Che il birrificio scozzese Fyne Ales sia uno dei miei preferiti è ormai cosa nota. Da pochi giorni sono rientrato dalla Scozia, dove per il secondo anno consecutivo ho partecipato alla meravigliosa festa che il birrificio organizza ogni anno: la Fyne Fest. Un festival unico nel suo genere sia per la fantastica location (il birrificio si trova in una valle all’estremità del Loch Fyne, in mezzo alla natura a meno di un’ora in auto da Glasgow), sia per l’approccio rilassato e conviviale che lo caratterizza.

fynefest2018

Birra di punta del birrificio Fyne Ales è la Jarl (si legge proprio iarl, con la I iniziale), una golden ale luppolata da 3.8% ABV che si può bere solo a secchiate. È una birra di cui sono letteralmente innamorato, in particolare quando la trovo in cask. Purtroppo a Roma non si trova granché, se non in bottiglia (raramente, tra l’altro, e a prezzi non proprio competitivi). Ho deciso così di provare a replicarla in casa, per averla sempre freschissima a portata di mano.

.Jarl British Golden Ale Recipe

RICETTA

La mia prima (e in realtà unica) fonte di ispirazione per la ricetta (oltre ai numerosi assaggi, anche in loco) è stato il sito del birrificio. I principali ingredienti sono elencati sulla pagina dedicata alla Jarl: Maris Otter (extra pale), frumento torrefatto e luppolo Citra. Niente di più semplice, in teoria. Come tutte le birre semplici, la difficoltà sta però nel bilanciamento tra gli ingredienti e soprattutto nella scelta del lievito. Per quanto ne so, Fyne Ales utilizza lo stesso lievito (proprietario) in tutte le sue birre. Un lievito inglese di origine non chiara, noto produttore di diacetile (che io non amo particolarmente). Impossibile coltivarlo dai fondi delle bottiglie dato che le birre di Fyne Ales sono tutte super limpide, quindi non resta altra strada che sceglierne uno commerciale.

Inizialmente avevo optato per il London Ale della White Labs (WLP013), utilizzato con grande soddisfazione nell’ultima bitter, ma non era disponibile al momento dell’acquisto. Ho ripiegato allora sul British Ale, sempre della White Labs (WLP005). Un’altra opzione potrebbe essere il Dry English Ale (WLP007), che attenua un filo di più ed è un grande flocculatore.

Vediamo la ricetta che ho tirato fuori.

Jarl-Fyne-Ale-Ricettav2

Qualche spiegazione sulla mia versione della ricetta.

  • Dov’è l’extra pale maris otter? Avrei tanto voluto usarlo, ma quando sono andato a fare l’ordine non era più disponibile. Siccome non mi andava di fare due ordini da diversi siti, ho optato per un mix di maris otter (quello classico, non l’extra pale) e pilsner. Ho aggiunto una manciata di aromatic perché ne avevo e mi sembrava ci stesse bene.
  • Dov’è il frumento torrefatto? Senza nulla togliere a Fyne Ales, la mia politica ormai è di non usare fiocchi (o il frumento torrefatto, del tutto simile) a meno che non servano veramente a qualcosa. In questo caso, una percentuale significativa (diciamo oltre il 10%) avrebbe rischiato di intorbidire la birra. Usarne meno secondo me non ha alcun senso, quindi non li ho messi in ricetta. Non me ne voglia Fyne Ales, ma per me i fiocchi usati in percentuali omeopatiche sono completamente inutili.
  • Hai fatto protein rest? Ebbene, sì: ogni tanto anche io faccio un breve protein rest (nonostante quanto scritto tempo fa in questo post). Ci tenevo alla limpidezza di questa birra e ho preferito fare una piccola sosta a 52°C, vista anche la consistente presenza di Maris Otter in ricetta. Una gran rottura che ha impegnato mezz’ora del mio tempo tra sosta e rampa, ma ogni tanto ci vuole. Ho usato anche Protafloc a fine bollitura per favorire la coagulazione delle proteine.

Con il luppolo sono stato volutamente contenuto perché il Citra è molto invadente e in un attimo vira sul piscio di gatto. Del resto la Jarl è una golden ale, non una APA o una IPA, quindi un po’ di moderazione ci sta.

FERMENTAZIONE

Essendo la prima volta che utilizzavo questo lievito, sono stato attento a non partire troppo alto: avvio a temperatura bassa per evitare derive eccessivamente fruttate con aumento progressivo della temperatura per favorire invece l’attenuazione. Un classico nelle mie fermentazioni. Nessun travaso, se non quello prima dell’imbottigliamento.

ASSAGGIO

La birra è stata imbottigliata il 15 maggio 2018. L’assaggio è di sabato scorso, 9 Giugno 2018. La bottiglia ha poco meno di un mese ed è stata conservata sempre in frigo dopo 10 giorni di carbonazione a 22 gradi.

Jarl British Golden Ale Recipe

 ASPETTO  Colore giallo paglierino, brillante. Leggermente velata, ma tutto sommato la limpidezza è buona. Schiuma bianca, di entità modesta con bolle fini. Persistenza buona, rimane un velo di schiuma per tutta la bevuta. Nessuna traccia di ossidazione nel colore, che è rimasto vivo e molto chiaro.

 AROMA  Intensità media, molto fresco. L’aroma ricorda principalmente gli agrumi, con sfumature che vanno dal limone, al pompelmo fino al mandarino. In sottofondo una leggera nota resinosa. Aroma molto pulito.

 AL PALATO  Intensità media anche al palato, dove torna il mix di agrumi che si percepiva al naso. L’amaro è presente ma non invadente, lascia spazio a una leggera spina dorsale maltata che si esprime con note di craker e crosta di pane. Amara, ma ben bilanciata. Senza eccessi.

 MOUTHFEEL  Corpo medio, carbonazione medio-bassa. Morbida, il corpo è ben presente senza risultare invadente (nonostante la bassa gradazione). Nessuna astringenza.

 IMPRESSIONI GENERALI  Nel complesso una birra molto piacevole. Il lievito inglese gioca in secondo piano, non saprei dire se si sente oppure no: il fruttato al naso sembra provenire principalmente dal luppolo, ma il lievito potrebbe averci messo lo zampino. Un birra in stile, centrata e gradevole, con corpo presente nonostante la bassa gradazione. Luppolatura molto fresca, delicata ma presente. Nessun segno di ossidazione né nel colore, né nell’aroma, nonostante si tratti di una birra luppolata imbottigliata secondo il metodo classico con asticella, secondo fermentatore e bottiglie. Niente contropressione o diavolerie del genere. Sono molto soddisfatto.

CONFRONTO TESTA A TESTA

Veniamo ora al tanto temuto confronto testa a testa con la birra che ha ispirato questa ricetta: la Jarl di Fyne Ales. Premetto che ho aperto una bottiglia di Jarl con scadenza a breve (nel giro di quattro mesi), quindi probabilmente non al top della forma.

Jarl British Golden Ale Recipe

 ASPETTO  La foto sopra e quelle sotto parlano da sole: le due birre sono estremamente simili. La mia è un filo più chiara, ma come vedremo anche dai riscontri al naso e al palato credo che la Jarl fosse leggermente ossidata. Sulla limpidezza mi è andata più che bene, direi. Merito del protein rest? 🙂

 AROMA  La bottiglia di Jarl presenta qualche nota leggerissima di cartone e alcune venature mielose/caramellose che stonano con il colore chiaro e l’assenza di malti crystal: probabilmente sono dovute a un inizio di ossidazione. C’è anche un po’ di marmellata di agrumi al naso che in genere esce fuori quando il luppolo inizia a invecchiare (beta-damascenone). Diciamo che l’impronta agrumata è la stessa, ma l’impatto al naso tra le due birre è diverso. Facendo un confronto (a memoria) con la Jarl bevuta a pompa al festival qualche giorno fa, le due birre sono forse più simili.

 AL PALATO  La Jarl ha un taglio amaro più evidente ed è leggermente più secca. Per il resto, direi che ci siamo.

 MOUTHFEEL  Forse la Jarl (almeno questa in bottiglia) è più carbonata. In generale ha un corpo meno presente, ma la versione a pompa me la ricordo un filo più strutturata.

 IMPRESSIONI GENERALI  Direi che non sono andato così lontano dall’originale. Difficile fare un confronto tra una birra fresca di poche settimane e una bottiglia che ha ormai sicuramente più di qualche mese sulle spalle (chissà come è stata conservata). Forse si potrebbe aumentare un po’ l’amaro per dare una sferzata anche alla percezione del corpo, ma devo dire che la mia versione mi piace parecchio. E, soprattutto, mi ricorda la Jarl bevuta in cask qualche giorno fa. Almeno nella mia testa.

Jarl British Golden Ale Recipe Jarl British Golden Ale Recipe

 

20 COMMENTS

  1. Ottimo articolo! Ho una curiosità visto che hai scelto il lievito anche in base alla disponibilità.. pensi che le note oaky del wlp013 ci sarebbero state bene?

  2. Complimenti per il risultato…una domanda..come ti sei regolato con le caratteristiche chimiche dell’acqua?Grazie

  3. Sarebbe interessante analizzare un’altra cotta con la materia prima ancora più “specifica”(extra pale e lievito) per valutare quanta differenza ci sia rispetto alla cotta attuale “modificata”.

    • Teoricamente sì, ma dato che è difficile (se non impossibile) avere le schede dei singoli lotti di malto, non si sa mai. Tra l’altro, parlando anche con altri homebrewers, il Maris Otter è proprio la varietà di malto che ha dato in giro (e anche a me) maggiori problemi di torbidezza.

  4. Parlando con il birraio (Malcom) mi confermava che usano sostanzialmente un solo ceppo di lievito per quasi tutte le birre e, se non ho capito male a causa dell’ubriachezza, dovrebbe trattarsi di un ceppo utilizzato originariamente per scottish heavy (o comunque per birre moderatamente alcoliche).

    • Sì, è probabile. Mi sembra che lo raccontarono anche durante il tour del birrificio che feci lo scorso anno sempre durante Fyne Fest.

  5. Complimenti per il blog intanto!
    ho smesso di far birra da un paio di anni ma dato che ho trovato un frigo da usare come camera di fermentazione mi è tornata la voglia di rimettermi a far birrette a casa. La jarl l’ho trovata in pompa in un pub un paio di settimane fa e me ne sono innamorato, vedere una ricetta così “semplice” mi ha fatto decidere al volo con cosa reiniziare. Pensavo di seguire la strada dello smash e fare il grist 100% Maris Otter e per eliminare più variabili possibili e semplificarmi la vita pensavo di usare un lievito secco. l’Us-05 l’ho strausato in passato, dici che possa andare bene? o meglio passare all’ S-04?

    • Ciao Fabio, l’S04 a me non dispiace ma non è facile da gestire. Fai attenzione a tenerlo basso con temperatura (quella del mosto, non la T ambiente) sotto i 18 gradi (meglio 17°C). Magari la alzi dopo 3 giorni di fermentazione per favorire l’attenuazione.

  6. Ciao Frank, posso chiederti qualche curiosità?

    Oltre al Protein Rest hai fatto un unico step a 66? (senza Alfa amilasi a 78?). Mentre per il Dry Hopping, il luppolo hai aggiunto solamente al decimo giorno?

    • Va bene qualche curiosità, ma se hai letto il post ti ouoi rispondere da solo… 🙂 se avessi fatto altre cose rispetto a quanto scritto, be’, lo avrei scritto! 🙂

  7. Ciao! Ho in fermentazione una birra molto simile a questa, con Og 1042 con solo maris otter, con mash a 70°c, fermentato condue bustine di s04 reidratato, dopo 1 settimana era a 1022 ed è rimasta stabile per un paio di giorni, inizialmente ho pensato che il lievito si fosse piantato dato che lo avevo in frigo da qualche mese e che non fosse in gran forma, e ne ho reinoculato una bustina, e la densità è scesa di un paio di punti in 2 giorni. Quindi l’attenuazione è poco più di 50% contro il circa 75 previsto da brewfather, con fg di 1010. Mi vien da pensare che il mash alto sia la causa di cosi poca attenuazione nonostante l’aggiunta di un ulteriore bustina di lievito, tu cosa ne pensi la rischio e imbottiglio o aspetto?

  8. ciao ero interessato a riprodurre questa ricetta ( fyne by me)
    mi chiedevo quale poteva essere una valida alternativa per la stessa ricetta utilizzando un lievito secco e se si quale
    grazie
    buonagiornata

    • Ciao, direi S04 oppure London della Lallemand. Ma volendo anche un US05, più semplice da gestire anche se non ha carattere inglese.

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