine del tubo di ricircolo nella pentola? ero rimasto che avevi messo un T.
Era un pezzeto di silicone che usavo pe rlo sparge, in modo che il flusso non andasse a bucare il letto di trebbie. Ma ormai uso il manifold della SS Brewtech (lo trovi su pinta.it) con cui mi trovo benissimo posizionandolo sopra al letto di trebbie.
Ciao. Il riduttore di potenza potrebbe essere pilotato da un Raspberry Pi invece che dal tastierino manuale ? In questo caso potrei fare a meno del Pid e fare tutto da programma sul Raspberry?
Grazie
Probabilmente un modo ci sarà, ma non sono pratico di queste cose. Mi spiace.