Finalmente, dopo alcune settimane di attente riflessioni e acquisti mirati, ho potuto testare sul campo l’evoluzione del mio piccolo impianto BIAB da 15 litri. Come ho già raccontato in un post di qualche settimana fa (link), si tratta di un primo passo nella direzione di un cambiamento per me quasi epocale.

La prima modifica, più semplice e meno costosa, l’ha subita l’attrezzatura per la produzione a caldo; la prossima, più impegnativa e costosa, arriverà tra qualche mese e riguarderà processi e attrezzatura per fermentazione e imbottigliamento.

Le ragioni alla base di questa evoluzione le ho motivate nel post segnalato sopra, ma ci tengo a ribadire un concetto fondamentale: sono ancora affezionato al metodo BIAB e continuo a ritenerlo un approccio valido, tanto che lo consiglio sempre a chiunque abbia voglia di avvicinarsi a questo hobby. In periodi della mia vita in cui non avevo né tempo né spazio per produrre, mi ha consentito di ridurre notevolmente l’ingombro dell’attrezzatura e i tempi di cotta, permettendomi di mettere in campo molte ricette e consolidare la mia esperienza con ingredienti, assaggi e fermentazioni. Come si dice in questi casi “rifarei tutto”, ma è arrivato il tempo di cambiare.

Non ho mai sostenuto che il BIAB fosse il metodo migliore in assoluto (altrimenti verrebbe sfruttato anche in birrificio). Tuttavia, secondo me rappresenta un ottimo compromesso tra praticità, costo, tempi di produzione e qualità della birra prodotta. Con un po’ di pratica e qualche accortezza, il livello qualitativo della birra brassata in BIAB è del tutto comparabile a quello della birra prodotta con classico impianto all-grain a tre tini. Anzi, data la semplicità di esecuzione e il grande vantaggio di doversi concentrare su un numero ridotto di variabili, un birraio meno esperto tenderà a commettere meno errori durante la cotta ottenendo risultati addirittura migliori.

Il ritratto della felicità mentre brasso in BIAB

Detto ciò, dopo anni di fedele passione con il BIAB, ho deciso di cambiare. Le ragioni alla base di questa scelta sono principalmente tre, nessuna di importanza fondamentale per produrre buona birra.

 Efficienza  Di per sé avere efficienza alta non è fondamentale, l’importante è che sia prevedibile e ripetibile di cotta in cotta. Tuttavia, nel caso in cui si vogliano produrre birre con densità più alta, i limiti del sistema BIAB iniziano a farsi sentire. Quando la densità sale l’efficienza scende, la pentola di mash si riempie di altri grani per compensare e i litri finali che si possono produrre si riducono. Mi piacerebbe fare qualche birra ben strutturata senza dovermi necessariamente trovare con 8 litri nel fermentatore ed efficienza al 45%.

 Torbidità del mosto in bollitura  L’ho detto e ridetto (e ci ho scritto anche un post): portare mosto torbido in bollitura non crea grandi problemi alla birra. Non posso dire (non l’ho mai detto) che sia ininfluente, ma nella maggior parte dei casi il problema non si pone. Tuttavia, vedere quel bel mosto limpido a fine mash “sporcarsi” al momento dell’estrazione della sacca dal pentolone mi rendeva sempre un po’ frustrato. Proviamo a cambiare, vediamo cosa succede. Anche solo per curiosità.

 Voglia di cambiare  Mia figlia è cresciuta. Ormai va verso i quattro anni e la vita è leggermente più semplice e soprattutto è più facile organizzarsi. Certo non ho più il tempo libero di quando ero uno scapolone e vivevo da solo, ma qualche ora in più da dedicare alla birra riesco ormai a recuperarla agilmente. E quindi proviamo a cambiare, passando un po’ più di tempo dietro ai pentoloni, e vediamo cosa succede.

IL VECCHIO SISTEMA

Chi segue il blog ormai conosce bene la mia pentolona elettrica e tutte le evoluzioni che ha vissuto in questi 6 anni di produzione. Sono partito (anzi siamo, quando eravamo in quattro) con qualche prova disastrosa di mash elettrico con ricircolo e controllo della temperatura. Conoscevamo poco e niente di produzione casalinga e di attrezzatura, il che ci ha portati più volte fuori strada. Dopo qualche cotta arrangiata, ho deciso di farmi un piccolo impiantino in casa per produrre da solo, acquistando un bollitore della Brupaks che ha fatto il suo dovere per un bel po’ di cotte insieme al PID e a una piccola pompa Solar Project. Sul fondo della pentola ho inserito un doppiofondo inox con filtro in plastica recuperato da un vecchio lauter tun (tipo questo). Il doppiofondo evita che la sacca BIAB vada a contatto con la resistenza sul fondo del bollitore.

BIAB vs AllGrain

L’impianto si è poi evoluto con sostituzione del bollitore con una pentola inox, una resistenza da 2,3 KW anch’essa inox (link) e successivamente una pompa Topsflo (link). Stesso concetto di funzionamento ma attrezzatura di livello più alto. Questa pentola, con relativo doppiofondo, sacca e PID è quella che uso ancora oggi. La pompa per il ricircolo è cambiata: la Topsflo ahimè non ha avuto un’ottima riuscita, alla fine sono tornato alla piccola Solar Project. Non il massimo, ma fa il suo lavoro (ogni tanto si blocca ma smontandola alla fine riparte). Mash con sacca BIAB, senza sparge, bollitura nella stessa pentola. La resistenza da 2,3KW è più che sufficiente per bollire 25 litri di mosto (con un’evaporazione anche eccessiva, intorno ai 3 litri/ora). Per facilitare lo sgocciolamento della sacca, a fine mash la toglievo dalla pentola insieme al doppio fondo e la trasferivo nel vecchio lauter tun, dove finiva di sgocciolare mentre portavo il mosto a bollitura. Qualche volta ho anche fatto un risciacquo sommario delle trebbie nel lauter tun, senza tuttavia notare particolari miglioramenti nell’efficienza.

IL NUOVO SISTEMA

Come prima cosa ho acquistato una nuova pentola dove condurre la bollitura del mosto, insieme a una nuova resistenza. La capienza è minore di quella del mash poiché per produrre massimo 15 litri di birra il mosto da bollire non va oltre i 21-22 litri. Finita l’era del crucco (il venditore ebay da cui tutti noi acquistavamo pentole inox a poco diversi anni fa) mi sono messo a cercare un’altra soluzione. L’ho trovata su AliExpress, dove ho individuato questa pentola inox da 25 litri spedita in pochi giorni con corriere a un prezzo ragionevole (intorno ai 50€).

Per la resistenza ho voluto provare quelle vendute sul sito francese Microbrassage: bassa densità di potenza, interamente in inox e a un prezzo competitivo rispetto a quella che ho preso da Angelhomebrew qualche anno fa (comunque ottima). Insieme alla resistenza ho acquistato il comodissimo punzone per forare la pentola.

Resistenza elettrica

In meno di una settimana è arrivato tutto. Ho forato, cablato e la pentola era pronta. Il rubinetto non mi serve perché travaso sempre dall’alto con il sifone a fine bollitura, ma non è escluso che un giorno non lo aggiunga (ho il punzone adatto, non ci vuole niente).

Prevedendo di usare una parte dell’acqua per fare sparge e quindi di ridurre la fluidità della miscela di acqua e grani nella pentola di ammostamento, l’esperienza ha acceso una lampadina nella mia testa. Con un mash troppo denso il ricircolo tramite pompa deve essere molto lento, altrimenti si crea un moto eccessivo verso il rubinetto mentre le trebbie nella sacca fanno da tappo, compattandosi. Questo può creare diversi problemi sul fondo della pentola, tra cui un aumento di pressione con conseguente innalzamento repentino di temperatura e formazione di bolle d’aria che bloccano la pompa.

La pompa Solar Project non funziona benissimo a bassi giri, così ho deciso di cambiare pompa. La scelta è ricaduta su una pompa magnetica in vendita su Aliexpress che in molti mi avevano consigliato. Non costa moltissimo (una sessantina di euro inclusa spedizione tramite corriere). Per regolare il flusso è sufficiente aggiungere un rubinetto a sfera sul flusso in uscita dalla pompa: la regolazione del rubinetto non crea problemi alla girante perché il funzionamento è magnetico e non meccanico.

Infine, la pentola di sparge. Non so se in futuro aumenterò il litraggio dello sparge. Per ora ho fatto la prova con sei litri e mi è andata bene. Ho usato una pentola non troppo grande presa dal cinese sotto casa. Scaldo l’acqua di sparge (dopo averla acidificata a 5-5.2) sul fornello di casa fino a portarla a 78°C, poi la sposto fuori e faccio sparge con una piccola brocca in vetro e un colino, facendo attenzione a mantenere il flusso in uscita (dalla pentola di mash a quella di bollitura) molto basso, in modo da tenere le trebbie coperte di mosto fino a quando non finisce l’acqua di sparge. Non è escluso che in futuro cambi questa pentola con una più grande dotata di rubinetto per automatizzare lo sparge, ma per ora va bene così.

Un punto critico del sistema che mi ha dato diversi problemi in passato sono gli step di temperatura. La sacca, a causa del peso dei grani e alle forze di risucchio che crea la pompa sul fondo della pentola, tende a fare da tappo. Se la resistenza viene accesa a piena potenza per aumentare la temperatura del mosto la situazione si fa presto critica: la temperatura sul fondo inizia a salire velocemente, quando la pompa è al minimo il mosto non si miscela e in brevissimo tempo la temperatura sul fondo della pentola inizia a salire creando bolle d’aria che bloccano il flusso della pompa peggiorando ancora la situazione. Ho quindi costruito un piccolo riduttore di potenza che ha come elemento base questo componente preso su Amazon. Il tutto è stato assemblato in pochi minuti all’interno di una scatola di derivazione con una ventola a 220V per evitare surriscaldamento (la potenza che viene tolta alla resistenza da qualche parte deve pur dissiparsi). Avevo acquistato per bene due volte anche questo misuratore di Ampere e Watt, non indispensabile ma carino, ma si è rotto entrambe le volte dopo pochi minuti di utilizzo. Con questo piccolo aggeggio sono riuscito a ridurre la potenza della resistenza durante la rampa di mash-out, evitando un eccessivo surriscaldamento del mosto sul fondo. Il tutto senza smuovere le trebbie e senza intorbidire il mosto.

COME È ANDATA LA COTTA

Bene. Molto bene. Lasciando da parte solo 6 litri di acqua per lo sparge, ho raggiunto un rapporto acqua/grani in ammostamento pari a 3,6 L/Kg. La pompa ha girato tranquillamente a bassi giri, volendo si può ridurre ancora la velocità senza grandi problemi. Per ora continuerò a limitarmi a 6 litri di sparge senza comprare altre pentole, ma non è escluso che non aumenti l’acqua di sparge in futuro.

L’efficienza è stata molto buona: la stessa birra, con ricetta quasi identica e prodotta con il vecchio setup qualche mese fa, aveva limitato l’efficienza del sistema al 50%. Con questa cotta sono arrivato al 65%, un salto che oserei definire “quantico”. Ho ottenuto un litro di mosto in più del previsto (meno trub) con una densità maggiore di due punti rispetto alle attese. Il riduttore di potenza ha funzionato benissimo, rendendo la rampa per il mashout fluida e facilmente gestibile. Indispensabile il termometro sul fondo della pentola per avere sempre a vista la temperatura del mosto vicino alla resistenza e modulare di conseguenza la potenza applicata. Direi perfetto.

Il fly sparge è andato liscio: un piacere osservare il mosto limpido riempire la pentola di bollitura. I pochi litri di acqua di sparge non hanno richiesto molto tempo in più, anche perché mentre il mosto scendeva avevo acceso la resistenza della pentola di bollitura. Finito lo sparge ho avuto giusto il tempo di pesare il luppolo prima che la bollitura partisse.


Chiaramente non si possono tenere accese entrambe le resistenze da 2,3 KW senza far saltare il contatore di casa, ma non ce n’è bisogno con questo sistema. L’acqua di sparge l’ho scaldata sui fornelli di casa, la resistenza per la bollitura l’ho accesa una volta terminato il mash.

La bollitura con la nuova resistenza è stata sufficientemente vigorosa: 3,5 Litri di evaporazione partendo da 18 Litri sono un buon 20%, anche troppo in realtà. Raffreddamento finale con serpentina e trasferimento nel fermentatore con sifone, lasciando sul fondo della pentola circa 2,5 litri di trub. In generale il mosto mi è sembrato molto più limpido, il che ha generato in me non poca soddisfazione.
Una pentola in più da lavare, forse un’oretta in più di cotta. Sopportabile, direi. Nessun intoppo. Ora attendiamo la seconda cotta per confermare i dati raccolti.

 

54 COMMENTS

  1. Complimenti Frank, bel lavoro! Ora però aspettiamo che tu metta mano alle bombole di co2 🙂
    PS: c’é un errore quando scrivi del rapporto acqua/grani. Non sono 3.6 Kg/L ma L/Kg, a meno che tu non abbia fatto la polenta

  2. Ciao! A proposito di sparge, ho una curiosità: una volta riscaldata l’acqua di sparge, non sarebbe più semplice (ed efficiente) passare la sacca direttamente in questa pentola? O porterebbe controindicazioni?

  3. Uno degli obiettivi di questo sistema è quello di non smuovere il letto di trebbie per non intorbidire il mosto. Spostando la sacca si ottiene l’effetto contrario. Quindi la risposta è no 🙂 Senza contare che nella mia attuale pentola di sparge da sei litri la sacca non entrerebbe.

  4. Naturalmente dopo una sola cotta sarà difficile esprimersi sulla validità della pompa, ma visto che ti è stata consigliata magari hai anche altri feedback; perciò ti chiedo: che sensazioni ti dà? Può essere “la pompa definitiva”? O rimane comunque una soluzione di compromesso? Essendo in procinto di implementare il ricircolo avevo mezza intenzione di procurarmi in qualche modo una chugger, per fare la spesa una volta sola. Ma questa, almeno dalle foto, non sembra niente male…

    • La plastica delle parti interne della pompa è così s così, nel senso che magari è davvero food-grade ma anche boh 🙂 Per il resto la pompa mi sembra bella massiccia, si smonta abbastanza bene e la qualità dei materiali, ovviamente a occhio, mi sembra media. Vale il prezzo che costa, credo che una chugger sia comunque un altro mondo. Ma poi dipende sempre uno cosa ci deve fare. Per il ricircolo del mash questa secondo me va più che bene, anche perché il mosto rimane a temperature non troppo alte.

  5. Complimenti per l’articolo e l’attrezzatura!
    Dopo 3 anni di stop sto ricominciando e la prossima cotta sarà proprio in BIAB ma sul gas. Però invece di incasinarmi con tutte ste pentole e tini stavo pensando di acquistare una macchina all-in-one tipo quelle che si trovano sui siti specializzati. Ovviamente il budget è limitato ai 500€ . Cosa ne pensi tu di queste macchine? Grazie

    • Funzionano bene, le usano in molti. Io ho provato una volta il Grainfather e non mi ci sono trovato male.

  6. Grande Frank! Una domanda che mi sono fatto è? Il mitico sistema di ponteggi in cordini e cucchiaio di legno che avevi sul tuo primo e leggendario impianto come lo hai sostituito?? La temperatura la peschi ancora dall’alto verso il basso?
    Perchè la sacca rimane comunque un grosso limite ad eventuali portasonde laterali…o sbaglio?

    • Due domande che possono sembrare stupide. Ma usi ancora la sacca per i grani in mash? Di che diametro sono i tubi che usi con la pompa di ricircolo?
      Grazie

  7. Ok grazie mille, ma quindi se parliamo di Biab far sgocciolare la sacca sopra il mosto a contatto con l aria potrebbe essere un problema, anche perché il mosto che sgocciola per forza di cosa splasha…

    • Chiaramente sì, poi però bisogna sempre vedere l’economia complessiva. Non è che un po’ di splash ti rovini al 100% la birra. Dipende dai malti che si usano, da quanto si splasha, le variabili son molte e non tutto ha lo stesso peso sul risultato finale. Diciamo che è bene cercare di contenere lo splashing, nei limiti del possibile. Ho fatto per anni birra in BIAB con un po’ di sgocciolamento e non ho visto enormi problemi. Diciamo che in futuro, una volta messo a posto tutot il resto (fermentazione, qualità delle birre) può aver senso fare un upgrade di impianto. Ma per fare pratica e fare buone birre il BIAB va benissimo, certo evitando di splashare anche nei trasferimenti da pentola a pentola.

      • Io di solito quando alzo la sacca la faccio sgocciolare sopra la pentola fino a che il mosto inizia a bollire, dopodiché sposto la sacca, appoggiata su uno scolapasta, sopra un recipiente e continuo a fare sgocciolare ancora intanto che sto bollendo…dopo circa mezz’ora ha sgocciolato un altro mezzo litro quasi….secondo te quel mezzo litro è giusto ributtarlo dentro a metà bollitura o no?

        • Dimmi la tua Frank per favore, è un problema secondo te ributtare dentro un po’ di mosto recuperato dalla sacca che sgocciola a bollitura già avviata? (Circa a metà)

  8. Nel fare la birra secondo me si va per ottimizzazione successive, affrontando prima i problemi più importanti come adeguata sanitizzazione, fermentazione, gestione del lievito, ricette e conoscenza degli ingredienti. Successivamente si affrontano i problemi di minore importanza, ottimizzando (se se ne ha voglia) ulteriormente i processi. Diciamo che un po’ di sgocciolamento non mi sembra un odei maggiori problemi a cui un birraio casalingo può andare incontro, ecco. 🙂

    • No certo Frank su questo punto eri già stato chiaro e siamo d accordo…la mia domanda è un altra: di solito facevo sgocciolare fino al momento in cui il mosto arrivava a bollitura e poi basta, L ultima cotta però ho visto che se continuo a fare sgocciolare a parte la sacca anche durante la bollitura recupero un altro mezzo litro di mosto…È un problema buttarlo dentro a metà bollitura?

  9. Grande Frank. 2 domande:
    1- scartabellando un po’ su ali express vedo questa qui https://it.aliexpress.com/item/32791151641.html che non capisco se è simile o uguale, o se va bene. Perchè la vedo ben costruita e soprattutto c’è uno sconto interessante oggi. cosa ne pensi?

    2- non ho capito come hai sistemato la ventola e il regolatore di potenza: hai creato una scatola che hai messo prima, a monte del cablaggio della resistenza? tra il PID e la resistenza?

    Grazie e mitico come sempre

    • Mi sembra la stessa pomoa che anche io ho pagato 30€ + 30€ di spedizione con corriere. Il regolatore di potenza lo uso solo nelle rampe, senza usare il PID. Io lo metto dopo il PID con la temperatura del PID al massimo in modo che la resistenza sia sempre accesa e regolata dal regolatore di potenza. Ma puoi anche staccare del tutto il PID a quel punto, non serve.

      • Diciamo che l’unica differenza che vedo per la pompa è che c’è scritto food grade e sembra già con la spina. Ma se quella che hai preso tu è già food grade mi sa che opto per una spedizione più veloce allo stesso prezzo

  10. Ciao Frank,
    ti seguo da un po’ e trovo che el tue soluzioni siano molto interessanti.
    Però non capisco, scusa l’ignoranza “fisica” colossale, che differenza c’è tra il PID e il regolatore di potenza. Non li usi per svolgere la stessa funzione?
    Inoltre, per controllare il PID, che stavo pensando di usare anche io, sempre sullo stesso sito della resistenza, ho trovato questa sonda https://www.microbrassage.com/produits/sonde-temperature-pt100-20mm-avec-prise-et-cable/ , che con un attacco a Tee fisserei nel sistema di ricircolo. Pensavo di optare per questa soluzione per non avere problemi con il pozzetto. La domanda che mi pongo è dove fissarlo, subito dopo la pompa, o tra rubinetto e pompa. Pensi che possa essere una soluzione valida?

    • Il pid non regola la potenza della resistenza, ma solo l’accensione in base alla temperatura. Non è indicato per le rampe nella mia confugurazione perchè la resistenza è troppo potente e riscalda troppo il fondo quando ci sono i grani nella potentola. Così nella rampa del mash out riduco al 40-50% della potenza e vado tranquillo. Sul posizionamento della sonda nel ricircolo non so aiutarti perchè non ho esperienza pratica.

  11. Domanda, ma il tuo PID non è uno smartPID vero?
    Perchè lo smartPID gestisce la potenza della resistenza se non mi sbaglio

    • Vero, ma lo SmartPID lo uso sul frigo. non ho avuto ancora temnpo di provarlo sulla parte a caldo. Sono un po’ pigro perché il mio PID funziona benissimo e non mi va di cambiarlo. 🙂

  12. Ciao frank grazie per questo articolo. Volevo chiederti che tipo di attacco/connettore/raccordo usi tra rubinetto e sonda per la temperatura? Grazie e complimenti ancora.

      • Ho capito, io pensavo(dalla foto non capivo) che la sonda di temperatura fosse innestata al rubinetto con un raccordo a c invece sono due entità separate. Pozzetto da una parte e rubinetto dall’altra. Per curiosità che pozzetto usi? Grazie.

  13. Ho capito, io pensavo(dalla foto non capivo) che la sonda di temperatura fosse innestata al rubinetto con un raccordo a c invece sono due entità separate. Pozzetto da una parte e rubinetto dall’altra. Per curiosità che pozzetto usi? Grazie.

  14. Ciao Frank e grazie per il grande lavoro di condivisione che fai. Una domanda logistica. Con Microbrassage ti sei affidato alla spedizione Mondial Relay Home Delivery?
    E per ora ti stai trovando bene con le resistenze loro?

    • Mi pare avessi scelto corriere (se non sbaglio era DPD che poi in Italia passa a Bartolini che è dello stesso gruppo). La resistenza va una bomba per ora.

  15. Tutto molto interessante, ma non ho capito perché il sistema è “quasi” a tre tini, ci sono tre pentole: la pentola di ammostamento, la pentola di bollitura, e la pentola per riscaldare l’acqua per il risciacquo delle trebbie. E’ in tutto e per tutto un sistema a tre tini. Sei passato dal BIAB al sistema classico a tre tini.

    • Tecnicamente hai ragione, ma la pentola di sparge ha un volume un pò ridicolo per fare uno sparge decente e avere l’efficienza del tre tini. 🙂

  16. Ciao Frank,
    una domanda: con questo impianto avendo una maggiore produzione dove hai fermentato? Ho letto che successivamente sei passato alla fermentazione direttamente in contropressione, ma in questo frangente come hai fatto? Se non ricordo male anche tu avevi i fermentatorini da 16lt come me, nei quali non vanno più di 12lt – 13 stiracchiati… Te lo chiedo perché anche io ho tentato un piccolo sparge in BIAB, ma quello che mi frena dal mettere un litrello in più è sempre la dimensione massima del fermentatore.

  17. Ciao Frank, ma come filtro per le trebbie usi comunque la sacca biab? Non hai falsi fondi? Secondo te, se dal biab puro prendo una pentola più grande per fare il mash e uso la sacca come filtro ma senza fare sparge…il mosto in bollitura arriva comunque più pulito rispetto ad alzare la sacca?

  18. Comunque, liberi di prendermi a maleparole, ma ieri ho fatto l’ammostamento con il Bimby!
    L’obbiettivo non era quello di provare nuovi strumenti (che comunque male non fa) ma realizzare in tempi rapidi (butti tutto in lavastoviglie) e con poco dispendio di materiale (poco meno di 800 g di malto), un batch di prova.
    L’esperimento è riuscito. Ho brassato una stout con una nuova ricetta, con rese del 85% per ammostamento e 70% del birrificio. Volume nel fermentatore 3 L circa.
    Strumenti: il Bimby suddetto, due pentole per acqua di sparge e bollitura, damigiana da 5 litri, imbuto , colapasta e sacca biab per trattenere i grani. Più i classici termometro, pHmetro e densimetro.
    Effetto secondario, non del tutto trascurabile: moglie meno incazzata!

  19. Bellissimo blig Frank! Volevo chiederti una cosa sulla pentola di mash. Esattamente a che altezza è posizionats la sonda per la temperatura del pid? Dove conviene posizionarla esattamente? Grazie

  20. Proprio come vorrei fare io. ho una pentola elettrica gestita da un pid inkbird dove faccio il mash. l’acqua dello sparge la riscaldo sul fornello. mi servirebbe giusto una pentola di bollitura per non dover trasferire temporaneamente il mosto filtrato, sciacquare la pentola di mash e riutilizzarla per la bollitura. questa resistenza che hai consigliato non dovrebbe bruciare/caramellizzare il mosto giusto? inoltre non dovrei neanche regolarne la potenza perchè dovendo bollire andrebbe subito a pieno regime.

  21. Ciao Frank, secondo te, BIAB con cestello acciaio filtrante, ho bisogno di usare anche pompa di ricircolo? Fino ad oggi ho sempre fatto in 3 tini e mescolato durante il mash a mano, non vorrei che in BIAB non potendo arrivare a mescolare anche sul fondo si brucino eventuali farine.

    • Ciao Marco, la pompa serve più che altro a mantenere uniforme la temperatura nel tino. Se pesca di lato, la farine sul fondo restano lo stesso (ma probabilmente anche se pesca dal fondo, nella zona lontana dalla pompa). Per evitare di bruciarle dovrebbe essere sufficiente mescolare bene durante la salita che porta il mosto a bollitura. Durante la bollitura i moti vorticosi dovrebbero evitare bruciature. Per l’ammostamento, evitare rampe inutili (durante la rampa, se la resistenza è al massimo, le farine potrebbero bruciare). Macinare meno fino e via dicendo. Ma non credo che la pompa in se’ possa risolvere il problema. Io il problema non ce l’ho perchè la resistenza non è sul fondo ma è di quelle inserite di lato, le farine cadoon sul fondo e non bruciano.

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