Gli starter fanno paura a chi si avventura nel mondo dei lieviti liquidi. Pian piano ci si abitua, ma inizialmente si teme di commettere quell’errore fatale che andrà a compromettere l’intera cotta. Diversi dubbi affliggono l’homebrewer alle prime armi: a volte si va alla ricerca di informazioni online, ma spesso ci si rivolge ai forum, dove chiunque può dire la sua (sparandole anche molto grosse). Ho provato a raccogliere in questo post alcune delle domande che leggo più spesso in giro per i forum, cercando di proporre delle risposte ragionevoli e spero chiare.
Se ancora non sapete proprio come preparare uno starter, consiglio di leggere quest’altro post. E se invece cercate informazioni su come interpretare i calcolatori online per valutare correttamente il tasso di inoculo, una lettura di questi altri post potrà aiutarvi: link1, link2, link3.
.Veniamo ora alle domande e, soprattutto, alle risposte.
È sempre obbligatorio fare uno starter se si utilizza lievito liquido? Teoricamente, non sarebbe sempre necessario. Se la data di produzione del nostro lievito fosse recente e il volume e la densità del mosto da fermentare non fossero eccessivi, potremmo cavarcela con l’inoculo diretto dalla busta. Purtroppo, però, non possiamo sapere come sia stata conservata la busta di lievito che abbiamo tra le mani: anche se il nostro fornitore giura di averlo sempre conservato in frigo, nei vari trasferimenti tramite treni, aerei e camion dei corrieri il lievito potrebbe aver passato diversi giorni al caldo (la maggior parte dei lieviti liquidi venduti dai rivenditori italiani sono prodotti in America). Quindi le cellule nella nostra busta potrebbero essere in numero inferiore rispetto alle stime calcolate in base alla data di produzione. Ma c’è un elemento ancora più importante: a fine fermentazione le cellule di lievito si dotano di riserve di carboidrati, tra cui il glicogeno (un polimero del glucosio). Questo zucchero complesso viene utilizzato dalle cellule nella fase di adattamento della fermentazione per avviare la produzione degli enzimi necessari alla gestione degli zuccheri presenti nel mosto (che nelle fasi iniziali entrano con difficoltà nelle cellule). Senza glicogeno, il lievito si trova da subito in riserva di energie. Questo rallenta e complica la fase di adattamento portando a lag-time più lunghi e aumentando quindi il rischio di contaminazioni. Una carenza di glicogeno può portare anche a difetti di permeabilità della parete cellulare: nelle fasi iniziali della fermentazione, il lievito, utilizzando anche l’ossigeno presente nel mosto, sintetizza gli steroli necessari a garantire la giusta permeabilità delle pareti cellulari. Questo avviene inizialmente sfruttando le riserve interne di glicogeno fino a quando le membrane non sono pronte per gestire il passaggio degli zuccheri presenti nel mosto. In assenza di glicogeno nelle fasi iniziali della fermentazione, le pareti cellulari possono avere problemi di permeabilità producendo un eccessivo rilascio di componenti indesiderati nel mosto (acetaldeide, diacetile e composti solforosi). A fine fermentazione, il lievito mette da parte le riserve di glicogeno che purtroppo si esauriscono nel giro di pochi giorni. Lo starter, oltre a moltiplicare le cellule, è importantissimo per restaurare le riserve di glicogeno nelle cellule di lievito. Quindi direi che sì, uno starter con i lieviti liquidi è sempre consigliato.
Per quanto tempo posso conservare uno starter? Seguendo il ragionamento della risposta precedente, risulta evidente che prima si utilizza lo starter, meglio è. Questo perché nel giro di qualche giorno il lievito entra nella fase di “starving“. In assenza di nutrienti, il lievito inizia a consumare le riserve interne di glicogeno che ha messo da parte durante la fermentazione dello starter. I tempi per l’esaurimento sono diversi da lievito a lievito, ma in generale non conserverei uno starter per più di una settimana (ovviamente tenuto sempre in frigo).
Posso fare uno starter per il lievito secco? Tecnicamente si può fare, certo. Ma praticamente ha ben poco senso per diverse ragioni. Punto primo: il lievito secco viene disidratato quando le riserve di glicogeno sono al massimo, quindi non ha alcuna necessità di ricostituirle con uno starter. Punto secondo: il lievito secco è economico, comprare più bustine costa meno (o comunque non di più) rispetto all’estratto necessario per preparare uno starter. Punto terzo: lo starter aumenta sempre e comunque il rischio di contaminazioni, meglio evitare se non è necessario farlo.
Posso inoculare tutto lo starter nel mosto ? In genere gli starter vengono fermentati senza controllo di temperatura, spesso con agitazione continua del mosto per garantire una corretta ossigenazione. Queste condizioni favoriscono la formazione di off-flavour: il mosto fermentato di uno starter solitamente non ha né un buon aroma né è piacevole al palato. Quindi, meglio evitare di inocularlo nel mosto della birra che vogliamo fermentare. Come fare allora? È sufficiente mettere lo starter in frigo per una notte a una temperatura di 2°C per far depositare il lievito. A quel punto si butta la parte liquida sovrastante e si inocula solamente il fondo.
Come si concatenano più starter? Semplicemente si lascia fermentare il primo per un paio di giorni, si decanta come descritto al punto precedente e si aggiunge altro mosto.
È vero che se utilizzo l’agitatore magnetico il lievito respira e non fermenta? No, non è vero. Il lievito fermenta anche se nello starter insuffliamo aria o ossigeno per via dell’alta concentrazione di zuccheri presenti nel mosto (effetto Crabtree). L’introduzione continua di ossigeno favorisce semplicemente la crescita cellulare mettendo a disposizione del lievito una maggiore quantità di ossigeno per sintetizzare i lipidi (steroli) necessari per la costituzione delle membrane cellulari. L’aumento della biomassa tramite respirazione è possibile solamente in condizioni di fed-batch (ovvero presenza di ossigeno e mantenimento di una bassissima e costante concentrazione di zuccheri nel mosto): questo metodo produce più biomassa ma in un tempo maggiore, tant’è che spesso si utilizza come primo step per poi passare alla moltiplicazione anaerobica (fermentazione alcolica). Qui un interessante link di approfondimento in italiano.
Quanto tempo deve fermentare uno starter? Anzitutto va detto che non ci interessa necessariamente che uno starter finisca di fermentare: la maggior parte della crescita avviene nelle fasi iniziali della fermentazione, quindi potremmo teoricamente inoculare lo starter mentre sta fermentando (questo garantirebbe anche un avvio spedito della fermentazione, essendo il lievito già in fase attiva). Tuttavia, in genere si evita di inoculare tutto lo starter nella birra per le ragioni di cui ai punti precedenti. Meglio quindi attendere la fine della fermentazione dello starter che mediamente non dura più di un paio di giorni. Se lo starter è molto piccolo, può anche esaurirsi in poche ore.
Come faccio a capire se lo starter ha finito di fermentare? A volte lo starter, specialmente se sottoposto ad agitazione costante, non manifesta particolari segni di fermentazione. Osservando attentamente il mosto si può tuttavia facilmente valutare lo stato di attività del lievito. Se la fermentazione è finita, inizieremo a notare la formazione di uno strato limpido che parte dalla superficie del mosto per estendersi piano piano, con il passare delle ore, al fondo del contenitore (questo accade anche a temperatura ambiente). Se lo starter è su un agitatore, possiamo fermarlo per un paio d’ore e verificare l’inizio del processo di sedimentazione. Ovviamente si può anche misurare la densità, ma nella maggior parte dei casi una semplice analisi visiva è più che sufficiente.
A che temperatura deve fermentare uno starter con lieviti lager? I lieviti lager fermentano benissimo a temperatura ambiente. Anzi, una temperatura intorno ai 22°C riduce notevolmente i tempi di fermentazione. L’unica controindicazione è la generazione di off-flavour, ma se decantiamo la parte liquida dello starter prima di inocularlo, questo non è un problema.
Ciao Frank… ebbene si, sono uno di quelli che ha sempre avuto paura degli starter…. in realta’ comincio ad avere un po’ meno timore dato che ho constatato che il diavolo non e’ poi così brutto come si dipinge…
tra i tanti, ho anche questo dubbio: quando di parla di volume dello starter, ad es. 1 litro, tu consideri ACQUA+ESTRATTO=1 LITRO TOTALE oppure 1 LITRO ACQUA+ESTRATTO?
Non credo faccia tutta questa differenza, a ogni modo io considero 1 litro di acqua e poi aggiungo estratto per arrivare alla densità di 1040. Ripeto, viste tutte le variabili in gioco, non è certo questa che può fare la differenza.
Ottima faq, chiara e ben argomentata, come sempre.
Personalmente non ho mai usato i lieviti liquidi. Finora non ne ho sentito molto la mancanza, vista anche la particolare abbondanza di ceppi disidratati disponibili nel mercato.
Ciò che mi ha sempre dissuaso è la mia idiosincrasia con i corrieri e le poste. Già ho seri problemi a farmi recapitare le cose che sempre più di frequente acquisto on-line (sono sempre meno a casa). Figurarsi con una scatola refrigerata che dovrebbe venir consegnata nel minor tempo possibile!!!
Dirai: “ordina in inverno!”, certo, ma in pieno inverno, magari con la neve, il luogo deputato alle cotte è inagibile…
Per ora continuo con i “disidratati” e magari una delle prossime primavere utilizzerò qualche lievito liquido acquistato poco prima, a fine inverno.
Domanda: io ho una beuta però ho paura di buttare via anche la parte solida oltre a quella liquida dopo il periodo a decantare in frigo. Nel fondo non vi so o anche residui di lievito esausto?! Non può apportare aromi tipici dell’autolisi?
Non voglio sostituirmi a Frank, ma mi sento di poterti tranquillizzare su entrambe le questioni.
Dopo aver decantato lo starter, la maggior parte delle cellule di lievito tenderanno a precipitare sul fondo. Ovviamente una parte resterà comunque in sospensione, ma sarà comunque una percentuale di cellule trascurabile.
Sul fondo c’è lievito esausto? Una percentuale di cellule morte le trovi nella fiala o nella busta del lievito quando ti arrivano da WL o WY. Questo non vuol dire che tutte le birre fatte con lieviti liquidi siano difettate a causa dell’autolisi del lievito!
Ricorda sempre di utilizzare lo starter prima possibile. Se lo lasci “sonnecchiare” in frigo per settimane, vai a consumare le riserve di nutrimento che i lieviti hanno accumulato durante la fermentazione dello starter.
Concordo con tutto quello scritto da Bob!
Fai intendere che l’agitazione serve per continuare ad ossigenare lo starter. Anche se questo è parzialmente vero, lo scopo dell’agitazione è tenere il lievito in sospensione, cosa che aumenta la moltiplicazione delle cellule, specie in lieviti con tendenza a flocculare subito.
Per capire se lo starter ha finito di fermentare basta semplicemente fare una misurazione con il rifrattometro: 4 brix e siamo a posto 😉
Diciamo che non è parzialmente vero. È vero, ma mancava l’altro aspetto utilissimo dell’agitazione che è quello di tenere in sopensione il lievito (come dici giustamente). Diciamo che per la risposta alla domanda nel post era sufficiente il primo aspetto, ma è sempre utile chiarire. Grazie!
altro dubbio che mi attanaglia: usando l’agitatore, e’ comunque necessario ossigenare il mosto, o l’agitazione continua e’ essa stessa ossigenazione?
Direi di sì: meglio garantire da subito una buona saturazione di ossigeno. Non so se l’agitazione riesca a saturare.
Ciao Frank sto divorando il tuo sito giorno dopo giorno per prepararmi alla prima cotta AG con il mio impianto auto costruito demoniaco👺, mi chiedevo se la regola degli starter valesse in assoluto anche per i lieviti secchi fermentis considerando che vanno comunque idratati inoltre nel caso di mancanza di estratti secchi o in polvere quali potrebbero essere le quantità per un mini mash? In rete si trovano solo notizie frammentarie. Io vorrei tagliare la testa al toro utilizzando del mosto prelevato durante la fase di boil e reidratare per un’oretta, farei una cazzata?
Sì, cazzata totale 🙂 I lieviti secchi si reidratano con l’acqua, non si fa lo starter e si possono inoculare anche senza ossigenare se la birra non è estremamente alcoliac (tipo OG sotto 1.060). Se fai uno starter con i lieviti secchi rovini solo lo stato ottimale in cui si trovano al momenti della reidratazione. E se fai li reidrati con il mosto è come non reidratarli (il che si può anche fare, ma fai fuori un bel po’ di cellule).
Meno male che ti ho scritto, grazie mille.
Ciao, domanda da principiante(è la prima volta che praparo uno starter), dovrei prepararne uno di 3724 della wyeast, se al posto del estratto secco faccio un mini-mash filtrato alla densità giusta è lo stesso?
Assolutamente sì.
Ciao, ho una domanda da farti: Domani dovrei fare una cotta per una Bitter, ho preso il lievito liquido White Labs WLP005 BRITISH ALE pero’ essendomi arrivato solo stasera non riusciro’ a fare uno starter (anche perche’ non ho dell’estratto secco ne un agitatore).
La birra ha una gravita’ finale di 1.042 / 1.043
Cosa succede se lo metto dentro direttamente senza preparare lo starter?
Che problemi potrebbe avere?
C’e’ qualche accortezza che potrei tenere prima di inoculare il lievito?
Grazie
Mi pare che nella prima parte del post ci siano tutte le risposte…
Ciao Frank finalmente ho trovato una risposta: la temperatura NON è controllata. Invece come ci poniamo con il ph , bicarbonati e gli altri sali minerali nell’acqua di partenza? Ce ne freghiamo anche di questo?
I sali non hanno particolare importanza nello starter, visto che non si fa mash e non importa l’impatto sul profilo organolettico. Inoltre, usando l’estratto, non si sa quale acqua abbiano usato per produrlo quindi ogni stima sarebbe totalmente casuale.